
L'alcol è stato assoluto protagonista di questi due anni pandemici: a rivelarlo, i dati raccolti da Idealo, il portale internazionale per la comparazione dei prezzi, che sottolinea come nell'ultimo biennio si è registrato un consumo del +110%.
In Italia il consumo è raddoppiato, specie tra i giovani: ansia, stress, depressione; sono solo alcune delle cause che hanno portato a questo incremento. La pandemia ha ovviamente fatto la sua parte, costringendo molti giovani a stare chiusi in casa con conseguente perdita di rapporti e socialità. E l'isolamento ha contribuito a rafforzare questo trend, pericolosamente in aumento come testimoniano le migliaia di telefonate pervenute ai servizi territoriali da parte di genitori preoccupati per salute dei figli.
-
Leggi anche:
- Che cos'è il bonus psicologo che si rivolge soprattutto ai giovani
- Covid a scuola, le nuove regole sulla quarantena: sintesi completa
- Scuola e nuove regole anti-Covid: cosa è gratis per gli studenti e cosa no
Il “binge drinking”: circa un milione di ragazzi sotto i 24 anni abusa di alcol
L'ultima pratica diffusa tra i giovani in ordine di tempo è il “binge drinking”: bere almeno sei bicchieri di alcolici in una stessa sera per sballarsi. Raggiunto dai microfoni di Repubblica, Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e del Centro OMS per la promozione della salute e la ricerca sull’alcol, è intervenuto sulla questione delineando un quadro poco incoraggiante: "Gli adolescenti già qualificabili come alcolizzati e presi in carico dai servizi territoriali sono più di 6.000 e rappresentano il 10 per cento dei 67mila alcoldipendenti che seguiamo. Ma il fenomeno è molto, molto più vasto. Parliamo di una platea di 600 - 700 mila ragazzi sotto i diciotto anni che fanno abuso di alcol. Si arriva a un milione se si aggiunge la fascia di età fino a 24 anni".Numeri che non lasciano molto spazio all'immaginazione e che spaventano se si pensa a come l'alcol possa fare da apripista ad altre sostanze: "L'alcol è un lubrificante sociale e purtroppo in molti casi è una gateway drug, uno stupefacente cosiddetto cancello che apre ad altre sostanze da sballo, leggere e non: canne, pasticche, metadone, droghe varie. Perché fa cadere le inibizioni e amplifica l'effetto delle sostanze", continua Scafato.
Intossicazione e dipendenza: i danni a lungo termine
I danni derivanti sono a lungo termine, e l'intossicazione, così come la dipendenza, sono all'ordine del giorno: “I giovani non hanno capacità di metabolizzare l'alcol come gli adulti - spiega il professore - quindi, a quella età, soprattutto tra i 12 e i 21 anni, quando il cervello matura, fa ancora più danno sia diretto che indiretto. È una sorta di 'killer dei neuroni': l'alcol presente nel sangue arriva sulle membrane neuronali portando via i fosfolipidi e causa un danno diretto a livello dell'ippocampo, zona altamente specializzata che regola la memoria e influisce sull'orientamento viso-spaziale. Abbiano visto con la risonanza magnetica che nei ragazzi e nelle ragazze che fanno "binge drinking" per almeno due mesi le aree della memoria si spengono: una persona può perdere tra il 10 e il 20 per cento della propria capacità cognitiva. Un deficit che li accompagnerà anche in età adulta".
Le colpe di una società orientata al consumo scriteriato
Non solo, il professor Scafato lancia un monito alle ragazze che possono subire danni ancor maggiori in virtù di una più bassa capacità di smaltire l'alcol legata ad una minor massa corporea: "Bisogna far capire ai ragazzi che bevendo bruciano parte della loro possibilità performante. Che le sbronze adolescenziali influiranno anche quando saranno più grandi".In ultima istanza, Scafato riconosce le enormi responsabilità della società riguardo l'abuso di alcol tra minori: "Ma bisogna prestare più attenzione ai messaggi che diamo. Non è un caso che persino le bottiglie con i drink alcolici, che piacciono di più agli adolescenti, siano sempre colorate e bellissime. Ed è impari lo stanziamento delle risorse: solo un milione per la prevenzione contro i 500 milioni investiti ogni anno per pubblicizzare gli alcolici. Vincere, in questo modo, diventa impossibile" conclude il professore.