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di paolodifalco01
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elezioni 2022 vittoria MeloniIl giorno dopo quello del voto è tradizionalmente quello in cui si iniziano a tirare le somme difronte ai risultati elettorali che, a differenza di quelli del 2018, sono abbastanza chiari. A vincere è stato il centrodestra grazie al boom di voti ottenuto dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, che si attesta intorno al 26%.

Fonte foto:Account Twitter Giorgia Meloni

Complessivamente la coalizione composta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati raggiunge il 44,5% dei voti mentre quella di centrosinistra, composta dal Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Impegno civico, si ferma al 26,2%. Il Movimento 5 Stelle, correndo da solo, ha ottenuto il 15,2% dei voti e, infine, il Terzo Polo di Azione e Italia Viva si è attestato al 7,7%. Ma adesso, quali saranno i prossimi passi verso la formazione del governo? Andiamolo a vedere insieme.

I prossimi passi: la proclamazione degli eletti e la prima seduta delle Camere

Nonostante i risultati elettorali siano abbastanza chiari per la formazione del governo serve almeno qualche settimana, da quattro a dodici secondo i precedenti storici, visto che diversi sono i passaggi istituzionali da fare. Innanzitutto, una volta concluso lo scrutinio dei voti, si procederà dopo qualche giorno con la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali presso le Corti d'appello dove però potrebbe esserci qualche difficoltà vista la riforma costituzionale della scorsa legislatura che ha tagliato il numero dei parlamentari.

La prima seduta alla Camera e al Senato sarà invece il 13 ottobre, la data infatti era stata già fissata dal decreto che ha stabilito anche il giorno del voto. Durante la prima seduta si procederà con la proclamazione degli eletti e con l'elezione dei Presidenti di Camera e Senato.

Come avviene l'elezione dei Presidenti delle Camere?

Durante la seduta inaugurale del 13 ottobre ci sarà l'elezione dei Presidenti delle due Camere, la modalità d'elezione è però differente: se al Senato deve avvenire necessariamente entro il quarto scrutino, alla Camera dei Deputati si può proseguire anche oltre.

Nello specifico, al Senato durante il primo e il secondo voto per eleggere il Presidente ci vuole la maggioranza assoluta dei componenti. Nel caso non ci fosse si passa al terzo voto dove l'elezione deve avvenire con la maggioranza assoluta dei senatori presenti. Infine, se nessuno raggiunge tale maggioranza, si procede con il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti nel terzo scrutinio e verrà proclamato eletto chi riceverà un voto in più nella quarta e ultima votazione.

Alla Camera dei Deputati, invece, durante la prima votazione il Presidente deve essere eletto da una maggioranza formata dai due terzi dei componenti poi al secondo e al terzo voto il quorum necessario si riduce ai due terzi dei votanti. Dal quarto scrutinio sarà necessaria solamente la maggioranza assoluta dei voti e si andrà avanti con le votazione finché non verrà raggiunta. Secondo i precedenti storici, dal 1948 non si è mai andati oltre il quinto scrutinio.

Il ruolo del Presidente Mattarella

Dopo l'elezione dei due Presidenti di Camera e Senato, la palla passa al Presidente della Repubblica che procede con la convocazione delle consultazioni che, se non ci saranno intoppi, potrebbe avvenire intorno al 17/18 ottobre. Stando alla normale prassi a salire al Quirinale saranno: gli ex presidenti della Repubblica (in questo caso si parlerebbe di una telefonata con il Presidente Napolitano), i due Presidenti delle due Camere appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento.

Bisogna sottolineare che in caso di risultati chiari, così come questi, le consultazioni sono abbastanza veloci e si concludono di norma con il conferimento dell'incarico a un Presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica entro poche ore dalla conclusione. I tempi, inoltre, abbastanza stretti sono dettati dalle scadenze urgenti che incombono sul nostro Paese: dalla scrittura della manovra al vertice del G20 in Indonesia.

I passaggi per la formazione del governo

Il Presidente del Consiglio incaricato, solitamente, accetta con riserva e procede a consultare i vari partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Durante queste consultazioni si va a definire il programma di governo e si stila la lista dei ministri. Dopo questo passaggio il premier incaricato torna al Quirinale per sciogliere la riserva e, a questo punto, viene nominato Presidente del Consiglio. Dopo, sempre il Presidente della Repubblica, su proposta del nuovo Premier, nomina i ministri.

Qualche giorno dopo il Presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del Presidente della Repubblica. Subito dopo, all'interno del salone delle Galere a palazzo Chigi, il nuovo premier viene accolto dal premier uscente per il passaggio della campanella. Il suono della campanella dà inizio anche al primo Consiglio dei ministri durante il quale: si nomina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio.

Infine, dopo il giuramento, il Premier solitamente si prende uno o due giorni per scrivere il discorso programmatico con cui si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia. Attualmente, con la nuova riforma costituzionale, saranno necessari 201 sì alla Camera e 104 sì al Senato. Bisogna precisare però che il governo è già ufficialmente operativo prima della fiducia seppur non in tutte le sue funzioni e, per esempio, il nuovo Premier potrebbe già recarsi al G20 in Indonesia previsto per il 15 novembre.

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 26 Settembre 2022, Ore 11:06 Data aggiornamento 26 Settembre 2022, Ore 11:07
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