Fabrizio Del Dongo
Genius
17 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • L'opera "Tosca" di Puccini si svolge a Roma nel giugno del 1800, in un periodo di transizione politica dopo l'occupazione francese e la breve Repubblica Romana.
  • La trama coinvolge personaggi come Cesare Angelotti, un fuggitivo politico, Mario Cavaradossi, un pittore, e Floria Tosca, una cantante famosa, immersi in un dramma di passione e inganni.
  • La musica di "Tosca" si distingue per l'assenza di una tradizionale ouverture e l'uso di motivi veristici, con suoni presi dalla realtà, come campane e melodie popolari, a supporto della narrazione.
  • "Tosca" offre una lettura politica come condanna della monarchia assoluta e dell'Ancien Régime, riflettendo le tensioni tra idealismo repubblicano e autoritarismo dell'epoca.
  • Floria Tosca, pur essendo estranea alla politica, viene trascinata in eventi politici a causa del suo amore per Mario, mostrando una fede semplice e confrontandosi con le forze morali e politiche del tempo.

Indice

  1. L’intreccio
  2. Atto I
  3. Atto II
  4. Atto III
  5. La musica
  6. Una lettura in chiave politica
  7. Il contesto storico
  8. Roma senza il Papa
  9. La Repubblica Romana
  10. La repressione napoletana
  11. Artisti e politica
  12. Tosca
  13. Mario Caravadossi
  14. Scarpia
  15. Il ritorno del Papa a Roma
  16. Il messaggio politico di “Tosca”[/h2 Se c'è un messaggio storico-politico di Tosca, è la condanna della monarchia assoluta e dell'Ancien Régime, rappresentato dal Regno di Napoli. A due anni dal centenario della Rivoluzione francese, va celebrata più la caduta dell’Ancien Régime che il crollo del potere temporale della Chiesa. La repubblica è allora, in Francia, una repubblica di combattimento e le leggi di separazione della Chiesa e dello Stato devono ancora venire. Nel 1900, in Italia, la monarchia costituzionale dei Savoia aveva trionfato per quarant'anni (con l'aiuto di Garibaldi) sulla monarchia autoritaria e bigotta dei Borboni. L'eredità del Regno delle Due Sicilie rimane un contrappunto negativo all'Italia unita e, nell'epoca delle massicce migrazioni economiche intercontinentali, appare come il peccato originale di questo Mezzogiorno che non riesce mai risolvere il problema della povertà. Ma è anche il contro-modello politico di ciò che dovrebbe essere la monarchia costituzionale: brutale, ingiusta, autoritaria. Tuttavia, a partire dai tumulti di Milano del maggio 1898, l'Italia attraversa, un periodo di forte instabilità sociale e istituzionale, di irrigidimento della monarchia sabauda, di instaurazione dello stato di emergenza e di un ordine di polizia. Questa deriva può costituire una chiave di lettura di Tosca, come monito per il 1900. Lo stesso anno, il Re d'Italia perì sotto i proiettili di un anarchico.

L’intreccio

Siamo a Roma nel giugno dell’anno 1800.

Atto I

Cesare Angelotti è evaso dal carcere e cerca di nascondersi. Arriva in una chiesa dove il pittore Mario Cavaradossi sta finendo un dipinto raffigurante la Maddalena. Simpatizzando per la stessa causa politica del fuggitivo, offre il suo aiuto. In questo momento arriva Floria Tosca, l'amante di Mario, famosa cantante. Ha sentito parlare il suo amante ed è sorpresa di non trovare nessuno in sua compagnia, il che suscita la sua gelosia. Dopo che Tosca è andata via, Angelotti può uscire allo scoperto per nascondersi in una cantina segreta nel giardino della villa di Mario. Il barone Scarpia, sulle tracce di Angelotti, scopre alcuni indizi sulla complicità del pittore con il fuggitivo e se ne serve per far credere a Tosca che esiste una relazione tra il suo amante e una marchesa.

Atto II

A Palazzo Farnese, dopo aver cantato per la regina, in onore della vittoria su Bonaparte Tosca viene convocata da Scarpia per assistere alla tortura del suo amante appena arrestato. Non resistendo oltre, alla fine Tosca rivela dove si trova Angelotti. La tortura cessa, ma Scarpia propone a Tosca un patto ignobile: salverà la vita a Mario se lei cede ai suoi desideri. Disgustata, Tosca alla fine cede e Scarpia fa preparare un salva condotto per lei e per Mario: l’esecuzione di Mario sarà tutta una finzione. Tuttavia, quando Scarpia cerca di abbracciare la giovane, essa afferra un coltello e lo uccide., dopodiché fugge.

