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chiudere un occhio

Nelle conversazioni di tutti i giorni è capitato a tutti di utilizzare dei modi di dire che sono entrati naturalmente a far parte del nostro lessico e di cui conosciamo perfettamente il significato. Ma vi siete mai chiesti da dove hanno origine quei proverbi che utilizziamo così di frequente? Eccone cinque tra i più comuni con la loro origine.

Chiudere un occhio

La massima “chiudere un occhio” indica il far finta di non notare qualcosa per convenienza.
Sembra ci sia un riferimento storico dietro a questa massima: si narra che sia stato l'ammiraglio inglese Horatio Nelson nell'Ottocento a usare per primo questa espressione, perché utilizzava l’occhio cieco per guardare dal telescopio. Anche con questo handicap, infatti, l’ammiraglio era in grado di fornire ai propri superiori indicazioni precise, vincendo così diverse battaglie.

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A caval donato non si guarda in bocca

Questo proverbio è un invito a essere sempre grati di fronte ai doni, senza mostrarsi diffidenti o sprezzanti. Sta ad indicare che non bisogna giudicare un regalo ma esserne comunque grati a prescindere dal suo valore.
Perché si parla di “non guardare in bocca” all’animale ricevuto in regalo? Semplicemente perché nell'antichità, prima di comprare un cavallo, si usava guardare nella bocca dell’animale per capire l’età e la sua condizione di salute dalla dentatura. Non è quindi un comportamento molto educato sospettare, da subito, che un esemplare avuto in dono sia vecchio. Inoltre, nel medioevo, il cavallo era fonte di ricchezza e bisognava essere grati se si riceveva l’animale come dono, qualunque fosse la sua salute.

Svegliarsi con la luna storta

Questo proverbio connota il non avere un atteggiamento positivo verso la giornata che sta per iniziare. La storia dietro questo detto parte dall'Ottocento, quando si dava la colpa alle fasi lunari per il comportamento strano di bambini e donne e per i momenti di "pazzia" di alcuni uomini. Fu proprio un uomo che nell'Ottocento pronunciò per primo questa frase come difesa dall'accusa di omicidio, affermando che la colpa era della Luna.

L'abito non fa il monaco

Questo proverbio sta a significare che l'apparenza molte volte non corrisponde alla realtà; perciò bisogna essere cauti nel giudicare gli altri. Come mai, per ricordarsi di non giudicare qualcuno dall’esteriorità, in particolare dall’abbigliamento, si è scelto di parlare proprio di un monaco?
Questo proverbio ha origini davvero remote. Può essere che derivi dall'antico detto latino "Cucullus non facit monachum" la cui traduzione italiana è "Il cappuccio non fa il monaco". In epoca medievale molti viaggiatori erano monaci e ricevevano ovunque ospitalità per via dell'abito che indossavano; per questo motivo, capitava che alcuni disonesti si travestissero da religiosi, cercando di ottenere un “trattamento di favore” con l’inganno.
Il proverbio viene perfino citato in un passaggio de “I promessi Sposi” di Manzoni dove nel 19° capitolo il Conte zio in riferimento a Fra Cristofaro, che indossava l’abito monacale nonostante gli errori commessi nel tempo, afferma appunto che "l’abito non fa il monaco”.

Essere al verde

L'espressione “essere al verde” significa "essere a corto di denaro". Per molto tempo si è usato appaltare i servizi pubblici per mezzo di un'asta. Il battitore accendeva una candela con il fondo verde che, una volta esaurita, segnava la fine dell’asta. Se la candela si spegneva era sinonimo che si erano finiti i soldi per competere e rilanciare le offerte.

Gianluca Daluiso

Data pubblicazione 15 Maggio 2020, Ore 9:57
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