C.Galgano
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7 min lettura
Come andavano a scuola i personaggi famosi

La scuola non è il tuo forte e ogni anno ti ritrovi tra ripetizioni e debiti? Sappi che non sei solo. Grazie ad un’analisi degli archivi di Focus Storia, è stato possibile ricostruire il percorso scolastico di alcuni personaggi famosi. A quanto pare anche tra i grandi nomi del passato c’era chi proprio non riusciva ad avere un bel rapporto con la scuola.

L’idea che chi ha difficoltà a scuola sia destinato a fallire è smentita da secoli di storia. A dimostrarlo ci pensano figure come Alessandro Magno, Winston Churchill e persino Piero Angela, il più celebre divulgatore scientifico italiano. Ecco un viaggio tra le aule di ieri, per scoprire come se la cavavano alcuni personaggi del passato.

Indice

  1. Alessandro Magno e i giochi di ruolo
  2. Maria Antonietta: quasi analfabeta a 13 anni
  3. Napoleone Bonaparte: debole in grammatica, forte in matematica
  4. Winston Churchill: cattiva condotta e ritardi
  5. Adolf Hitler: dagli ottimi voti… alla dispersione scolastica
  6. Piero Angela: l’insospettabile rimandato

Alessandro Magno e i giochi di ruolo

Quando Alessandro Magno (356-323 a.C.) era ancora un ragazzo, suo padre Filippo II di Macedonia decise di affidare la sua istruzione a Leonida dell’Epiro che gli insegnò i precetti della matematica, il tiro con l’arco e l’equitazione. Lisimaco di Acarnania, secondo tutore di Alessandro Magno, sosteneva che il ragazzo fosse piuttosto ribelle e per riuscire a coinvolgerlo nelle spiegazioni di storia e letteratura aveva dovuto ricorrere ai giochi di ruolo in cui il principe interpretava sempre il ruolo del suo idolo: Achille.

Tra i suoi insegnanti ci fu anche Aristotele, che dai 13 anni gli insegnò filosofia, poesia, teatro, scienze naturali e politica. Anche se la sua materia preferita restava l’Iliade, il principe cominciò presto ad interessarsi alla zoologia e all’esoterismo. Concluse i suoi studi a 16 anni, quando, divenuto maggiorenne, venne iniziato alla carriera militare.

Maria Antonietta: quasi analfabeta a 13 anni

Nel Settecento, per una principessa come Maria Antonietta, una buona istruzione non era una priorità. La futura regina di Francia passava più tempo a giocare nei prati che sui libri, e a 13 anni era quasi analfabeta.

Fu solo in vista del matrimonio con il delfino di Francia che la madre, Maria Teresa, le impose corsi di recupero con un nuovo insegnante: l’abate di Vermont. Grazie a lui, Maria Antonietta migliorò in religione, lingue e galateo, anche grazie a metodi alternativi, come racconti e aneddoti. Il rapporto tra i due divenne così stretto che la regina lo portò con sé a Versailles, dove divenne suo confidente e informatore.

Napoleone Bonaparte: debole in grammatica, forte in matematica

Anche Napoleone ebbe un’infanzia scolastica complicata. A 5 anni frequentò l’unico istituto disponibile ad Ajaccio, un asilo femminile, dove venne più volte coinvolto in litigi con le sue compagne. Più tardi, al prestigioso collegio di Autun, ottenne ottimi risultati in matematica, ma non in grammatica.

Solo quando fu iscritto alla scuola militare di Brienne-le-Château, trovò la sua vera strada. Lì divenne uno studente brillante, tanto da ottenere una borsa di studio per l’École militaire di Parigi, dove completò in un anno un corso previsto in tre. Si specializzò in artiglieria, campo in cui avrebbe costruito le basi del suo genio militare.

Winston Churchill: cattiva condotta e ritardi

Nonostante la sua fama di grande statista, Winston Churchill da giovane accumulò più brutti voti che successi scolastici. A otto anni, risultò ultimo nella sua classe alla St. George’s School.

Durante gli anni successivi, mostrò buone capacità solo in storia e geografia, mentre collezionava note di cattiva condotta e ritardi. Il padre lo considerava inadatto all’università e quindi lo iscrisse al collegio militare di Sandhurst, dove riuscì finalmente a distinguersi. La sua vera formazione culturale, però, arrivò da adulto, grazie alla lettura autonoma di Platone, Adam Smith e Schopenhauer.

Adolf Hitler: dagli ottimi voti… alla dispersione scolastica

Il giovane Adolf Hitler mostrava inizialmente buoni voti e una passione per la storia, alimentata da insegnanti carismatici ma ideologicamente discutibili. Tuttavia, durante il secondo ciclo scolastico alla Realschule di Linz, il rendimento crollò.

Fu rimandato in francese, espulso per cattiva condotta e bocciato più volte. Terminò la scuola dell’obbligo senza diploma e tentò la carriera artistica, ma fu respinto all’Accademia di Belle Arti di Vienna per scarsa abilità nel disegno anatomico. Avrebbe potuto studiare architettura, ma non avendo il diploma dovette rinunciare. Il resto della storia, purtroppo, è ben noto.

Piero Angela: l’insospettabile rimandato

Sembra incredibile, ma Piero Angela, amato per la sua chiarezza nel raccontare la scienza, non fu un alunno esemplare. I registri del liceo classico torinese che frequentava rivelano una realtà sorprendente: fu rimandato in diverse materie, tra cui italiano, latino, matematica, fisica e persino scienze. Il suo anno peggiore? Il quarto liceo.

Eppure, nonostante una partenza incerta, Angela si è guadagnato ben 12 lauree honoris causa e ha lasciato un’eredità culturale immensa. Una curiosità: non si è mai laureato in Ingegneria, preferendo iniziare presto a lavorare in Rai.

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