
La Pasqua ebraica, detta Pesach, celebra invece l’episodio dell’Esodo, ovvero la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto. Proprio un passaggio di questo particolare evento sembra essere all’origine della parola Pasqua.
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Origine Pasqua cristiana
La Pasqua trova le sue origini nella religione ebraica, ma assume un significato diverso per la tradizione cristiana. Secondo quanto scritto sulla Bibbia, Gesù Cristo venne crocifisso e sepolto il Venerdì Santo per poi risorgere dalla morte il terzo giorno, durante la domenica successiva. La celebrazione della Pasqua è quindi la commemorazione della morte e della resurrezione di Gesù Cristo, uno degli eventi cruciali della fede cristiana.La Pasqua cristiana rappresenta la vittoria di Gesù sulla morte e sul peccato, e la promessa della vita eterna per coloro che credono in lui. Ecco dunque il senso metaforico: la Pasqua come momento di rinnovamento spirituale, di speranza e di ringraziamento per la salvezza offerta da Gesù. Da cui l’uovo, come simbolo di rinascita.
Origine della Pesach, la Pasqua ebraica
Come abbiamo detto, la Pasqua ebraica, che prende il nome di Pesach, ha un significato diverso rispetto alla tradizione cristiana. La Pesach celebra infatti la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. L’evento è collocato circa nel 1250-1200 a.C., più di 3mila anni fa, durante il regno del faraone Ramses II o del suo successore Merenptah.La storia narra che il faraone, temendo la crescita numerica degli ebrei nelle sue terre, ordinò la loro schiavitù e impose loro pesanti lavori forzati. Dio scelse Mosè, un ebreo cresciuto nella corte egiziana, per liberare il suo popolo. Mosè si presentò al faraone chiedendo la liberazione degli ebrei, ma questi si rifiutò. Dio mandò allora una serie di piaghe, le cosiddette “piaghe d’Egitto”, che una dopo l’altra si abbatterono sul regno. La decima piaga, che prevedeva la morte dei primogeniti egiziani, convinse finalmente il faraone a desistere dalla sua posizione, consentendo agli ebrei di partire. Ma fu una decisione dalla vita breve. In seguito, pentendosi della sua scelta e abbandonandosi all’ira, il faraone fece inseguire il popolo in fuga con il suo esercito. Mosè, con l'aiuto di Dio, aprì il Mar Rosso per permettere agli ebrei la traversata e richiuse le acque subito dopo travolgendo le truppe egiziane.
Perché si chiama Pasqua
La decima piaga, quella che ha visto la morte dei primogeniti egiziani, è intimamente connessa all’origine della parola Pasqua. Vediamo in che modo ripercorrendo quanto spiegato dall’enciclopedia Treccani.Nel mese di Abīb, detto successivamente Nisān, che corrispondeva al marzo-aprile, Mosè ordinò alle famiglie ebraiche di immolare un agnello maschio di un anno di età e privo di difetti nella notte tra il 14° e il 15° giorno di questo mese. Il sangue dell'animale doveva essere versato sulla soglia e sugli stipiti della porta della casa, mentre le carni venivano arrostite e consumate insieme al pane azzimo non fermentato e alle erbe amare. Questo pasto era da consumare in fretta e chi partecipava doveva vestirsi e agire come un viandante. Il rito venne chiamato Pesach, che significa “passare oltre”. Questo perché nella stessa notte, il Dio degli ebrei, Jahvè, uccise tutti i primogeniti dell'Egitto, ma passò oltre le case degli ebrei, dove il sangue della vittima era stato sparso sulla porta. Mosè istruì il popolo a spiegare e preservare il rito per il futuro: “Se i vostri figli vi diranno: Che significato ha per voi questo rito? Voi risponderete: È il sacrificio del ‘passar oltre’ per Jahvè, il quale passò oltre dalle case degl’Israeliti in Egitto, allorché percosse l'Egitto, e preservò le nostre case” (Esodo, XII, 26-27).
Dunque, concludendo, il nome Pesach (da cui anche Pasqua) viene dalla tradizione biblica, in rapporto con il verbo pāsaḥ “passare oltre”, e commemora appunto il passare oltre di Dio, che nella notte dell’uccisione dei primogeniti egiziani risparmiò il popolo ebraico dalla stessa sorte.