Atto III

Poche ore dopo, tutto è pronto per l'esecuzione di Mario. Il pittore arriva nel luogo previsto, una terrazza di Castel Sant'Angelo. Tosca riesce a fargli capire che ha ucciso Scarpia, che l'esecuzione sarà solo una finzione e presto potranno fuggire insieme. Mario affronta, con tranquillità, quindi il plotone di esecuzione, i colpi partono e lui crolla, come gli aveva consigliato di fare Tosca. Tutti se ne vanno, Tosca si avvicina al corpo apparentemente esanime del suo amante ma si rende conto che egli è morto per sempre. Scarpia aveva mentito e aveva ordinato che l’esecuzione fosse reale.. Nel frattempo, scoperto l'omicidio di Scarpia, i suoi uomini si precipitano a catturare Tosca. In un grande slancio, prima di essere catturata, la donna si getta nel vuoto dall’alto del Castel Sant’Angelo..

La musica

Contrariamente alla tradizione, Tosca non inizia con una “ouverture”, cioè un'introduzione suonata, solo dall'orchestra, senza voce cantante. Il più delle volte, questa ouverture fa ascoltare per la prima volta i temi principali dell'opera. Qui vengono dati solo tre accordi che illustrano il potere sinistro e gelido di Scarpia. La musica di Tosca è ricca di motivi veristici: preoccupazione per la realtà, espressione brutale delle passioni. Puccini dimostra la più scrupolosa precisione quando si tratta di introdurre nella sua opera suoni presi in prestito dalla realtà. Egli ascoltava le vere campane della città, trascriveva esattamente la melodia del canto di un pastore, la melodia del Te Deum e le preghiere della folla. Per quanto riguarda la voce del ruolo principale, è un soprano drammatico: i suoi acuti devono essere vigorosi, i suoi medi potenti e i suoi bassi densi. Le qualità richieste per il protagonista principale sono quindi rare.

Una lettura in chiave politica

La famosa opera di Puccini è un dramma umano, quello della passione sensuale e amorosa e dei suoi smarrimenti Ma possiamo avere anche una lettura completamente diversa.

Il contesto storico

Nella seconda metà dell'Ottocento e nei primi anni del Novecento, un'opera era tanto un intrattenimento quanto un manifesto politico, come le opere patriottiche di Giuseppe Verdi. Non possiamo quindi rimanere indifferenti alla data di creazione della Tosca de Sardou: 1887. Siamo a due anni prima del centenario della Rivoluzione Francese; la fine degli anni Ottanta dell'Ottocento videro, in Francia, i repubblicani attuare le leggi sulla scuola che laicizzavano l’istruzione; nel 1900, in Italia, quando Puccini presentò l'opera per la prima volta, i rapporti tra la Chiesa cattolica, papa Leone XIII, e la monarchia erano tutt'altro che placati: era quindi allettante vedere in Però, un'evocazione - molto anticlericale - di una Roma schiacciata sotto un potere papale cieco e crudele. a un esame più attento, il contesto storico è più sfumato.

Roma senza il Papa

Nel giugno 1800, in cui si svolge l’azione di Tosca, è appena stato eletto Papa Pio VII.
Egli riprende possesso dello Stato Pontificio dopo due anni di occupazione francese (dal 1798 al 1799, a Roma si è avuto la “Repubblica Romana”). Quando inizia l'azione dell'opera, a giugno, Roma non è ancora sotto il dominio temporale della Chiesa cattolica: l’esercito del Regno di Napoli l’hanno liberata dai francesi per cui la città è nelle mani di Ferdinando IV e Maria Carolina . Nel giugno, il rappresentante a Roma del re di Napoli, si dichiara pronto a cedere al Papa il governo politico dello stato dello Stato della Chiesa
Il dramma comincia con la fuga di Cesare Angelotti, suddito del Re di Napoli, ex console della Repubblica Romana, da Castel Sant'Angelo dove è imprigionato per tradimento, Questo episodio mette in prospettiva la Repubblica di fronte a un governo reazionario, quello dei Borboni di Napoli. Dunque, è l'occasione per rievocare questi due anni, 1798 e 1799, che furono destabilizzanti, per la capitale e i suoi abitanti.
Tutto inizia nel gennaio 1798 quando il Direttorio di Parigi invia al generale Berthier istruzioni molto chiare: occupare Roma, estromettere il papa dalla sua sovranità temporale, instaurare un regime repubblicano. Berthier arriva a Roma e ottiene, senza grandi difficoltà, la resa della città. Ben presto, nasce la Repubblica Romana. Un'assemblea popolare, convocata in Campidoglio, proclama la decadenza del governo pontificio, la conservazione della religione e del papa e la costituzione di un regime repubblicano.

