Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La Bohème di Giacomo Puccini, ispirata all'opera di Henri Murger, è legata alla corrente della Scapigliatura, un movimento che cercava di rinnovare la cultura italiana con influenze straniere.
  • L'opera è stata al centro di una disputa tra Puccini e Leoncavallo, entrambi interessati a musicare la storia di Murger, ma alla fine fu la versione di Puccini a ottenere fama mondiale.
  • La trama segue quattro giovani artisti a Parigi e le loro lotte quotidiane, esplorando temi come l'amore, la povertà e la malattia attraverso la storia d'amore tragica tra Mimì e Rodolfo.
  • Il libretto, scritto da Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, combina episodi del romanzo di Murger con invenzioni originali, esaltando la vita reale e le emozioni dei personaggi.
  • La Bohème rappresenta un passaggio dal dramma realistico alla tragedia, ponendo l'accento sulle dure condizioni di vita che conducono alla morte di Mimì, simbolo della lotta di classe e della realtà dei lavoratori parigini.

Indice

  1. Origini dell'opera - La Bohème e la corrente della Scapigliatura
  2. L’opera di Murger
  3. La trama e la sintesi
  4. Quadro 1 – Una soffitta
  5. Quadro 2 – Il Quartiere Latino
  6. Quadro 3 – La Barriera Infernale
  7. Tavola 4 – Il sottotetto
  8. Il libretto dell'opera

Origini dell'opera - La Bohème e la corrente della Scapigliatura

La Bohème è un'opera in quattro “quadri” di Giacomo Puccini su libretto dei librettisti italiani Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Composta tra il 1892 e il 1895, l’'opera, che può essere collegata alla corrente della Scapigliatura, è ispirata al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème e al suo adattamento teatrale La vie de bohème.
Spesso considerata a torto una branca del verismo italiano, la Scapigliatura si sviluppò dopo il Risorgimento (1815-1871), prima nel campo letterario del Nord Italia per poi diffondersi in tutti i campi artistici e diffondersi su tutto il territorio nazionale.
Nella musica, il leader era Arrigo Boito, ma l'opera più rappresentativa di questa corrente rimane La Bohème di Puccini. Gli Scapigliati rifiutavano la cultura borghese tradizionale e volevano rinnovare la cultura italiana incorporando influenze straniere come il romanticismo tedesco di Heinrich Heine e Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, gli scrittori francesi come Théophile Gautier, Gérard de Nerval, Henri Murger, le poesie di Baudelaire e le opere di Edgar Allan Poe.

La composizione dell’opera ha alla base una lite tra gli editori di Puccini e il compositore de I Pagliacci, Leoncavallo. Questa disputa nacque da un malinteso tra i due compositori. Leoncavallo aveva proposto a Puccini qualche anno prima di adattare l'opera di Murger, ma poiché quest'ultimo non sembrava interessato all’ idea, Leoncavallo decise di metterla lui stesso in musica. Nel 1893, apprese che Puccini aveva finalmente iniziato a mettere in musica l’opera senza dirglielo e che il suo lavoro era piuttosto avanzato. Furioso, Leoncavallo lo rimproverò per la mancanza di tatto e professionalità, ma non volendo rischiare un fiasco, decise di posticipare la prima della sua opera e lasciare che Puccini desse la sua prima, il 1 ° febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino. L'opera ricevette un'accoglienza piuttosto tiepida da parte della critica, ma ciò non impedì che venisse rappresentata in tutta Italia come al Teatro di San Carlo nel marzo 1896 o al Teatro Comunale di Bologna nel novembre dello stesso anno. Fu durante la sua trionfale prima a Palermo il 13 aprile 1897 che l’opera acquisì una fama internazionale e fu data in tutto il mondo: Alessandria, Lisbona, Mosca, Londra e Berlino nel 1897, poi New York nel 1898.
Per quanto riguarda l'opera di Leoncavallo, che tuttavia ricevette un'accoglienza iniziale più calorosa di quella di Puccini alla sua prima il 6 maggio 1897 alla Fenice di Venezia, fu totalmente eclissata dall'opera di Puccini e cadde quasi immediatamente nell'oblio.

