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di paolodifalco01
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alleanza Pd Azione e Più EuropaDopo diverse trattative pochi giorni fa è stata siglata un'alleanza tra Pd, Azione e +Europa che, nelle ultime ore, sta facendo discutere molto visto che i due portavoce di Sinistra italiana e di Europa Verde, Nicola Frantoianni e Angelo Bonelli, hanno chiesto al segretario del Pd come condizione per entrare nella coalizione di centrosinistra di ridiscuterlo.

Account Twitter Partito Democratico

Tale ipotesi è però stata esclusa dal leader di Azione che sui suoi social ha scritto:"Rinegoziarlo? Non c'è alcuna disponibilità a farlo.

L'agenda Draghi è il perno di quel patto e tale rimarrà. Fine della questione". Ma, cosa prevede il patto? Andiamolo a vedere.

Dall'Ucraina alla lotta alle disuguaglianze

Nel patto siglato tra il Partito Democratico, Azione e +Europa, innanzitutto si ribadisce "l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin". Dopo la politica estera, sempre sulla strada tracciata dal governo Draghi, l'intenzione è quella di mettere in campo politiche pubbliche al fine di "ridurre la dipendenza dal gas russo".

In ambito economico e sociale invece l'obiettivo è quello di "contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva UE e una riduzione consistente del “cuneo fiscale” a tutela in particolare dei lavoratori".

Le riforme da fare: dal Reddito di Cittadinanza ai diritti civili

Sempre nel patto, si accenna anche alle riforme da completare o da fare vista la repentina interruzione dell'azione del governo guidato da Mario Draghi. Tra queste oltre alla completa realizzazione "del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione Europea" e si prevede anche la promozione di una "riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità".

Inoltre, rimane l'intento già manifestato più volte dal leader di Azione di "correggere lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il “Bonus 110%” in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi" e quello di "dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae".

Il patto elettorale

Per quanto riguarda le candidature in vista delle elezioni, l'accordo spiega che "le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza". In sostanza "nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura".

Quindi "la totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione e +Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale". Infine, nella nota dell'accordo viene precisato che "le liste del Partito Democratico e di Azione/+Europa parteciperanno alla campagna elettorale guidate da Enrico Letta, frontrunner per i democratici e progressisti, e Carlo Calenda, frontrunner per Azione/+Europa e liberali".

Paolo Di Falco