6 min lettura
giuseppe di matteo omicidio matteo messina denaroDopo l'arresto, avvenuto a gennaio 2023, di Matteo Messina Denaro, considerato uno dei capi più importanti di Cosa Nostra, si stanno svolgendo gli interrogatori al pericoloso criminale, condannato all’ergastolo.

Fonte foto: via Wikipedia

Durante questi colloqui svolti in presenza del giudice per le indagini preliminari, Messina Denaro ha provato a ridimensionare il suo coinvolgimento in un caso celebre che ha aiutato a rendere ancora più terrificante la sua reputazione: il rapimento e l’omicidio di Giuseppe di Matteo, l’allora quindicenne figlio di un ex mafioso diventato collaboratore di giustizia.

La storia del rapimento e dell’omicidio di Giuseppe di Matteo

Giuseppe di Matteo, nato a Palermo il 19 gennaio 1981, era figlio di Santino Di Matteo, ex mafioso tra gli artefici della Strage di Capaci, nella quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, successivamente arrestato e diventato collaboratore di giustizia italiano.

Proprio a causa della collaborazione e testimonianza del padre al processo su Capaci, Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella, Giuseppe Graviano e Giovanni Brusca, tutte figure rilevanti e decisive di Cosa Nostra, decisero di rapire il figlio di Di Matteo per lanciare un messaggio a lui e a tutti gli altri pentiti. Così, il pomeriggio del 23 novembre 1993, all’età di dodici anni, Giuseppe Di Matteo venne avvicinato nel maneggio che solitamente frequentava da un gruppo di mafiosi, che lo portarono con sé.

I sequestratori, come ammesso da uno di loro, si travestirono da poliziotti della DIA, ingannando facilmente il ragazzino, che credeva di poter rivedere il padre, in quel periodo sotto protezione e non più in Sicilia.

La famiglia iniziò a scandagliare gli ospedali della zona e a cercare notizie del ragazzo, ma ebbe la conferma che qualcosa di orribile gli fosse accaduta soltanto il 1º dicembre 1993, a una settimana dalla sua scomparsa, quando giunse un biglietto con il messaggio "Tappaci la bocca" e con due foto del ragazzo con in mano un quotidiano del 29 novembre 1993. A quel punto fu chiaro alla mamma e agli altri parenti che il rapimento era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci.

Tuttavia passarono ancora diversi giorni prima che la polizia fosse allertata del rapimento. Fu la madre di Giuseppe, Francesca Castellese, a denunciarne la scomparsa il 14 dicembre 1993, in risposta alla quale, la serata stessa, fu recapitato un nuovo messaggio a casa del nonno, omonimo, Giuseppe Di Matteo, con scritto “Il ragazzo ce l'abbiamo noi, non andare ai carabinieri se tieni alla pelle di tuo nipote”. Successivamente, sempre al nonno fu fatta vedere una foto del ragazzo e gli venne comunicato “Devi andare da tuo figlio e farci sapere che, se vuole salvare il bambino, deve ritirare le accuse fatte a quei personaggi, deve finire di fare tragedie”.

Il rapimento fu lungo e difficile per il giovane Giuseppe, che venne spostato diverse volte nel corso del 1994 in vari nascondigli nel palermitano, nel trapanese e nell'agrigentino, per finire, nell'estate 1995, rinchiuso in un vano sotto il pavimento di un casolare-bunker costruito nelle campagne di San Giuseppe Jato, dove rimase per 180 giorni fino alla sua uccisione.

La fine arrivò quando Giovanni Brusca, latitante, venne condannato all'ergastolo a causa delle informazioni fornite dal padre di Giuseppe Di Matteo. A quel punto fu ordinato a Enzo Brusca, Vincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo di uccidere il ragazzo, che venne quindi strangolato e poi disciolto nell'acido l'11 gennaio 1996, dopo venticinque mesi di prigionia.

Matteo Messina Denaro parla dell’omicidio Di Matteo e ritratta il suo coinvolgimento

Se prima delle confessioni di Matteo Messina Denaro, si attribuiva proprio a lui l’ordine di uccidere e poi sciogliere nell’acido il giovane Giuseppe Di Matteo, ora il capo mafioso ha provato a ridimensionare il suo coinvolgimento nella decisione che ha portato all’omidicio del quindicenne.

Così nelle ultime ore Matteo Messina Denaro ha ammesso, sì, di aver ordinato il sequestro del ragazzo, ma non di averne indicato l'omicidio, addossando la responsabilità piena della decisione su Giovanni Brusca. Non è di poco conto la confessione, ma si dovrà verificare la veridicità delle sue parole e se queste basteranno a riaprire il processo che nel nel 2012 ha portato la Corte d'assise di Palermo a condannare all'ergastolo proprio Matteo Messina Denaro.

Lucilla Tomassi

Skuola | TV
La Notte Prima degli Esami 2025 in streaming su Skuola.net!

Ospiti, intrattenimento e tutte le news sull'esame di Stato: l'appuntamento è sui nostri canali a partire dalle ore 20:00 del 17 giugno 2025!

Segui la diretta