La Repubblica Romana

Le conseguenze dell’occupazione francese sono disastrose. In pochi mesi Roma perde 15.000 abitanti ), mentre, nella provincia, si moltiplicano le apparizioni della Vergine, segni di grandi sventure e di profondi dolori. Roma diventa una città occupata, sfruttata finanziariamente, depredata nelle sue ricchezze artistiche, dalle autorità francesi. Inoltre è dotato di strumenti di governo totalmente estranei alla sua cultura: Costituzione, divisione dei poteri, nuova legislazione, nuove cariche.
Alcuni romani che si rallegrano dei cambiamenti avvenuti. Tra loro, i giovani aristocratici e i rappresentanti della “borghesia” che hanno già sperimentato l'esilio e la persecuzione. A questi si aggiungono avvocati, medici, artisti o artigiani e persino ecclesiastici e ebrei che, ora, possono accedere alla piena cittadinanza.
Resta il fatto che, poco abituati alla partecipazione politica e non molto interessati ad essa, la maggioranza dei romani reagisce prevalentemente in modo negativo agli insulti fatti alla Chiesa così come allo sconvolgimento della vita economica: caro pane, difficoltà di approvvigionamento, aumento dei prezzi , scarsità di denaro, pressione fiscale e, inoltre, smantellamento della rete di “beneficenza” che aveva caratterizzato per secoli la città. La popolazione, benestante o no, sente l'occupazione francese come un peso abominevole.
La definitiva cacciata dei francesi da parte delle truppe napoletane, il 30 settembre 1799, apre un nuovo periodo di incertezza. Sono dunque loro, d'ora in poi, ad occupare Roma.

La repressione napoletana

Inizialmente, ai giacobini romani viene concesso di potersi imbarcare a Civitavecchia con le truppe francesi per raggiungere la Francia oppure di rimanere a Roma a condizione di rinunciare ai valori repubblicani. Tuttavia, i circa 6.000 repubblicani affrettano a riorganizzarsi e provocano una reazione spietata, sostenuta dal popolino romano che, ferocemente, attacca i giacobini e gli ebrei per consegnarli alle truppe napoletane occupanti.
Così, nell’estate del 1800, a Roma e in tutto lo Stato Pontificio continuano a esistere repubblicane e bonapartiste che l'esercito e il governo occupante stenta a contenere.

Artisti e politica

I protagonisti dell’opera sono un cantante e un pittore. C'è da chiedersi se non sia anacronistica la scelta di questi due personaggi per illustrare la “resistenza” a Roma durante l'anno 1800.

Tosca

Tosca, che nel dramma di Victorien Sardou è una giovane orfana veronese allevata dalle suore e cresciuta grazie alla musica, rimane, nonostante la sua fede, semplice e un po' pagana: in chiesa, la facilità con cui passa da una preghiera alla Madonna a un galante invito fatto all'amante, o anche il bacio a Cavaradossi dato davanti alla Madonna ne sono testimonianza Anche se ha cantato alla Scala, alla Fenice, al San Carlo, in questa società dell'Ancien Régime restaurata nel 1800 rimane solo un’artista e quindi politicamente con un ruolo marginale artista.
Tosca, non è interessata né alla politica, né alla religione. A Palazzo Farnese canta in occasione della vittoria dell’esercito napoletano su quello bonapartista, in onore alla regina Maria Carolina, ma senza alcun intento politico. È l’amore che conduce Tosca verso la politica: i sentimenti che esprime sono amore, gelosia, perfidia e coraggio.

Mario Caravadossi

Nella commedia di Sardou, il personaggio di Mario ha maggiore profondità: proveniente da una numerosa famiglia romana, ha trascorso parte della sua vita in Francia a contatto con i filosofi e, durante la Rivoluzione, ha lavorato per il pittore David. Incarna le trasformazioni apportate dalla Rivoluzione alla produzione pittorica; nessuno meglio di meglio di lui per essere precursore del neoclassicismo. Tornato a Roma per amore di Tosca, dipinge quadri religiosi per allontanare i sospetti politici che incombevano su di lui.
Perché la repubblica ebbe certamente un impatto sulla produzione artistica, ma più sull'organizzazione delle accademie e sulla loro gerarchia che sul contenuto delle opere prodotte. La pittura di Mario non è politica, anche se il sagrestano è indignato che Mario esegua quadri sacri con modelli profani.

Scarpia

In Sardou, Scarpia è siciliano: si è formato in un regno che, fino al 1860, per svolgere compiti di polizia, si affidava sistematicamente, a delinquenti. Risale all'età moderna la figura del “birro infamo”, cioè interdetto a deporre a causa della sua fama e della sua condotta. Nel giugno 1800, Scarpia è l'erede di questa odiata categoria: i delinquenti a servizio dell’ordine costituito. Messo lì dai napoletani, dotato di poteri che derivano direttamente da autorità politiche arbitrarie, è insieme garante dell'ordine e criminale incallito. Tosca evoca così una città occupata dalle forze della monarchia napoletana. Il papato, invece, è molto assente.