L’opera di Murger

In Scènes de la vie de bohème, Murger racconta la gioventù di giovani artisti poveri e vagabondi le cui scelte di vita portano alla morte o al successo artistico. Pubblicati per la prima volta a puntate sulla rivista letteraria Le Corsaire tra il 1845 e il 1849, questi resoconti realisti descrivono la vita di Murger nel Quartiere Latino di Parigi con artisti realmente esistiti e che, persino, hanno condivisi la sua stessa esperienza esistenziale.
Per Murger esistono tre tipi distinti di questo tipo di vita. Innanzitutto il “bohémien ignorato", quello formato da artisti condannati all'incognito, la cui arte è una fede e non una professione. Per Murger, questi ingenui "bohémiens", condannati alla miseria e a una morte precoce, lasciano un'opera che sarà ammirata in seguito. Esiste anche il “bohémien dilettante", quello degli pseudo-artisti che si lasciano sedurre da questo tipo di vita e la scelgono volontariamente, in opposizione ai desideri della famiglia. Per loro, la fine di solito non è tragica, il più delle volte finiscono per sistemarsi e diventare ciò che avrebbero dovuto essere: notaio o medico di provincia. Per Murger, questo falso bohémien non ha nulla in comune con l'arte. Infine, c'è il "vero" bohémien, quello degli artisti che hanno possibilità di successo, che sono poco conosciuti nel mondo letterario e artistico e la cui vita miserabile costituisce un periodo di transizione. Sono i veri eroi dell’opera di Murger.

La trama e la sintesi

La Bohème è un'opera in quattro quadri. In una soffitta, quattro giovani artisti vivono alla giornata, in attesa della fama o, quantomeno, di una vita migliore: Rodolfo lo scrittore, Marcello il pittore, Schaunard il musicista e Colline il poeta. Si formano due coppie: Mimì, la dolcissima fioraia, e Rodolfo oltre agli esuberanti Musetta e Marcello. La breve ma intensa storia d'amore tra i primi due si conclude in modo disastroso e illustra la fragilità della felicità. La fame, l'affitto non pagato, la malattia che testimoniano la miseria materiale e fisica, potrebbero essere il pretesto per uno sviluppo patetico, eppure La Bohème irradia vita, allegria e poesia. Commedia e dramma convivono in una quotidianità fatta di sogni, speranze, ma anche delusioni e malinconie. L'idea guida del freddo presente nei quattro dipinti contrasta con l'esuberanza e la spensieratezza della giovinezza, il calore dell'amore. Combinando con virtuosismo l'intera tavolozza delle emozioni, Puccini descrive un modo di vita che gli ricordava quello che aveva conosciuto quando era studente al Conservatorio di Milano.

Quadro 1 – Una soffitta

Parigi è coperta di neve. Il poeta Rodolfo e il pittore Marcello tentano, invano, di riscaldarsi nella soffitta che hanno preso in affitto. Arriva il filosofo Colline seguito dal musicista Schaunard che si presenta con i soldi in tasca, le braccia piene di cibo e legna per il camino. Rodolfo, Marcello e Colline cercano di impossessarsi delle derrate più appetitose, ma Schaunard li convince a metterle da parte per i momenti peggiori e, dato che siamo alla vigilia di Natale, propone di andare a cena in un caffè del Quartiere Latino. Mentre si preparano a partire, Benoît, il proprietario della soffitta, bussa alla porta per reclamare l'affitto. I giovani lo invitano a bere qualcosa con loro e lo incoraggiano a raccontare – l'alcol aiuta – i suoi incontri “leggeri”. Quando il vecchio rivela di essere sposato, sembrano offesi e lo buttano fuori, liberandosi così del loro debito. Gli amici escono per andare al caffè, ad eccezione di Rodolfo che sta finendo di scrivere un articolo. All'improvviso, una giovane donna - Mimì, una vicina di casa - si presenta alla porta per chiedere aiuto perché la sua candela si è spenta. Rodolfo la riaccende. Mimi quindi si prepara ad andarsene, ma si rende conto di aver smarrito la chiave. Una corrente d'aria spegne di nuovo la sua candela. Rodolfo spenge la sua, senza farsene accorgere. Sono entrambi immersi nell'oscurità, alla ricerca della chiave. Le loro mani si incrociano, le parole che si scambiano diventano parole tenere e i loro cuori si accendono. Le grida di impazienza di Marcello, Colline e Schaunard li interrompono. Rodolfo invita Mimì a raggiungere i suoi amici al caffè Momus.

Quadro 2 – Il Quartiere Latino

La città è in festa. Inseguito dai bambini, il venditore di giocattoli, Parpignol, passa letteralmente ricoperto della sua mercanzia. Arrivato a Momus, Rodolfo presenta Mimì ai suoi amici. Musetta arriva al braccio del suo nuovo protettore e vede Marcello, il suo precedente amante, che non ha mai smesso di amare. Al primo pretesto, congeda il vecchio che l'accompagna e cade tra le braccia di Marcello prima di lasciare il caffè in compagnia dei giovani. Al suo ritorno, il protettore trova da pagare il conto del sostanzioso pasto festivo, consumato da tutti.

