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Concetti Chiave

  • Il mito di Glauco e Diomede sottolinea l'importanza dell'ospitalità nel mondo greco, considerata un dovere sacro protetto da Zeus.
  • Durante la guerra di Troia, Glauco e Diomede si riconoscono come legati da un antico vincolo di ospitalità e scelgono di non combattere l'uno contro l'altro.
  • Diomede è un valoroso guerriero acheo mentre Glauco, meno celebre, è legato a Diomede attraverso un dono scambiato dai loro antenati.
  • Lo scambio simbolico delle armi tra Glauco e Diomede rinnova il vincolo di amicizia e rispetto reciproco, prevalendo sulle dinamiche belliche.
  • Il mito riflette sulla continuità dei legami di ospitalità e sull'importanza della memoria, che trascende la precarietà e l'assurdità della guerra.
In questo appunto viene riassunto il celebre mito di Glauco e Diomede, che serve per ricordare in particolare modo l'importanza ed il valore che assumeva l'ospitalità nel mondo greco. Nel dettaglio si prendono in considerazione anche alcuni aspetti del seguente passo del riassunto, ovvero chi sono i protagonisti, i temi del mito, l'antico mito di Glauco e Diomede che vengono analizzati nel dettaglio.
Il mito di Glauco e Diomede: l'importanza dell'ospitalità greca articolo

Indice

  1. L'antico mito di Glauco e Diomede
  2. I protagonisti del mito
  3. I temi del mito

L'antico mito di Glauco e Diomede

L'antico mito di Glauco e Diomede descrive l’importanza ed il valore che l’ospitalità occupava nel mondo greco.
Infatti, secondo il mito, gli stranieri erano sacri e protetti da Zeus, dal greco xènos “ospite” e venerato come Xènios, ovvero “protettore degli ospiti”, e dunque era un dovere rituale ospitare qualcuno e offrirgli doni prima ancora di conoscere la sua identità.

Tra il padrone di casa e l’ospite si instaurava dunque un legame di amicizia e un’alleanza che si tramandava di generazione in generazione e che poteva comprendere anche unioni matrimoniali o alleanze militari.
Proprio in virtù di questo legame, durante la sanguinosa guerra di Troia, il valoroso Glauco, a capo dei guerrieri di Licia, allenata di Troia, e l’eroe greco Diomede, si rifiutarono di combattere.
per ulteriori approfondimenti su Glauco e Diomede vedi anche qui

I protagonisti del mito

I protagonisti del mito di Glauco e Diomede sono appunto Glauco e Diomede.
Quest’ultimo, figlio di Deipile e Tideo, re di Argo e valoroso combattente, fu il più forte guerriero nell’esercito acheo nella guerra di Troia dopo Achille e Telamonio.
Divenne famoso e ammirato per il suo valore e, anche per altri motivi, divenne in seguito immortale, tanto che il suo culto si diffuse in tutta la Grecia antica.
Glauco, figlio di Ippoloco, rispetto al suo avversario, era meno valoroso e virtuoso. Infatti, durante la guerra di Troia i due si sarebbero dovuti scontrare in un duello, prima del quale Diomede avrebbe chiesto all’avversario di presentarsi, per poi scoprire di essere vincolati dal valore dell’ospitalità.
Nella società omerica, basata sull’etica eroica delle gesta belliche, il valore di un guerriero si misurava nei combattimenti individuali più che in quelli collettivi; così avrebbero dovuto combattere i due avversari: faccia a faccia. Però gli eroi più valorosi ricevevano riconoscenza e fama solo quando battono degli avversari di pari o superiore forza; proprio per questo motivo Diomede chiese a Glauco di rivelare la sua identità, poiché voleva avere la certezza di battersi con un guerriero degno di combattere con lui. Diomede pose infatti all’avversario greco la domanda” da quale umana stirpe provieni tu mai, valoroso?” Ed egli rispose rievocando le sue memorie familiari e la sua genealogia. Infatti Bellerofonte, avo di Glauco e cacciato dalla su patria Argo, era stato ospitato dal nonno di Diomede, Oineo, nella sua reggia e dunque le due famiglie erano legate dal vincolo di ospitalità.
Diomede, nell’udire la provenienza di Glauco, non fu tanto mosso dal dovere di ospitalità, per quanto lo ritenesse importante, ma, come spiega egli stesso, si ricordava di un particolare significativo dono che i loro antenati si erano scambiati: si trattava di una coppa doro a due manici che Bellerofonte aveva regalato a Oineo.
Diomede non aveva alcun ricordo di suo padre Tideo, ucciso a Tebe quando lui era ancora troppo piccolo per ricordarlo, però rammentava bene la coppa dorata, sapendo di averla lasciata partendo per la guerra. Il mito omerico si concludeva con i due guerrieri che scendevano da cavallo, si scambiavano le armi, Glauco offriva a Diomede la sua armatura d’oro e riceveva in cambio quella d’argento dell’avversario, e la stretta di mano dei due guerrieri: il vincolo ospitale è più importante del combattimento stesso e la storia individuale e familiare prevale sulle forze politiche e militari che la guerra impone.