Il ritorno del Papa a Roma

Nel luglio 1800, al momento del suo ritorno nella capitale, Pio VII sceglie una strategia di riconciliazione generale, cercando di ritrovare una coesione sociale e politica fondata sul Vangelo e sul perdono. L'unica condizione inderogabile è riconoscere e rispettare la sovranità spirituale e temporale del pontefice. La repressione non è dunque feroce: numerosi sono coloro che possono andare in esilio in Francia; i più moderati, e anche quelli più utili all'amministrazione e al governo degli Stati, riprendono la loro attività. Il 31 ottobre, il papa promulga un editto di amnistia e avvia riforme che testimoniano la consapevolezza dell'irreversibilità delle vicende rivoluzionarie.

Il messaggio politico di “Tosca”[/h2
Se c'è un messaggio storico-politico di Tosca, è la condanna della monarchia assoluta e dell'Ancien Régime, rappresentato dal Regno di Napoli. A due anni dal centenario della Rivoluzione francese, va celebrata più la caduta dell’Ancien Régime che il crollo del potere temporale della Chiesa. La repubblica è allora, in Francia, una repubblica di combattimento e le leggi di separazione della Chiesa e dello Stato devono ancora venire. Nel 1900, in Italia, la monarchia costituzionale dei Savoia aveva trionfato per quarant'anni (con l'aiuto di Garibaldi) sulla monarchia autoritaria e bigotta dei Borboni. L'eredità del Regno delle Due Sicilie rimane un contrappunto negativo all'Italia unita e, nell'epoca delle massicce migrazioni economiche intercontinentali, appare come il peccato originale di questo Mezzogiorno che non riesce mai risolvere il problema della povertà.
Ma è anche il contro-modello politico di ciò che dovrebbe essere la monarchia costituzionale: brutale, ingiusta, autoritaria. Tuttavia, a partire dai tumulti di Milano del maggio 1898, l'Italia attraversa, un periodo di forte instabilità sociale e istituzionale, di irrigidimento della monarchia sabauda, di instaurazione dello stato di emergenza e di un ordine di polizia. Questa deriva può costituire una chiave di lettura di Tosca, come monito per il 1900. Lo stesso anno, il Re d'Italia perì sotto i proiettili di un anarchico.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico in cui si svolge l'opera "Tosca"?
  2. L'opera si svolge a Roma nel giugno dell'anno 1800, un periodo di transizione politica dopo l'occupazione francese e la breve esistenza della Repubblica Romana. È un momento in cui Roma non è ancora sotto il dominio temporale della Chiesa cattolica, ma nelle mani di Ferdinando IV e Maria Carolina di Napoli.

  3. Chi è Cesare Angelotti e quale ruolo gioca nella trama di "Tosca"?
  4. Cesare Angelotti è un personaggio chiave dell'opera, un fuggitivo politico che cerca rifugio dopo essere evaso dal carcere. La sua fuga e il suo incontro con il pittore Mario Cavaradossi danno inizio agli eventi drammatici dell'opera, coinvolgendo anche Floria Tosca.

  5. Come viene rappresentata la musica nell'opera "Tosca" e quali sono le sue caratteristiche distintive?
  6. La musica di "Tosca" si distingue per l'assenza di una tradizionale ouverture e per l'uso di motivi veristici che mirano a una rappresentazione realistica delle passioni umane. Puccini utilizza suoni presi dalla realtà, come le campane della città e melodie popolari, per arricchire la narrazione.

  7. Qual è il messaggio politico sotteso nell'opera "Tosca"?
  8. L'opera "Tosca" può essere interpretata come una condanna della monarchia assoluta e dell'Ancien Régime, rappresentati dal Regno di Napoli. Riflette le tensioni politiche dell'epoca, celebrando la caduta dell'Ancien Régime e criticando le monarchie autoritarie e bigotte in favore di un ideale repubblicano e di libertà.

  9. In che modo il personaggio di Floria Tosca si relaziona con la politica e la religione nell'opera?
  10. Floria Tosca, pur essendo una famosa cantante e non direttamente interessata alla politica o alla religione, si trova coinvolta negli eventi politici a causa del suo amore per Mario Cavaradossi. La sua fede semplice e un po' pagana si manifesta nelle sue azioni e nelle sue scelte, che la portano a confrontarsi con le forze politiche e morali dell'epoca.

Domande e risposte