
Il concetto di “guilty pleasure” è intriso di contraddizioni: da una parte il piacere che ci procurano determinate attività o la fruizione di determinati prodotti, dall’altra il senso di colpa che spesso sfocia nel segreto.
“Guilty pleasure”, che tradotto dall’inglese suona come “piacere colpevole”, è un termine che si è ampiamente diffuso nel linguaggio quotidiano e che dà forma a una sensazione che trae le sue connotazioni direttamente dal rapporto tra gli individui e le dinamiche sociali.
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Guilty pleasure significato: tra il piacere e il senso di colpa
Innanzitutto capiamo cosa si intende per “guilty pleasure”: si tratta di quei passatempi che ci procurano una sorta di piacere colpevole, spesso associato a qualcosa che non è considerato come socialmente accettabile, perché di bassa qualità o poco raffinato.
Entrando più nel concreto, potrebbe riferirsi a un film di serie B che ci rilassa tenendoci compagnia la sera, oppure a una canzone dal motivetto orecchiabile che cantiamo sotto la doccia ma che non ha pretese artistiche, o persino a un cibo spazzatura non proprio salutare ma che ci manda in estasi dal primo boccone.
Insomma, il significato di “guilty pleasure” è affascinante proprio perché intrinsecamente legato a qualcosa da lasciare in un cassetto, in ombra, una passione che teniamo per noi perché potrebbe esporci al giudizio (superficiale, diciamolo) degli altri. La chiave interpretativa risiede infatti nel contrasto tra il piacere che proviamo e la sensazione di colpa che lo accompagna. In altre parole, un vero e proprio conflitto interiore che spesso ha effetti diretti sul nostro modo di comportarci: come chi lascia a casa la copertina del libro che sta leggendo per paura degli sguardi curiosi e giudicanti della persona sotto l’ombrellone accanto.Un concetto interessante perché mette in luce, in maniera evidente, l’influenza delle norme sociali e delle aspettative esterne sui nostri gusti, su quello che dovrebbe piacerci e, soprattutto, su quello che non dovrebbe piacerci. Tant’è che quando ci allontaniamo dagli standard di gusto e comportamento, imposti a livello di rete sociale, ci sentiamo in colpa preoccupandoci del giudizio degli altri. Ti chiedono qual è il tuo film preferito? Beh, meglio rispondere con un titolo da Oscar, ancora meglio se di qualche decennio fa, piuttosto che con un film che con un cinepanettone.