I temi del mito

Lo scambio delle armi sta a significare il rinnovamento del vincolo ospitale e dell’amicizia, mentre la stretta di mani sanciva il dovere rituale. Oineo, avendo ospitato Bellerofonte, aveva iniziato un vincolo di ospitalità che si rinnova con i loro successori Diomede e Glauco.
Per comprendere bene questo concetto Glauco stesso ricorre alla similitudine delle foglie, con la quale spiega la continuità della vita e l’esistenza stessa degli uomini che è, appunto, come quella delle foglie: ad una generazione di foglie ne segue un’altra, e così via. Per questo motivo il legame ospitale non si ferma ai diretti interessati ma supera le barriere della durata effimera della vita del singolo umano e viene tramandata di generazione in generazione, rinnovandosi continuamente.
Il mito di Glauco e Diomede: l'importanza dell'ospitalità greca articolo
Così gli uomini cadono come le foglie in autunno, foglie che si spargono a terra per poi rinascere nel periodo primaverile, l’umana sorte è precaria ed effimera, ma i valori che sanciti dagli antenati vengono tramandati e vivono nelle generazioni che si susseguono.
Rispetto alla precarietà umana nelle guerre ed all’assurdità di queste, Omero riconosce la memoria come unica risorsa per conservare gli affetti ed i valori: la logica della guerra cede il posto ad un episodio di umanità. E dunque questo è il prezzo che i due guerrieri sono disposti a pagare: riconoscimento reciproco, e valori più importanti della guerra stessa e della vita, separandosi da amici e attraversando senza armatura il campo di battaglia difronte a Troia .
Questo mito omerico dunque ci porta a riflettere sull’importanza che l’ospitalità aveva per i Greci, i quali erano disposti a rinunciare alla gloria ed al combattimento pur di onorare un legame sancito dagli antenati.
Progetto Alternanza Scuola Lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza dell'ospitalità nel mito di Glauco e Diomede?
  2. L'ospitalità è un valore sacro nel mito, protetto da Zeus, e crea legami di amicizia e alleanze che si tramandano di generazione in generazione.

  3. Chi sono i protagonisti del mito di Glauco e Diomede?
  4. I protagonisti sono Glauco, capo dei guerrieri di Licia, e Diomede, un valoroso guerriero greco, entrambi legati da un antico vincolo di ospitalità.

  5. Perché Glauco e Diomede si rifiutano di combattere durante la guerra di Troia?
  6. Scoprono di essere legati da un vincolo di ospitalità ereditato dai loro antenati, che prevale sulle ragioni del conflitto.

  7. Qual è il significato dello scambio di armi tra Glauco e Diomede?
  8. Lo scambio di armi simboleggia il rinnovamento del vincolo di ospitalità e amicizia, sancendo un legame che supera le ostilità della guerra.

  9. Come viene rappresentata la continuità della vita nel mito?
  10. Glauco usa la similitudine delle foglie per spiegare che, come le foglie, le generazioni umane si susseguono, tramandando valori e legami oltre la vita effimera dei singoli.

Domande e risposte

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