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andrea fiori sindacoUn tempo fare il sindaco era motivo d'orgoglio e prestigio per i molti che intendevano avviare una carriera politica partendo dal basso. Con il passare degli anni però il ruolo di primo cittadino ha decisamente perso di appeal.

fonte foto: via Facebook

Responsabilità sproporzionate rispetto allo stipendio, burocrazia infinita, casse pubbliche sempre più vuote: oggi essere sindaci è una vera e propria missione. Lo sa bene Andrea Fiori, giovane Sindaco di Montopoli di Sabina, eletto nel 2019 all'età di 23 anni. Un ruolo che il giovane, negli ultimi tre anni, ha rivestito con grande dedizione e impegno affrontando sfide talvolta impegnative, la pandemia su tutte. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per cercare di capire meglio cosa l'abbia spinto ad affacciarsi alla vita politica così giovane, ma anche per restituire un'istantanea dell'ingrato lavoro che oggi svolgono i primi cittadini italiani.

Il bilancio a tre anni dall'elezione e la difficile prova della pandemia

Superata ormai la metà del mandato, Andrea traccia un bilancio della strada percorsa fin qui, tutto sommato positivo: “E' un'esperienza di vita totalizzante. Intendo dire, che mette insieme una serie di elementi quotidiani e straordinari allo stesso tempo che ti catturano sia nel bene e nel male. Mi porto a casa un'opportunità di conoscenza delle situazioni, problematiche e criticità relative al funzionamento di un'amministrazione”. Andrea non si nasconde e ci racconta quanto sia impegnativo far quadrare le cose in un'amministrazione: “Le difficoltà sono molte e proprio per questo quando si raggiunge un obiettivo la soddisfazione è doppia. Il mio bilancio fin qui è che c'è ancora molto da fare, anche se abbiamo raggiunto gli obiettivi per noi fondamentali come la revisione dell'organizzazione interna al comune, l'ottenimento di alcuni finanziamenti strategici destinati ad opere pubbliche”.

Tra i momenti di maggior difficoltà c'è stata senz'altro la pandemia, che ha messo in ginocchio gran parte del tessuto produttivo. L'angoscia per una situazione inaspettata e sconosciuta, la paura di non poter assistere da vicino la propria comunità: per Andrea il primo anno da sindaco è stato uno tsunami: ”E' stato un momento difficile. Le nostre piazze, gremite di persone e bambini che giocavano, si sono improvvisamente svuotate. Gestire alcune situazioni non è stato facile. In un momento in cui non avevo modo di interagire ma dovevo comunque dare risposte, abbiamo dovuto ripensare il tutto. Ho creato un gruppo whatsapp con le attività commerciali del paese per supportarli e allo stesso tempo ricevere in tempo reale ogni possibile criticità”. Dopo il primo lockdown, in occasione della riapertura di parrucchieri ed estetisti, il giovane sindaco ha voluto dimostrare il supporto dell'amministrazione: ”Abbiamo pensato di portare una rosa in ogni negozio, con un messaggio da parte dell'amministrazione che diceva 'noi siamo qui per voi'”.

Gli obiettivi prima di fine mandato: “Mi piacerebbe dare una scuola nuova al mio territorio”

Proprio la pandemia ha rallentato, come normale che sia, le attività dell'amministrazione Fiori, in certi casi anche facendo slittare gli obiettivi prefissati. Il ritorno alla normalità spinge quindi il sindaco ad accelerare su alcuni punti che erano alla base del programma elettorale: “Prima della scadenza del mandato mi piacerebbe tornare a fare incontri in presenza con la comunità. Era uno dei punti della nostra lista che si chiamava proprio 'Libertà e partecipazione'. La pandemia, ma anche altre problematiche, hanno reso difficile dare costanza a questi incontri”.

Come detto, i piccoli comuni sono fortemente compromessi a causa dello scarso personale a disposizione. Una situazione su cui Andrea vorrebbe intervenire: ”Gli enti locali hanno poche risorse e il comune ha visto le assunzioni bloccate per molto tempo. Io stesso al momento sono titolare del settore tecnico e amministrativo, per mancanza di tecnici. Ciò significa non solo più oneri, ma anche l'impossibilità di dedicarmi a ciò che vorrei”. Infine, un ultimo punto riguardante le opere pubbliche importanti: “Mi renderebbe felice dare una scuola nuova e messa in sicurezza al mio territorio, oltre ad altri progetti già approvati e in attesa di finanziamento”.

Giovani e politica: “Fare il sindaco era il mio sogno da piccolo. Ai ragazzi dico: il futuro è nostro”

Avendo di fronte un sindaco così giovane non potevamo esimerci dal chiedere ad Andrea cosa ne pensasse della disaffezione della Gen Z dalla politica. Al riguardo il giovane sindaco ha le idee piuttosto chiare: ”Parto da una mia considerazione personale. Provengo da un'esperienza personale come volontario, attivista nella Pro Loco e sono stato anche rappresentante d'istituto a scuola. Ho cercato di dare semplicemente sfogo alla mia passione, quando ero piccolo dicevo che avrei voluto fare l'archeologo o il sindaco. Quando sono diventato primo cittadino volevo attrarre un numero sempre più crescente di giovani, ma ho scoperto ben presto che non è un qualcosa di immediato perché devi trovare nuove forme di coinvolgimento”.

Come avvicinare quindi i giovani al mondo della politica? Un buon punto di partenza è sempre il buon esempio: ”Nel mio caso, i giovani hanno modo di capire che la politica non è qualcosa di astratto ma anzi un qualcosa che ci riguarda da vicino. L'importante è sdoganare l'idea che la politica appartiene anche e soprattutto a noi giovani, servono però impegno e dedizione. Ai giovani quindi dico di avvicinarsi al mondo della militanza politica, cercare di confrontarsi con la gente, essere parte attiva nella società cercando di fare la differenza”.

La Maturità “divertente” e il futuro: di nuovo a disposizione della comunità

Ma come è stata la carriera scolastica del giovane sindaco? E come si è conclusa? Al riguardo Andrea ha solo bei ricordi:“Io andavo molto bene a scuola, ma non sono mai stato un secchione. Mi interessavano i processi mentali, come ad esempio la filosofia, perché mi piace seguire i ragionamenti. Ho fatto il liceo classico e lo rifarei altre mille volte perché se oggi sono così è anche merito dei professori che ho avuto. Ma più di tutto, credo che sia importante approcciarsi con curiosità ai temi scolastici. La mia Maturità fu divertente: ero molto preoccupato ma vivemmo molto bene il momento perché eravamo un bel gruppo classe. Portai una tesina sulla cecità e, in generale, sull'impossibilità di riconoscere l'altro. Nonostante qualche scena muta all'orale, alla fine presi 88”.

Riguardo invece il prossimo futuro, sono state molte le perplessità, seguite però da una certezza: Andrea si ricandiderà: “Ci ho pensato molto. Non nego che alcune situazioni invogliano a mollare la presa. Io stesso ho messo da parte il mio futuro per dedicarmi alla comunità, ma in certi momenti, e rispetto ad alcune critiche, la voglia di farsi da parte è molta. Nonostante questo abbiamo deciso, insieme all'amministrazione, di ricandidarci nuovamente. Anche se non sarà facile”. E noi facciamo un grande in bocca al lupo ad Andrea e a tutti quei giovani che hanno a cuore il bene della comunità, mettendosi in gioco.

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