Concetti Chiave
- Il mito greco di Narciso narra di un giovane cacciatore che si innamora del proprio riflesso e muore, con il suo sangue che dà vita a un fiore omonimo.
- Diverse versioni greche del mito esistono, tra cui quelle attribuite a Partenio, Conone e Pausania, ognuna con lievi variazioni nella trama.
- Nella versione romana di Ovidio, Narciso respinge l'amore della ninfa Eco e si innamora del proprio riflesso, portando alla sua morte e alla fioritura del fiore di Narciso.
- Il mito ha influenzato numerosi scrittori e poeti, tra cui Oscar Wilde, John Keats e Hermann Hesse, dimostrando la sua lunga tradizione letteraria.
- Nella psicologia moderna, il mito di Narciso è stato analizzato da Freud per esplorare il concetto di narcisismo e le sue implicazioni nei disturbi di personalità.

Indice
Mito di Narciso: la versione greca originaria
Il mito di Narciso racconta la storia di un bellissimo giovane, che si innamorò perdutamente del proprio riflesso, perdendo, a quel punto, la propria vita.
Narciso è un cacciatore, divenuto famoso per la propria bellezza e figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso. Poiché ritiene che la sua bellezza sia superiore a tutti, si innamora della propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua e muore. Tuttavia, solo un giovane, Aminia, non si dava per vinto di fronte ai suoi rifiuti, anche se Narciso, gli donò una spada perché si uccidesse. Il giovane decise di obbedire al volere di Narciso e si trafisse il petto con una spada, invocando anche gli dei per ottenere la giusta vendetta. La vendetta non esitò ad arrivare perché Narciso, molto presto, vide per la prima volta la sua bellezza riflessa in uno specchio d’acqua. In quel momento, si rese conto di tutto e prese la spada che aveva dato ad Aminia e si uccise nello stesso modo. La terra su cui si era riversato il sangue del giovane Narciso, diede alla luce un fiore, che da quel momento assume l’omonimo nome.
Ci sono diverse versioni di questo mito:
- una proviene dai papiri di Ossirinco e viene attribuita a Partenio
- una è nelle narrazioni di Conone
- una è la versione di Pausania, contenuta in “Periegenesi della Grecia”
Mito di Narciso: la versione romana
Il racconto di Ovidio procede in una direzione molto diversa rispetto a quella seguita dall’originale greco.
Eco, una ninfa, si innamorò di un giovane vanesio di nome Narciso, figlio di Cefiso, divinità dei fiumi e di una ninfa, di nome Liriope. I due avevano dato alla luce un bambino di straordinaria e sbalorditiva bellezza. I genitori, consapevoli di ciò e molto preoccupati per il destino del figlio, consultarono un sacerdote di nome Tiresia che li avvertì della possibilità che il bambino raggiungesse l’età adulta solo se non si fosse mai specchiato e non avesse mai conosciuto la propria natura. Al raggiungimento dei sedici anni, tutti si resero conto di quanto fosse affascinante anche se il giovane respingeva tutti. Un giorno, mentre era a caccia nei boschi, una ninfa cominciò a seguirlo per parlargli, ma era molto timida e si vergognava a parlare per prima, perché costretta a ripetere tutte le ultime parole di ciò che le veniva detto. Dopo un piccolo scambio di domande, Eco corre incontro al giovane e lo abbraccia, ma, Narciso la respinge brutalmente. Eco cominciò a vagare in valli solitarie, piangendo per questo amore non corrisposto, finché di lei non rimase altro che la voce.
Narciso si specchio improvvisamente in uno specchio d’acqua e vide per la prima volta la propria immagine riflessa e la propria bellezza. Solo dopo essersi reso conto che l’immagine rifletteva se stesso e consapevole di non poter avere quell’amore, si lasciò morire. La profezia era compiuta e al posto del corpo vennero trovati dei fiori, cui fu assegnato il nome di Narciso. Narciso, quando attraversò il fiume dei morti per accedere all’Oltretomba, guardò le sue acque, sperando di poter vedere ancora quell’immagine riflessa.
La fortuna del mito: successo ottenuto, tradizione, risvolti successivi
Il mito di Narciso venne sfruttato moltissimo da scrittori e poeti lungo tutta la tradizione letteraria dei secoli successivi. Troviamo molti riferimenti in:
- Oscar Wilde
- John Keats
- Stendhal
- Hermann Hesse, in “Moby Dick” e in “Narciso e Boccadoro”
- Paulo Coelho in “L’alchimista”
Questo mito fu ripreso anche negli studi di psicologia, perché Narciso si identifica perfettamente come un’'identità assoluta che non conosce l’altro, invece Eco è un essere che non conosce proprio il concetto di identità. Nel 1914, infatti, Freud pubblicò anche un saggio, intitolato “Introduzione al narcisismo”, in cui cercò di ampliare e analizzare il significato di narcisista.
Narciso incarna anche perfettamente l’idea di chi non concepisce l’affettività e sa di poter amare solo se stesso, per non correre il rischio di essere tradito. Aprirsi, quindi, implicherebbe il mettersi in discussione, condividere, mettersi a nudo e di conseguenza, la paura di tutto ciò, fa sì che si lascino gli altri fuori in modo permanente. Questo mito ha permesso di analizzare il disturbo di personalità e, allo stesso tempo, la dipendenza affettiva:
da un lato abbiamo una persona egocentrica, che ha un’idea di sé alimentata solo da successo, potere, fascino e bellezza
dall’altra abbiamo chi esiste solo per ciò che prova un’altra persona
Esistono varie sfumature di questo disturbo e talvolta queste persone possono sviluppare anche forme di depressione.
Per ulteriori approfondimenti sul mito di Narciso, vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è la trama principale del mito di Narciso nella versione greca originaria?
- Come differisce la versione romana del mito di Narciso rispetto a quella greca?
- Quali autori hanno ripreso il mito di Narciso nella letteratura successiva?
- In che modo il mito di Narciso è stato utilizzato negli studi di psicologia?
- Quali sono le caratteristiche principali del disturbo di personalità narcisistica secondo il mito di Narciso?
Il mito greco racconta di Narciso, un giovane di straordinaria bellezza che si innamora del proprio riflesso in uno specchio d'acqua e muore. La terra su cui cade il suo sangue genera un fiore che prende il suo nome.
Nella versione romana di Ovidio, Eco, una ninfa innamorata di Narciso, viene respinta e si consuma fino a diventare solo una voce. Narciso, vedendo il suo riflesso, si innamora di se stesso e muore, compiendo la profezia di Tiresia.
Il mito di Narciso è stato ripreso da autori come Oscar Wilde, John Keats, Stendhal, Hermann Hesse e Paulo Coelho, tra gli altri.
Freud ha pubblicato un saggio intitolato "Introduzione al narcisismo" nel 1914, analizzando il significato di narcisista. Il mito è stato usato per esplorare il disturbo di personalità narcisistica e la dipendenza affettiva.
Il disturbo è caratterizzato da un egocentrismo alimentato da successo, potere, fascino e bellezza, mentre la dipendenza affettiva si manifesta in chi esiste solo per ciò che prova un'altra persona.