
Negli ultimi giorni nel nostro Paese e in Europa è cresciuta la paura per il vaccino AstraZeneca che, in via precauzionale, è stato momentaneamente sospeso in diversi paesi europei tra cui Danimarca, Islanda e Norvegia.
In Italia, invece, a essere “sotto inchiesta” è finito solo un lotto delle dosi: quello contrassegnato dalla sigla ABV2856.Ma, sebbene anche la sospensione generale (decisa in via precauzionale), durerà solo 14 giorni, da parte dell’opinione pubblica e di alcuni organi d’informazione la notizia è stata assorbita in modo così allarmistico da alimentare, di riflesso, le resistenze di chi è in dubbio se vaccinarsi o meno. In base a quello che sappiamo, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su quello che è accaduto e sulle dichiarazioni ufficiali in merito.
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Perché la somministrazione del vaccino AstraZeneca è stata sospesa in diversi paesi Europei?
La prima a sospendere la somministrazione totale del vaccino in questione è stata, come detto, la Danimarca spiegando, attraverso un comunicato, che la temporanea interruzione “segue le notizie di gravi casi di formazione di coaguli di sangue, alla base di trombosi ed embolie, in persone vaccinate con il vaccino di AstraZeneca”, ma ribadendo al tempo stesso che “al momento non è stato determinato che ci sia un legame tra il vaccino e queste manifestazioni cliniche e ci sono buone prove che il vaccino sia sicuro ed efficace”.La Danimarca però non è stata la prima a segnalare “qualche problema” col siero AstraZeneca: già il 7 marzo l’Austria, dopo la segnalazione di una morte sospetta e un altro caso di trombosi (poi rientrato), aveva sospeso la somministrazione del lotto ABV5300. Questo lotto, nello specifico, comprendeva all’incirca un milione di dosi che erano state già distribuite in ben 17 paesi europei: Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Svezia.
Cosa sta accadendo in Italia?
In Italia, invece, l’attenzione è puntata su un altro tipo di lotto, quello contrassegnato dalla sigla ABV2856, di cui sono state già distribuite in tutto il Paese ben 250 mila dosi. La sospensione in via precauzionale del lotto da parte dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) è scattata dopo tre morti sospette in Sicilia. In merito a quest’ultime sono già state aperte altrettante tre inchieste per omicidio colposo dalle procure di Siracusa, Catania e Trapani.Nello specifico: ad Augusta un sottufficiale della Marina militare, Stefano Paternò (43 anni) è morto 15 ore dopo la somministrazione del vaccino per arresto cardiaco; a Trapani, il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Maniscalco (54 anni) è morto per un infarto dopo 48 ore; sempre per la stessa causa a Catania è morto, dopo 16 giorni dalla somministrazione, il poliziotto della Mobile Davide Villa (50 anni).
Anche in questi casi, al momento, non c’è nessun collegamento tra il vaccino e il decesso però sono in migliaia ad essere preoccupati e sono tantissimi coloro che stanno intasando di chiamate i centralini delle Asl per rinviare la loro somministrazione, annullarla o richiedere dosi degli altri vaccini attualmente somministrati nel nostro Paese: quello Pfizer e quello Moderna. Insomma, tutto questo caos potrebbe mette a serio rischio l’andamento della campagna vaccinale italiana e, all'interno del Governo, si teme “l’effetto domino” già accaduto nel 2015 in Sicilia quando saltò la campagna di immunizzazione stagionale per due morti sospette causate dal Fluad (vaccino antinfluenzale).
In merito ai decessi in Sicilia è intervenuto anche Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute, ribadendo che “l’'Istituto superiore di sanità farà immediatamente tutte le verifiche del caso e tutte quelle analisi che servono a stabilire qual è la qualità delle fiale appartenenti a questo lotto. Ci vorranno comunque alcuni giorni, circa una settimana”. Nel frattempo, bisogna evitare che s’inneschi la psicosi tra le persone.
Le rassicurazioni dell’EMA, di AstraZeneca e dell’AIFA
L’EMA (Agenzia europea per i medicinali) dopo gli episodi in Austria e Danimarca ha comunque diffuso un comunicato con il quale ha ribadito l’assenza di correlazioni tra le trombosi e il vaccino precisando che “i benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”.Bisogna infatti sottolineare che i casi di trombosi sono frequenti nella popolazione ed è quindi possibile che quest’ultimi siano rilevabili anche tra tanti altri individui vaccinati. Ma non c’è nessuna evidenza scientifica che li lega al vaccino. Proprio per questo l’EMA ha segnalato che in base ai dati non si è registrato un aumento dell’incidenza delle trombosi. Basti pensare che nell’Unione Europea, fino ad oggi, ne sono stati rilevati 30 casi su quasi 5 milioni di individui vaccinati con AstraZeneca. Dati non tanto diversi da quelli di altri periodi, in assenza del vaccino.
L’azienda che produce il vaccino, intanto, ha garantito che sta “collaborando con le autorità sanitarie e regolatorie” e ci tiene a precisare che “da un'analisi dei nostri dati su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19”. Inoltre, sui lotti incriminati sottolinea che “dagli accertamenti di qualità internamente effettuati, non si sono evidenziati aspetti che possano avere avuto un impatto sulla qualità, sicurezza, efficacia del lotto in questione e di questo sono state
prontamente informate le Autorità competenti”.
Paolo Di Falco, La Politica del Popolo