Quadro 3 – La Barriera Infernale

Marcello ora vive con Musetta. Mimì lo cerca e chiede di parlargli. Poi ascolta la giovane donna che rappresenta la gelosia di Rodolfo, fonte di incessante conflitto. Vedendo il suo amante, Mimi si nasconde. Rodolfo e Marcello iniziano una discussione. Il poeta adduce qualche argomento –come la civetteria di Mimì – per giustificare la sua gelosia, ma finisce per dire la verità all'amico: Mimì è malata. Consumata dalla tubercolosi, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno e Rodolfo, soffrendo per non poterle offrire il minimo conforto, vuole che lei fugga dalla miserabile esistenza che lui le offre. Mimì ha sentito tutto. Un attacco di tosse tradisce la sua presenza. Rodolfo e Mimì, rassegnati, pensano di lasciarsi, ma poi riconsiderano la loro decisione, preferendo rimandare la separazione alla primavera. La civetteria di Musetta e la gelosia di Marcello provocano tra loro un nuovo litigio.

Tavola 4 – Il sottotetto

Rodolfo e Marcello provano a lavorare ma, sopraffatti dalla malinconia, non trovano ispirazione. Appaiono Colline e Schaunard. I quattro amici scherzano e preparano l'unico cibo che possono permettersi: un'aringa e un pezzo di pane. Musette arriva frettolosamente, accompagnata da Mimì che voleva tornare nella stanza che aveva ospitato la sua fin troppo breve felicità. Ma la salute di quest'ultima è estremamente preoccupante. Tutti cercano di alleviare il suo dolore. Le condizioni di Mimì sembrano migliorare e, su consiglio delle amiche che la invitano al riposo, si addormenta serena. Rodolfo osa ancora sperare. Avvicinandosi al letto, Schaunard scopre che Mimi è morta e ne informa Marcello. Turbato dallo sguardo strano del pubblico, Rodolfo, sconvolto, capisce di aver appena perso colei che amava.

Il libretto dell'opera

I quadri I e IV del libretto di Illica e Giacosa seguono l'azione originale della commedia e si concentrano sul rapporto tra Mimì e Rodolfo. Questi due atti sono costituiti da diversi episodi di diversi capitoli che raccontano la vita di Rodolfo, ma anche quella di Mimì e Francine, che sono state fuse in un unico personaggio nella commedia e nell'opera (quella di Mimì). I quadri II e III sono stati completamente inventati dai librettisti, così come la fine dell'opera che termina non con il successo materiale di Rodolfo e di Marcel come nel romanzo, ma con la tragica morte di Mimì nell'intimità della soffitta circondata dai suoi amici e dal suo amante. La maggior parte del lavoro di Illica, Giacosa e Puccini è stato quello di disegnare un ritratto realistico dei personaggi, in modo che tutti corrispondessero alle aspirazioni del compositore: presentare esseri ordinari, con aspirazioni semplici e umane.
La collaborazione tra questi tre artisti fu piuttosto difficile e l'editore di Puccini, Ricordi, dovette spesso intervenire per risolvere i loro profondi dissidi. Ma questo non ha impedito loro di sviluppare un metodo di lavoro molto efficace che ha dato i suoi frutti con La Bohème ed è stato ripreso con Tosca e Madama Butterfly. La priorità fu data prima alla struttura drammaturgica, in modo che Puccini potesse scrivere i primi schizzi musicali, poi Giacosa fu incaricato della versificazione. Puccini proseguì con la composizione e l'orchestrazione, seguita da una serie di revisioni del dramma da parte di Illica e Puccini, poi quella dei versi dei tre artisti, e infine, quella della musica del compositore.

Il libretto è caratterizzato dalla giustapposizione di uno stile nobile con un vocabolario familiare che richiede una versificazione flessibile, passando abilmente da un registro all'altro. La trama dell'opera non è costruita secondo le consuete progressioni di una presentazione, di una crisi e di un epilogo, ma le scene, che permettono uno sviluppo più libero, dove i gesti della vita quotidiana costituiscono il valore drammatico dell'azione.

I personaggi principali sono limitati a quattro e formano due coppie antitetiche: quella di Rodolfo e Mimì che è il filo conduttore dell'opera, e quella di Marcel e Musetta. I personaggi di questa seconda coppia sono volutamente caricaturali (estroversi, rumorosi, pittoreschi) per evidenziare le qualità del primo (dolce, passionale, romantico). Tale contrasto permette lo sviluppo di una grande forza drammaturgica come nel quartetto della Scena III.

