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cosa è successo scuola diazIl rumore dei vetri infranti dai manganelli, le urla nei corridoi, scene da guerriglia urbana: sono trascorsi esattamente 22 anni dai fatti della scuola Diaz. Il teatro era quello del G8 di Genova, ancora scossa per la morte del giovane Carlo Giuliani solo due giorni prima.

fonte foto: via Amnesty International

Durante i giorni del vertice mondiale nel capoluogo ligure, diversi furono i disordini e gli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti. La città venne messa a ferro e fuoco dai black bloc, le frange più violente della manifestazione andata in scena in quei giorni. La tensione con le forze di polizia crebbe a dismisura sfociando in una terribile ondata di violenza che coinvolse anche vittime innocenti la sera del 21 luglio 2001, quando le forze di polizia irruppero nella scuola Diaz (oggi Sandro Pertini) a caccia dei manifestanti.

Un episodio che rappresentò a tutti gli effetti un punto di non ritorno per la nostra democrazia: il blitz delle forze di polizia fu "la più grande sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale” secondo Amnesty International. Cerchiamo di ricostruire i fatti di quei giorni.

L'alba del nuovo millennio comincia col G8 per l'Italia

Il nuovo millennio cominciò nel peggio dei modi per il nostro Paese. I fatti di Genova sono ancora oggi oggetto di discussione e rappresentano una chiara rottura dello Stato di diritto. Il G8 fu una totale disfatta per le forze dell'ordine che non riuscirono ad arginare le forme di manifestazione più violenta, come l'azione portata avanti dai Black Bloc che si confondevano tra i manifestanti.

Il confronto tra agenti di polizia e manifestanti sfociò ben presto nella violenza: scontri e disordini che portarono alla morte del giovane Carlo Giuliani. La vicenda non fu però sufficiente a far desistere i manifestanti da un lato, e gli agenti dall'altro, così anche nei giorni seguenti non mancarono gli episodi violenti. Cassonetti bruciati, lacrimogeni e cariche della polizia furono i protagonisti principali delle foto e delle riprese dell'epoca.

La “macelleria messicana” della Diaz

La giornata del 21 luglio non fu da meno, e si concluse nel peggiore dei modi. Poco prima della mezzanotte circa 300 agenti di polizia irruppero all'interno della scuola Diaz, sede del Genoa Social Forum, millantando una perquisizione dei presenti che però non era stata autorizzata da nessun magistrato. Armati di scudi di plexiglass, caschi e manganelli rovesciati in mano (i famigerati 'tonfa'), i poliziotti diedero il via a quella che poi il vicequestore Michelangelo Fournier definì una 'macelleria messicana'.

All'interno della scuola erano infatti presenti degli attivisti, del tutto estranei al movimento dei Black Bloc, e tra loro vi erano anche molti studenti e giornalisti. In 93 finirono in manette e divisi in due gruppi, tra quelli rimasti nella scuola e coloro condotti alla caserma di Bolzaneto. In entrambi i casi il destino degli attivisti fu lo stesso: quello di venire barbaramente picchiati a colpi di manganello, calci e pugni. E dei 93 arrestati presenti nella scuola, 63 vennero trasferiti in ospedale con gravi lesioni dovute alle percosse di quella notte. I testimoni di quella notte la ricordano come una vera e propria mattanza, condita da grida di dolore raccapriccianti.

Alla fine vennero condannati in 28 tra agenti di polizia e dirigenti, anche se nessuno di loro di fatto ha mai scontato un solo giorno di carcere. Anzi in alcuni casi sono arrivate addirittura delle promozioni. Nel 2020 infatti due funzionari condannati per i fatti della Diaz furono promossi a vicequestori. Più di recente poi, nel 2022, la Corte dei Conti ha imposto ai responsabili il pagamento di 3 milioni di euro per risarcire lo Stato: a ognuno di loro sono stati richiesti tra gli 80 e i 120 mila euro sulla base degli specifici reati accertati.

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