Federico Bianchetti
Autore
nicolò govoni attivista
fonte foto: via Facebook

“Mai giudicare un libro dalla copertina”, una frase che sentiamo spesso e che acquista ancora più forza quando emergono storie come quella di Nicolò Govoni.

Il 29enne attivista è infatti l'esempio di come a volte il sistema scolastico non tenga conto del reale valore di ognuno. ”Casinista”, ”Signor Nessuno”, sono solo alcune delle frasi che gli insegnanti rivolgevano a Nicolò quando era uno studente. Il giovane cremonese di strada ne ha fatta però: da un “signor nessuno” ad attivista per i diritti umani, con buona pace di chi lo riteneva idoneo solo a ”confezionare merendine”.

Chi è Nicolò Govoni, l'attivista per diritti umani

All'età di 20 anni Nicolò si mette in gioco: lascia il Paese e inizia la sua prima missione di volontariato recandosi in un piccolo villaggio dell'India, ed è all'orfanotrofio “Dayavu Boy’s Home” che Nicolò troverà la sua nuova casa. Lì rimarrà infatti 4 anni riuscendo a cambiare le sorti dei bambini ospitati e dell’orfanotrofio stesso grazie ad un fondo per l'educazione istituito da lui stesso. Nel 2017 lascia l’India e approda poi nel campo profughi sull’isola di Samos, in Grecia, dove si unisce a un’associazione locale e coordina un programma educativo per bambini profughi fuggiti dalla guerra. Ma l’anno della svolta è il 2018, quando - insieme ad altre due volontarie, Sarah Ruzek e Giulia Cicoli, - Nicolò fonda la ONLUS “Still I Rise” e contemporaneamente apre “Mazì”, la prima scuola per bambini e adolescenti profughi dell’isola.

Dopo il successo di “Bianco come Dio”, primo libro che Nicolò ha scritto per sostenere la causa del “Dayavu Boy’s Home” - e che ha attirato l'attenzione della casa editoriale “Rizzoli” - nel 2019 il giovane attivista pubblica un secondo volume dal titolo “Se fosse tuo figlio”. Il libro denuncia i soprusi perpetrati dalle autorità greche nei confronti dei profughi dell’hotspot di Samos. Nello stesso anno Nicolò si trasferisce in Turchia, portando con sé un team di “Still I Rise”, per avviare i lavori della prima Scuola Internazionale per minori profughi al mondo, sfruttando i proventi del volume “Se fosse tuo figlio”.

Da “fallito” a candidato al Nobel per la Pace

“Pluribocciato”, “casinista”, “Signor nessuno”. Dieci anni fa tutti mi consideravano un fallito, una mia insegnate mi disse che sarei finito a “inscatolare merendine in fabbrica”. Oggi sono stato invitato a fare lezione all’Università di Oxford. Amo la vita!”ha scritto Nicolò sul suo profilo Facebook.

L'attenzione che Nicolò ha portato sul alcune cruciali questioni è determinante, al punto che Sara Conti, membro del Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino, lo propone tra i candidati al Premio Nobel per la Pace 2020 per il suo impegno a favore dell’educazione e della protezione dei bambini rifugiati. Oggi Nicolò dirige “Still I Rise” in sei Paesi, dando lavoro a circa quaranta persone nel mondo: a breve è prevista l’apertura di due nuove scuole, una in Siria e una in Kenya.

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