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regolamento europeo filiazione italia dice noAssicurare i diritti dei minori su tutto il territorio comunitario: questo lo scopo del certificato europeo di filiazione proposto dall'UE a tutti gli Stati membri.

Un modo per assicurare uguali diritti ai bambini nati da coppie eterogenitoriali e omogenitoriali o adottati, senza la necessità di avviare pratiche legali e burocratiche.
E' notizia di questi giorni l'opposizione dell'esecutivo Meloni alla proposta: la Commissione Politiche europee del Senato ha infatti bocciato l'iniziativa sostenendo che la proposta costituisca una prevaricazione del diritto europeo su quello nazionale. Non solo, il governo italiano ha preso una chiara e netta posizione sulla tematica anche tra le mura di casa. "La maternità surrogata è peggio della pedofilia" ha dichiarato nel corso della trasmissione 'Omnibus' Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e deputato di Fratelli d'Italia. Un chiaro e inequivocabile messaggio: nei piani dell'esecutivo i diritti LGBTQ+ sembrano d'intralcio.

Cos'è il Regolamento europeo sulla filiazione

Il Regolamento europeo sulla filiazione e per la creazione di un certificato unico in materia è “uno strumento per la tutela dei diritti dei minorenni” ha detto Carla Garlatti, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, durante la sua audizione presso la Commissione Politiche dell’Unione europea al Senato dello scorso 7 marzo. La proposta mira ad uniformare le norme in materia di accertamento e il riconoscimento della filiazione sul piano transnazionale, andando così a eliminare qualunque discriminazione tra bambini nati da coppie eterogenitoriali e omogenitoriali o adottati. Come si legge sul documento europeo,lo scopo è quello di garantire che “la genitorialità stabilita in uno Stato membro” venga “riconosciuta in ogni altro Stato membro, senza alcuna procedura speciale”. Così facendo si mira a tutelare gli interessi e diritti dei minorenni – tra cui quello di libera circolazione da uno Stato all'altro.

L'Italia boccia la proposta

Con il voto della Commissione Politiche europee, l'Italia sceglie così di schierarsi al fianco di Polonia e Ungheria, Paesi anche loro contrari alla proposta. Con 11 voti a favore su 18, i senatori e le senatrici di destra hanno approvato la risoluzione di maggioranza contraria al regolamento europeo. Secondo la Commissione, la normativa violerebbe i principi di sussidarietà e proporzionalità perché imporrebbe all’Italia di assicurare dei diritti ai minori e ai genitori il cui rapporto di filiazione è riconosciuto all’estero e non nel nostro Paese. La proposta adesso passerà al vaglio della Consiglio dell'UE, e per essere approvata dovrà ricevere il voto unanime degli Stati membri: ma l'Italia sembra intenzionata a remare contro all'iniziativa.

Il Viminale chiude le iscrizioni all'anagrafe per bambini di famiglie omogenitoriali

L'Italia - o meglio l'esecutivo - ha quindi scelto la linea guida in materia. Nei giorni scorsi poi ha suscitato diverso scalpore la decisione del Viminale di procedere al blocco delle iscrizioni anagrafiche per i bimbi nati in famiglie omogenitoriali. Un fatto che fa venir meno diverse tutele per queste famiglie: i bambini per esempio non avranno accesso ai servizi essenziali come scuola o salute - quindi niente pediatra -, che sono comunque garantiti in Italia dalla Costituzione. I genitori non biologici non avranno alcun tipo di diritto o tutela sui bambini, e i casi riguardano al momento i nascituri di coppie che fanno ricorso alla fecondazione eterologa (nel caso di coppie composte da due madri) o alla maternità surrogata (nel caso di due padri). L'ultima possibilità di costruirsi una famiglia, per queste coppie, consiste nell'adozione: una pratica lunga, complessa che può arrivare a richiedere anni di attesa.

I Sindaci PD contro la linea dell'esecutivo

Ma c'è chi non ci sta, prendendo una posizione netta e chiara sull'accaduto. E' il caso dei molti sindaci del Partito Democratico. In prima fila, il Sindaco di Milano, Beppe Sala, il primo a condannare con fermezza la nota della prefettura che gli imponeva lo stop alle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali. Dopo di lui, molti i colleghi - sempre del PD - che si sono fatti avanti. A cominciare da Matteo Lepore, primo cittadino di Bologna, che ha annunciato - si legge su 'SkyTg24' - che il suo Comune continuerà a trascrivere i certificati di nascita di coppie che abbiano fatto ricorso alla Gpa e di donne che abbiano fatto ricorso fecondazione eterologa all’estero. Come lui, anche Nardella, Gualtieri e Lo Russo, rispettivamente Sindaci di Firenze, Roma e Torino, si sono attivati per aggirare la disposizione e tutelare le famiglie di stampo 'non tradizionale'.