11' di lettura 11' di lettura
Guida Maturità 2025

Una volta tanto l’esame di Maturità non cambia sostanzialmente rispetto all’anno precedente, anche se ci sono delle novità che attirano i titoli dei giornali. La prima riguarda un requisito d’esame: senza aver svolto le ore minime previste di PCTO – così si chiama l’ex alternanza scuola-lavoro – non si può essere ammessi all’esame.

Ma non si tratta di una novità: la norma è figlia della “Buona Scuola” di renziana memoria ma, fino ad oggi, ne era stata sempre prorogata l’entrata in vigore.

Invece è tutta da intestarsi al ministro Valditara la seconda novità: il maggior peso del voto in condotta.

Già da una ventina d’anni il 5 in condotta determinava la mancata ammissione all’Esame di Stato, indipendentemente dal profitto in altre materie. Dal 2025 anche la mancata “eccellenza” nel comportamento può avere un impatto sulla Maturità: chi avrà un voto inferiore al 9 subirà una serie di malus che vanno da una riduzione del voto finale di un punto fino alla presentazione di un elaborato aggiuntivo in sede di orale.

Per mettere un po’ d’ordine e ricordare come funziona l’esame nel suo complesso, quando ormai manca meno di un mese al via, noi di Skuola.net abbiamo realizzato una guida dettagliata sulle principali cose da sapere sulla Maturità 2025.

Indice

  1. Chi viene ammesso alla Maturità (e chi resta fuori)
  2. Condotta sotto i riflettori: cosa cambia davvero
  3. L’esame comincia il 18 giugno, ma la partita è già iniziata
  4. Chi decide l’esito dell’esame: com’è fatta la commissione
  5. Come si costruisce il voto di Maturità

Chi viene ammesso alla Maturità (e chi resta fuori)

Partiamo proprio dal pre-esame, visto che porta con sé il maggior materiale di discussione. L’ammissione all’Esame è diffusa, certo, ma non scontata. In altri termini, non basta arrivare in fondo all’anno scolastico per passare automaticamente alla prova successiva. Esistono criteri precisi, fissati dal Ministero, che ogni studente è chiamato a soddisfare.

Per prima cosa, si conferma il criterio delle presenze: troppe assenze, anche se giustificate, possono compromettere la partecipazione. I candidati devono aver frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale.

Poi ci sono le prove INVALSI, che anche quest’anno – nonostante le polemiche – restano obbligatorie ai fini dell’ammissione. Italiano, matematica e inglese, svolte a marzo: la valutazione non incide sul voto finale, ma l’assenza può costare caro, molto caro.

Infine, altro requisito indispensabile – e altra novità – sono i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), che da quest’anno devono essere completati. Parliamo, nel dettaglio, di 90 ore di ex-alternanza scuola-lavoro per i licei, che passano a 150 per gli istituti tecnici fino a impennarsi a 210 per i professionali. Svolte nel triennio finale delle superiori.

Per quanto riguarda il rendimento vero e proprio, la pagella, a decidere sull’ammissione sarà il Consiglio di classe, che può valutare caso per caso. In presenza di una sola insufficienza, ad esempio, è possibile essere comunque ammessi, ma solo se accompagnata da una motivazione didattica forte. Però non si può andare oltre, salvo casi davvero eccezionali: con due insufficienze la non ammissione è praticamente automatica.

Condotta sotto i riflettori: cosa cambia davvero

Un focus a parte merita la già citata questione della condotta. Nelle scorse edizioni il voto di "comportamento" – ovviamente sufficiente, altrimenti già si veniva bocciati in partenza – era poco più di un numero a margine della pagella, mentre oggi potrebbe diventare un ostacolo.

Chi si ferma alla sufficienza deve presentare – in sede d’esame – un elaborato su un tema di cittadinanza attiva e solidale, assegnato dal Consiglio di classe e discusso durante il colloquio

Ma anche chi non va oltre al 7 o all’8 può avere qualche grattacapo: infatti, chi non consegue almeno un nove o un dieci, non ha diritto al massimo dei crediti scolastici previsti dalla sua media voto finale. 

Tradotto in termini comprensibili: un punto in meno sul voto di Maturità quest’anno – il primo in cui è entrata in vigore la norma – e a regime fino a tre punti in meno per ogni anno in cui questa condizione si andrà a verificare. 

