
Il primo aprile in tutto il mondo è il giorno degli scherzi, quelli in cui è difficile non cadere perché sempre impensabili ed imprevedibili. Ma perché si chiama così? Perché le vittime degli scherzi “abboccano” facilmente, come i pesci all’amo? In tanti hanno cercato di dare una spiegazione al nome e all’origine della festa, ma le ipotesi sono veramente tante.
Vediamone alcune!
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Come nasce il pesce d’aprile
Le teorie sulla nascita della ricorrenza sono tante. Alcuni studiosi hanno trovato delle assonanze tra questa festa e il mito di Proserpina che, rapita da Plutone, venne ingannata affinché mangiasse sei chicchi di melograno senza sapere che questo avrebbe significato restare nell’Ade per l’eternità. Altri lo accomunano invece alla festa della fondazione del tempio di Venere Verticordia, festeggiato proprio il primo aprile. Una delle ipotesi più plausibili però, si rifà all’adozione del calendario gregoriano da parte di re Carlo IX di Francia nel 1564. Allora i festeggiamenti del capodanno (che in origine era il 25 Marzo) culminavano proprio il 1 Aprile. Al cambio di data non tutti i sudditi gradirono il cambiamento e alcuni, additati come “sciocchi di aprile”, continuarono a festeggiare la data precedente mentre gli altri si burlavano di loro inviando pacchi regali vuoti o invitandoli a feste inesistenti. Altri invece, credono che l’origine sia ben più remota. Risalirebbe ad un episodio della vita del beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia, che a metà del 1300 avrebbe salvato un papa che stava soffocando per aver ingoiato una spina di pesce. Il Pontefice, per gratitudine, avrebbe poi decretato che quel giorno, il primo di aprile, in città nessuno avrebbe mai dovuto mangiare pesce.
Pesce d’aprile: cosa vuole la tradizione
In Italia l’usanza di festeggiare il primo aprile risalirebbe ad una data tra il 1860 e il 1880. La prima città nella quale si sarebbe diffusa questa festività è Genova, dove ben presto, grazie alla fantasia degli abitanti del porto, l'usanza venne conosciuta e apprezzata prima dai ceti medi e poi da tutta la popolazione. Per questo c’è chi sostiene che la festa debba il suo nome al fatto che spesso in primavera sui fondali marini c’erano pochissimi pesci e i pescatori tornando in porto a mani vuote, venivano presi in giro dai compaesani. La ricorrenza poi si è diffusa in tutta la penisola e in tutto il pianeta, dove si fanno burle di ogni genere, alcune delle quali hanno un’eco a livello mondiale. Dalle scuole alle famiglie, dagli amici alla politica, dalla televisione al web: nessun “luogo” è immune al Pesce d’Aprile!