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studentesse-abito-mascherineHiba, Rama e Matilda, tre studentesse dell’istituto Arturo Checchi di Fucecchio, in provincia di Firenze, hanno vinto l’edizione italiana di Junk Kouture, concorso internazionale di moda sostenibile. A gennaio 2023 andranno ad Abu Dhabi per disputare la finale.

Foto dell'abito pubblicata su Junk Kouture, pagina Facebook

Le tre ragazze hanno progettato e confezionato un abito fatto di mascherine chirurgiche, bottiglie di plastica e fil di ferro.

L’idea è stata vincente, così come la sua realizzazione.

Destroyed Fairy: un abito da fiaba

Un abito verde e fiabesco. Una gonna, un corpetto e delle ali da fata per richiamare la magia di una natura sempre più a rischio a causa del fenomeno dell’inquinamento. I materiali utilizzati per la realizzazione del vestito ribadiscono proprio l’importanza dell’ambiente: mascherine chirurgiche, bottiglie di plastica e fil di ferro. Destroyed Fairy, questo è il nome evocativo scelto per la creazione.

L’idea è stata molto apprezzata dalla giuria del concorso, che promuove la sostenibilità nel campo della moda. Per la partecipazione si richiedeva infatti il solo utilizzo di materiali provenienti dagli scarti e dai rifiuti.

L’11 gennaio, le ragazze vincitrici voleranno ad Abu Dhabi per la finale del concorso. A loro si aggiungeranno altri 9 finalisti italiani, di altrettanti istituti sparsi sul territorio nazionale, che si confronteranno con gli abiti di altri 5 Paesi, ovvero Inghilterra, Usa, Francia, Irlanda, Emirati Arabi Uniti.

Le studentesse: “Questo progetto ci ha unito molto”

Ma chi sono queste studentesse che hanno trionfato all’edizione italiana del concorso di Junk Kouture? Le tre giovani stiliste italiane frequentano la 4A dell’istituto Arturo Checchi di Fucecchio, in provincia di Firenze. Indirizzo moda. Hiba Essafri, Rama Badji, Matilda Xhaferraj, i loro nomi.

Questo progetto ci ha unito molto, affermano le ragazze, come riporta Il Corriere della Sera, “Abbiamo caratteri diversi e a malapena parlavamo tra noi, ma lavorare insieme ci ha aiutato a conoscerci meglio e a legare. Tutto il lavoro è durato sei mesi.

La realizzazione a quanto pare non è stata delle più semplici: “Prima di arrivare al bozzetto abbiamo scartato diverse idee. Il progetto lo abbiamo realizzato nel 2021 e quindi abbiamo deciso di concentrarci su alcuni dei materiali più inquinanti. Per questo abbiamo scelto di dare nuova vita alle mascherine anti-Covid con le quali abbiamo realizzato la gonna. Il corpetto è fatto con bottiglie di plastica, il materiale che più di tutti inquina il mare e che spesso troviamo nei boschi. Le abbiamo tagliate e lavorate per dar loro la forma di petali. Il lavoro più complesso è stato realizzare le ali: ci sono voluti due mesi. Siamo molto soddisfatte del nostro lavoro e già mentre lo stavamo realizzando sapevamo che avremmo raggiunto un ottimo traguardo”.

La scuola

Il risultato delle ragazza, naturalmente, ha dato grande soddisfazione all’istituto professionale Arturo Checchi. Il merito è attribuibile, in qualche misura, anche alla cura per i dettagli trasmessa dai docenti e ai metodi di insegnamento della scuola stessa.

“Siamo più o meno a metà strada tra il distretto tessile di Empoli e il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno”, dice la professoressa Elena Desideri, che unitamente al collega Sabatino Cecchini ha coordinato la partecipazione al concorso delle tre studentesse. “Abbiamo dieci classi per l’indirizzo moda con una settantina tra studenti e studentesse. Si lavora su tutta la fase della progettazione partendo dalle mood board, le tavole di ispirazione, per poi disegnare i bozzetti fino alla realizzazione dei capi. In ogni anno ci cimentiamo nell’affrontare le specificità di progettazione di un capo specifico: gonna, corpetto, abito, giacca. E l’ultimo anno il corso, denominato Made in Italy, racchiude un po’ una summa di tutte le conoscenze accumulate nel percorso di studi”.

Parlando poi del concorso e della sostenibilità nel campo della moda: “Il tema del riciclo è un tema che già trattiamo nell’attività curriculare”, aggiunge Elena Desideri. “Riciclo di fibre tessili ma anche riutilizzo di accessori di abbigliamento, come bottoni e cerniere. Questa è un’ottima classe e le ragazze si sono subito appassionate all’idea di partecipare al concorso. Tutte e 18, divise in gruppi di tre, hanno lavorato ad un abito e Destroyed Fairy è quello che è stato selezionato”.