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A 16 anni uccidono di botte un clochardDue minorenni di appena 16 anni hanno brutalmente aggredito un clochard, portandolo alla morte. Sono stati loro stessi a riprendere la scena in un video, che è poi circolato sui social.

I due ragazzi sono stati quindi arrestati.

La notizia è stata riportata dal ‘Corriere della Sera’.

L’aggressione e la morte del clochard

Si tratta di un video molto sgranato, ma che lascia poco spazio ai dubbi. Con ogni probabilità, il senzatetto ghanese Frederick Akwasi Adofo all’inizio non sospettava di nulla. Il filmato si apre infatti con lui sorridente, che dice di essere “bravo” nel il suo italiano stentato. Con la sigaretta tra le dita alza una mano, come per salutare o per dare il cinque. Ma è proprio in quell’istante che la situazione cambia del tutto e precipita: i due ragazzi minorenni si trasformano in furie omicide abbattendosi sul clochard a suon di calci e pugni. Frederick Akwasi Adofo è stato portato in ospedale, ma per lui non c’è stato niente da fare.

Il video acquisito dai carabinieri

Stando al racconto del ‘Corriere della Sera’, sono stati gli stessi 16enni a riprendere il pestaggio. E sempre loro sono stati a far girare il video tra la cerchia degli amici e dei conoscenti, che però si è allargata sempre di più, tanto che alla fine il video è finito in rete, sui social. Per i ragazzi doveva trattarsi di qualcosa di normale. Anche perché, da quanto emerge, non sarebbe la prima volta: altre aggressioni sarebbero state immortalate e diffuse dai due giovani.

Un utente di Pomigliano d’Arco, colpito dalla violenza di quelle immagine, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video in cui vengono accorpate le scene di più aggressioni. Il filmato, acquisito dai carabinieri, è composto da quattro parti: un’aggressione in pieno giorno ai danni di una persona sdraiata dall’altra parte di una ringhiera; il tragico pestaggio che ha portato alla morte di Frederick Akwasi Adofo; un altro breve filmato in cui uno dei due viene ripreso dall’altro mentre è in sella a una bicicletta; e infine un’altra aggressione.

L’arresto e le indagini

I due minorenni sono stati quindi traditi dai loro stessi cellulari e dalla voglia di documentare le proprie azioni punitive. Le forze dell’ordine sono ora al lavoro per cercare di decifrare i frame sfocati delle altre scene e capire se i due si siano resi protagonisti di altre azioni riprovevoli perseguibili dalla legge. Lo diranno le indagini.