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di paolodifalco01
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viaggio Nancy Pelosi a TaiwanDomenica ha avuto inizio il viaggio in Asia della speaker della Camera statunitense, Nancy Pelosi, che aveva creato un vero e proprio caso politico a livello internazionale e che, forse, nelle prossime ore potrebbe portare ad un peggioramento critico delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina.

Visita a Singapore - Account Twitter Nancy Pelosi

Inizialmente era infatti previsto che Nancy Pelosi si fermasse insieme alla sua delegazione a Taiwan, territorio indipendente dalla Cina.

Da qui diverse le proteste del governo cinese a tal punto che nel programma di viaggio, reso noto domenica, Taiwan non compare anche se secondo il Financial Times e il Wall Street Journal la visita si terrà nelle prossime ore. Ma, andiamo a vedere meglio cos'è successo e cosa potrebbe succedere.

La visita d Nancy Pelosi a Taiwan

Stando alle indiscrezioni dei media internazionali la visita della speaker Pelosi, che ha già creato tante polemiche durante le scorse settimane, dovrebbe diventare realtà alle 22:20 locali (le 16:20 in Italia) quando il suo aereo dovrebbe atterrare all'aeroporto di Songshan a Taipei. Qui dovrebbe soggiornare all'Hotel Hyatt nel distretto di Xinyi e prima della partenza di mercoledì pomeriggio dovrebbe incontrare anche la presidente taiwanese Tsai Ing-wen.

Mentre l'ambasciatore cinese negli Usa ha già ribadito la sua contrarietà per la visita in quella che Pechino considera come "una provincia ribelle", cresce il livello della tensione visto che nel caso la visita si tenesse si tratterebbe della visita ufficiale statunitense di più alto livello nell'isola degli ultimi decenni, in particolare la più alta in 25 anni dopo quella dell'allora speaker Newt Gingrich che nel 1997 incontrò il presidente taiwanese Lee Tang-hui.

La probabilità dello scalo tecnico e l'assenza di certezze sulla visita

Nelle ultime ore la CNN ha sottolineato che la visita dovrebbe comunque avvenire "nonostante gli avvertimenti dei funzionari dell'amministrazione di Joe Biden, preoccupati per la risposta della Cina a una visita di così alto profilo". La sosta a Taiwan però potrebbe anche assumere le sembianze di "uno scalo tecnico": come ha sottolineato Wen Ti-Sung, politologo presso il programma di studi su Taiwan dell’Australian National University, su Twitter:"le visite presidenziali taiwanesi negli Stati Uniti sono solitamente inquadrate non come visite ufficiali o visite di Stato, ma come visite di scalo, per rifornimenti e rifornimenti, come parte di lunghi viaggi per visitare l’America Latina".

A sciogliere il dubbio sulla visita non sarà neanche Washington visto che, come ha spiegato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby, in merito alle tappe del viaggio della Pelosi potrà rispondere solo l’ufficio della speaker della Camera perché "è lei che prende le sue decisioni, non ha bisogno dell’approvazione della Casa Bianca". Inoltre, il presidente americano non le ha formalmente chiesto di evitare la visita per due motivi: da un lato il rispetto nei confronti dell'autonomia del Congresso e, dall'altro, vuole evitare di dare l'impressione che sia Pechino a imporre i programmi delle missioni all'Estero delle personalità americane. L'unica certezza è l'eventuale visita potrebbe avere delle serie conseguenze.

L'isola contesa tra Usa e Cina

A livello simbolico la visita di Nancy Pelosi a Taiwan andrebbe a rimarcare la posizione di Washington che non vuole assolutamente rinunciare ai propri interessi economici nell'isola. Posizione che ovviamente non è condivisa da Pechino che ha sempre considerato l'isola come territorio nazionale e vorrebbe annetterla per motivi strategici, militari ed economici. Da qui le tensioni tra le due potenze visto che Washington vorrebbe che l'isola restasse indipendente in modo da avere un avamposto nell'oceano Pacifico e, allo stesso tempo, conservare gli equilibri commerciali e geopolitici.

A rendere preziosa e contesa l'isola non è solamente la posizione geografica ma anche la sua economia. Taiwan è infatti un polo unico e prezioso per il settore della tecnologia, manifattura, automotive, elettronica e informatica. Proprio per questo l'isola è tra le prime venti economie al mondo con un Pil che supera quello di nazioni come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita. In sostanza avere il controllo di Taiwan consentirebbe a Cina e Stati Uniti di ottenere un ruolo strategico ed economico nel Pacifico.

Cosa potrebbe succedere nel caso la visita si tenesse?

Ma detto ciò, cosa potrebbe succedere nel caso la visita si tenesse? Alcuni media americani come la CNN hanno riportato le preoccupazione di alcuni funzionari amministrativi del governo americano che si aspettano una risposta militare dalla Cina. Scenario che però viene considerato improbabile dall’analista ed ex funzionario del ministero della Difesa statunitense Drew Thompson vista la crisi economica e del mercato immobiliare che la Cina sta cercando di gestire.

Sicuramente la visita andrebbe a complicare l’agenda geopolitica del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping: quest'ultimo al momento ha gli occhi puntanti sul prossimo Congresso nazionale del Partito comunista che dovrebbe confermarlo alla guida del paese. Dall'altro lato, sembra che la stessa speaker Pelosi abbia evitato di compiere gesti che la Cina avrebbe interpretato come un attacco esplicito e diretto: tra questi, l’eventuale pianificazione della visita a Taiwan il 1° di agosto ovvero il giorno dell’anniversario della fondazione dell’esercito cinese.

L'escalation militare delle ultime ore

Di certo al momento c'è che la giornata di oggi si preannuncia complicata e non è sicuramente iniziata sotto buoni auspici: stando a quanto riporta l'agenzia Reuters nelle ultime ore diversi aerei da guerra cinesi sono stati avvistati in prossimità della linea mediana dello Stretto di Taiwan, in mare presenti anche alcune navi da guerra cinesi non lontano dalla linea di separazione.

Nella notte intanto la Cina ha sospeso l’import di beni alimentari da oltre 180 imprese di Taiwan con una mossa che appare come una prima ritorsione. I media di Taipei hanno sottolineato come "l’improvvisa mossa delle Dogane cinesi causerà un duro colpo" all’industria alimentare locale, tra agricoltura e pesca. Le Dogane, in base ai rilievi ufficiali, hanno contestato "la violazione delle normative pertinenti e interruzione d’urgenza dell’import".

Paolo Di Falco