
Come si tornerà a scuola il prossimo anno scolastico? A rispondere è il ministro Bianchi, intervenuto durante una live sul sito Skuola.net. Se tutto il mondo dell’Istruzione aspetta di sapere quale sarà il volto delle nostre classi a settembre, il numero uno di Viale Trastevere rassicura: “Ci aspettiamo una scuola che sia migliore di quella che abbiamo lasciato”.
Prima della pandemia, ovviamente. Con i temi sanitari naturalmente in cima alla lista: “Dobbiamo garantire una scuola sicura ma anche dei trasporti adeguati, la sicurezza deve esserci anche fuori dalla scuola”. Quindi per sapere i dettagli su norme di distanziamento, mascherine, turni e via dicendo bisognerà sicuramente attendere. Ma nel contempo è chiaro che il ritorno a scuola in presenza dovrà poggiare su adeguati interventi anche sul sistema dei trasporti, che nel corso dell’ultimo anno scolastico ha costretto soprattutto gli studenti delle superiori a rimanere a casa più di quanto preventivato.
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Ma indiziata speciale sarà anche la didattica a distanza. Come verrà utilizzata nel post pandemia? “A me piacerebbe che dopo questa esperienza si facesse Didattica a distanza mettendo insieme scuole lontane tra loro. Ad esempio una della Sicilia con una del Trentino, una italiana con una spagnola. Che si cominciasse a uscire dalle nostre classi usando tutti gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione”.
La vera priorità, nel futuro, sarà comunque garantire maggiore uniformità nel livello di qualità delle singole scuole. Il principale punto di debolezza del nostro sistema scolastico risiede proprio qui, perché secondo Bianchi “nel Paese non tutta la nostra scuola offre le stesse opportunità. Dobbiamo quindi tutti insieme fare un grande lavoro per ritornare ad una scuola nazionale, ovvero una scuola che in tutto il Paese sia in grado di operare dando a tutti le stesse opportunità” . Senza tralasciare il pilastro del nostro sistema di istruzione: l’inclusione e l’integrazione. “Nessuno in Europa - secondo il Ministro - ha lavorato come noi su questi temi”.