
In particolar modo alle 10 è in programma la seduta a Montecitorio e alle 10,30 al Senato: in entrambe le sedute ci sarà la proclamazione degli eletti e l'elezione dei rispettivi presidenti.
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Come verranno eletti i presidenti di Camera e Senato?
Come vedremo nella giornata di oggi, le modalità di elezione dei rispettivi presidenti sono differenti per i due rami del Parlamento. Il Senato dovrà eleggere il suo presidente necessariamente durante la quarta votazione: per la sua elezione durante la prima e la seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti mentre dalla terza votazione si richiede solamente la maggioranza assoluta dei senatori presenti.Nel caso di mancato raggiungimento di quest'ultima, si procederà alla quarta e ultima votazione dove andranno al ballottaggio i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e verrà proclamato eletto quello che conseguirà un voto in più rispetto all'altro.
Alla Camera dei Deputati, invece, per essere eletti presidente serviranno al primo scrutinio i voti dei due terzi dei suoi componenti. Nella seconda e terza votazione il quorum per essere eletti si abbassa a due terzi dei deputati votanti e poi dal quarto scrutinio basterà la maggioranza assoluta dei voti così si procederà ad oltranza fino a quando non ci sarà qualcuno che la otterrà. Bisogna considera che dal 1948 ad oggi non si è mai andati oltre alla quinta votazione.
Quali sono i nomi in campo per ricoprire le due cariche?
Diversi sono i nomi di possibili candidati e candidate che durante gli ultimi giorni sono circolati. Per la Presidenza del Senato, dopo l'esclusione del nome della senatrice Anna Maria Bernini che potrebbe essere la prossima Ministra dell'Università e della Ricerca, l'attenzione si è concentrata su Roberto Calderoli, senatore della Lega, e Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia.Per la Presidenza della Camera dei Deputati si parlava invece di una sorta di "sfida" tra i due deputati leghisti Giancarlo Giorgetti e Riccardo Molinari. Secondo le ultime indiscrezioni, il centrodestra avrebbe raggiunto un accordo nella serata di ieri e i candidati definitivi dovrebbero essere quelli del legista Riccardo Molinari per la Presidenza della Camera e di Ignazio La Russa per la Presidenza del Senato.
Quali saranno le prossime tappe che porteranno alla formazione del nuovo governo?
Dopo l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, il Presidente della Repubblica di prassi convoca le consultazioni per procedere alla formazione del nuovo governo. Quest'ultime potrebbero già aprirsi dal 17-18 ottobre e a salire al Quirinale saranno: gli ex presidenti della Repubblica (in questo caso si parlerebbe di una telefonata con il Presidente Napolitano visto il suo precario stato di salute), i due Presidenti delle due Camere appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento.Visti che i risultati elettorali sono già abbastanza chiari, le consultazioni dovrebbero essere molto veloci. Esse si concludono di norma con il conferimento dell'incarico a un Presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica entro poche ore dalla conclusione. Il Presidente del Consiglio incaricato, solitamente, accetta con riserva e procede a consultare i vari partiti disposti a sostenere il suo esecutivo.
Durante queste consultazioni si va a definire il programma di governo e si stila la lista dei ministri. Dopo questo passaggio il premier incaricato torna al Quirinale per sciogliere la riserva e, a questo punto, viene nominato Presidente del Consiglio. Dopo, sempre il Presidente della Repubblica, su proposta del nuovo Premier, nomina i ministri.
Qualche giorno dopo il Presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del Presidente della Repubblica. Subito dopo, all'interno del salone delle Galere a palazzo Chigi, il nuovo premier viene accolto dal premier uscente per il passaggio della campanella. Il suono della campanella dà inizio anche al primo Consiglio dei ministri durante il quale: si nomina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio.
Infine, dopo il giuramento, il Premier solitamente si prende uno o due giorni per scrivere il discorso programmatico con cui si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia. Attualmente, con la nuova riforma costituzionale, saranno necessari 201 sì alla Camera e 104 sì al Senato. Bisogna precisare però che il governo è già ufficialmente operativo prima della fiducia seppur non in tutte le sue funzioni e, per esempio, il nuovo Premier potrebbe già recarsi al G20 in Indonesia previsto per il 15 novembre.
Paolo Di Falco