Chiave di ascolto - Dal dramma realistico alla tragedia
La Bohème racconta la storia d'amore tra Mimì e Rodolfo. Agli antipodi dei drammi borghesi delle opere del Risorgimento, quest'opera offre una drammaturgia innovativa: racconta come la coppia si sia formata casualmente, la realtà della loro relazione in dure condizioni di vita in cui felicità rischia di svanire in ogni momento, e infine, la triste morte di Mimì, a causa delle sue precarie condizioni di vita, in una soffitta sordida, e contro le quali Rodolfo e i suoi amici sono impotenti.
La storia d'amore de La Bohème permette a Puccini di mettere in scena un romanticismo "innato" e "inconscio", lontano dalle convenzioni borghesi con i matrimoni di interesse e gli amori fiammeggianti e appassionati. Questo nuovo romanticismo nasce dalla sensibilità di un artista (Rodolfo) dalla bellezza di una ragazza che lavora (Mimì), incarnando così la nobile semplicità di gente povera e sfruttata che, nonostante tutte le avversità del destino, ha una gioia di vivere inalterabile e sono sempre disponibili e solidali. Attraverso il personaggio di Mimì, Puccini fa una descrizione della realtà delle condizioni di vita dei lavoratori parigini, che si conclude con la morte della sua eroina in povertà e in completo anonimato.
La Bohème offre anche un'illustrazione della lotta di classe a Parigi con i suoi borghesi eternamente insoddisfatti, i suoi artisti poveri, ma felici nelle loro arti, e infine la sua classe operaia che sopravvive come meglio può. Il grande risultato di quest'opera è stato quello di spostare il dramma realistico verso la tragedia nella terza scena, facendo capire allo spettatore che Mimì non potrà sfuggire a una morte causata dalle sue condizioni di vita. Così, la fredda soffitta, che incarnava nel primo quadro l’amore e la felicità con Rodolfo, dove nient'altro importava, la uccide. Questo cambiamento attribuisce alla malattia al rango di vera protagonista della storia: sia elemento del dramma che causa della tragedia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine dell'opera La Bohème e come si collega alla corrente della Scapigliatura?
  2. La Bohème, opera di Giacomo Puccini, trae ispirazione dal romanzo di Henri Murger "Scènes de la vie de bohème" e dal suo adattamento teatrale. L'opera, composta tra il 1892 e il 1895, si collega alla corrente della Scapigliatura, movimento artistico e letterario italiano che rifiutava la cultura borghese tradizionale e cercava di rinnovare la cultura italiana con influenze straniere.

  3. Chi erano i librettisti de La Bohème e quali sono state le principali sfide nella composizione dell'opera?
  4. I librettisti de La Bohème erano Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La composizione dell'opera ha visto una lite tra gli editori di Puccini e il compositore de I Pagliacci, Leoncavallo, oltre a difficoltà nella collaborazione tra Puccini, Giacosa e Illica, che hanno richiesto l'intervento dell'editore Ricordi per risolvere i dissidi.

  5. Quali sono i principali temi trattati nel romanzo di Henri Murger che ha ispirato La Bohème?
  6. Nel romanzo "Scènes de la vie de bohème" di Henri Murger si raccontano le vite di giovani artisti poveri e vagabondi a Parigi, evidenziando tre tipologie di bohémien: l'ignorato, il dilettante e il vero bohémien. I temi principali includono la lotta per il successo artistico, la miseria, la malattia e la morte, nonché la gioia di vivere nonostante le avversità.

  7. Come viene rappresentata la vita degli artisti nella trama de La Bohème?
  8. La Bohème narra la vita quotidiana di quattro giovani artisti in una soffitta a Parigi, affrontando temi come l'amore, la povertà, la malattia e la speranza di una vita migliore. La storia d'amore tra Mimì e Rodolfo e quella tra Musetta e Marcello illustrano la fragilità della felicità e la dura realtà della vita artistica.

  9. Qual è stato l'impatto iniziale de La Bohème sul pubblico e come è cambiata la sua accoglienza nel tempo?
  10. L'opera La Bohème ricevette un'accoglienza tiepida dalla critica al suo debutto nel 1896, ma nonostante ciò, venne rappresentata in tutta Italia e acquisì fama internazionale dopo la prima a Palermo nel 1897. L'opera di Leoncavallo, che aveva ricevuto un'accoglienza iniziale più calorosa, fu eclissata da La Bohème, che divenne una delle opere più amate e rappresentate nel mondo.

Domande e risposte