Una norma che andrà a impattare anche coloro che aspirano al massimo dei voti: anche con il massimo dei voti in qualsiasi voce d’esame e in qualsiasi materia, se non si eccelle in condotta ci si dovrà accontentare di un 99 invece che del 100 magari con lode.

Una svolta simbolica? Anche, ma soprattutto una scelta che punta a dare peso alla responsabilità individuale, anche in aula. Insomma, l’Esame di Stato 2025 non è solo una questione di numeri. È una questione di Maturità. In tutti i sensi.

L’esame comincia il 18 giugno, ma la partita è già iniziata

Passiamo adesso al cuore dell’esame vero e proprio. Alle 8:30 di mercoledì 18 giugno si parte con la prima prova scritta, il tema di italiano, uguale in tutte le scuole. Sette le tracce, tre le tipologie: analisi del testo, testo argomentativo, tema di attualità. Nulla di nuovo. Ma non dimentichiamo che, già dalla prima tappa, i maturandi si giocano una parte importante del punteggio. La scelta della traccia non è quindi solo un fatto di preferenza, ma di strategia: serve sapere dove si è forti, dove si può costruire un discorso articolato, personale, critico.

Il giorno dopo, giovedì 19 giugno, arriva la seconda prova. Cambia a seconda dell’indirizzo, che incide significativamente anche sulla durata. Tant’è che si può passare dalle classiche 6 ore a casi (licei artistici, istituti tecnici con prove pratiche, eccetera) in cui si prolunga anche per più giorni.

Poi, il silenzio. Almeno fino al lunedì successivo, 23 giugno, quando inizieranno a prendere il via i colloqui orali. Qui la parola chiave è “interdisciplinarità”. Il candidato parte da un materiale fornito dalla commissione – un documento, un testo, un grafico, un’immagine – e da lì costruisce un percorso tra le discipline: più che rispondere correttamente, è importante dimostrare di saper ragionare.

La commissione, oltre a interpellare il candidato sulle prove scritte, può approfondire argomenti di Educazione Civica, verificare le esperienze di PCTO, nonché chiedere conto del Curriculum dello studente. Infine, la correzione degli scritti.

Chi decide l’esito dell’esame: com’è fatta la commissione

A esaminare ogni maturando sarà una commissione mista. La compongono sei docenti – tre interni e tre esterni – affiancati da un Presidente esterno nominato dal Ministero. I professori interni conoscono gli studenti, ma non avranno voce esclusiva: la presenza di membri esterni vuole garantire proprio un equilibrio nei giudizi, e spesso porta un punto di vista più “freddo” e oggettivo sul lavoro della classe.

In più, il Presidente ha un ruolo di supervisione e può intervenire nei casi di parità, mentre la Commissione nel suo complesso valuterà l’intero percorso d’esame, dagli scritti al colloquio orale. Ogni collegio giudicante può esaminare al massimo due classi da non più di 35 candidati ciascuna. Una regola pensata per garantire attenzione e tempi adeguati a ciascun percorso.

Come si costruisce il voto di Maturità

Non basta uscire bene dalle prove d’esame per ottenere un buon voto finale: il punteggio della Maturità, come visto, è una somma che comincia molto prima del 18 giugno.

I crediti scolastici contano fino a 40 punti e si costruiscono nel triennio: massimo 12 nel terzo anno, 13 nel quarto, 15 nel quinto. Per ottenere il punteggio pieno, ricordiamo, è necessaria una condotta pari almeno a 9. Chi si ferma a 8 rischia già di perdere terreno, anche se eccellente nelle altre materie.

Alle prove scritte – prima e seconda – vengono assegnati fino a 20 punti ciascuna, così come al colloquio orale. Il che si traduce in 60 punti ottenibili attraverso i tre step, che vanno a sommarsi ai crediti d’entrata.

Il totale massimo raggiungibile è quindi 100. Ma non finisce qui: per chi arriva ad almeno 30 crediti scolastici e totalizza almeno 50 punti nelle prove, la commissione può aggiungere fino a 5 punti bonus. Un premio alla solidità del percorso.

E la lode? Non è automatica nemmeno per chi raggiunge il punteggio massimo. Viene assegnata solo se i 100 punti sono stati ottenuti senza l’aiuto dei bonus e con il parere unanime della Commissione. In altre parole: eccellenza piena, senza scorciatoie.