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Maturità, corone d’alloro e champagne per i festeggiamenti sui social. Lo psicologo: “Un rito di passaggio divenuto reality show”

C’è stato un tempo in cui per i genitori vigeva una regola non scritta, che si poteva riassumere più o meno così: vietato farsi vedere a scuola, o nei dintorni, insieme ai propri figli. Il divieto, nemmeno a dirlo, arrivava proprio dagli stessi ragazzi, imbarazzati al solo pensiero che i loro compagni potessero scovarli nei dintorni dell’istituto insieme a madri e padri. Ma i tempi cambiano e, con essi, anche le priorità degli studenti.

Oggi la presenza delle famiglie all’interno del circuito scuola è decisamente più marcata: i genitori non solo non si ‘nascondono’ più, ma addirittura supportano in modo vistoso i propri figli. 

Gli orali di Maturità di quest’anno, complici le piattaforme social, lo sta mostrando come non mai. Mazzi di fiori, corone d’alloro, docce di champagne in stile Gran Premio di Formula 1: le immagini e i video circolati online in questi giorni segnalano, da un lato, tutta la felicità nel vivere insieme la prima vera transizione verso l’età adulta. Come anche la “discesa” di ritualità fino a qualche tempo fa proprie di traguardi più importanti, come la discussione della tesi di laurea, ad un traguardo ben più comune. Dall’altro, però, mettono in luce come si sia modificato negli anni il ruolo delle famiglie, sempre partecipi dei momenti della vita scolastica dei figli. Una presenza che, se non gestita bene, rischia di diventare fin troppo ingombrante, se non addirittura nociva. Ne è convinto Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te, che ha risposto alle domande di Skuola.net sul tema.

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“La Maturità è un rito di passaggio che ha segnato generazioni, ma oggi sembra essersi trasformata in un evento da reality show. I social media sono invasi da immagini e video di genitori che, come guardiani instancabili, accompagnano i figli all'esame orale, pronti a immortalare ogni istante smartphone alla mano. Offrono bouquet di fiori e celebrano la fine dell'esame con cerimonie quasi nuziali. Ma è davvero giusto tutto questo? O stiamo iper-producendo una generazione di giovani incapaci di affrontare la vita in autonomia?”

 

Ma in questo modo i genitori non mostrano il loro supporto? Non è un bel gesto?

“Accompagnare i figli alla Maturità e celebrare con fiori e festeggiamenti può sembrare un gesto di affetto e sostegno. Tuttavia, c'è una sottile linea tra il supporto e l'invasività. I genitori iper-presenti rischiano di soffocare la crescita naturale dei figli, impedendo loro di sviluppare la capacità di gestire le proprie emozioni e responsabilità. In un mondo ideale, la Maturità dovrebbe essere una prova di autonomia, un momento in cui i ragazzi dimostrano di essere pronti a spiccare il volo. Ma come possono farlo se ogni passo è sorvegliato e guidato? La maturità rappresenta un traguardo importante, ma deve essere vissuto come tale dai diretti interessati, non come un evento familiare in cui la sovraesposizione dei genitori diventa protagonista”.

 

Ci troviamo quindi di fronte a un’involuzione di questo rito di passaggio?

“La Maturità sta certamente attraversando una fase di metamorfosi, trasformandosi da esame cruciale a evento mediatico. La ritualità associata alla laurea, con outfit curati, fiori, corone di alloro e spumante, è stata trasposta anche alla fine delle scuole superiori. Questo deve sollevare degli interrogativi: stiamo valorizzando davvero i traguardi scolastici o stiamo semplicemente creando occasioni per alimentare il nostro ego sui social? Perché dare troppo peso all'apparenza rischia di svuotare di significato l'esperienza stessa, rendendola un pretesto per scatti Instagram e storie di Facebook. Questo nuovo modo di celebrare i successi scolastici potrebbe portare a una svalutazione dell'esperienza educativa in sé, riducendola a un mero spettacolo”.

 

Che impatto hanno i social su queste dinamiche?

“I social media hanno sicuramente amplificato la tendenza a documentare ogni aspetto della vita quotidiana. Le foto e i video della Maturità non fanno eccezione. Ma quale messaggio stiamo trasmettendo ai giovani? Che ogni successo deve essere esibito e convalidato dagli altri? Questa continua ricerca di approvazione esterna non fa bene, può minare l'autostima e la capacità di trovare soddisfazione personale. La dipendenza dai "like" e dai commenti positivi può trasformarsi in una trappola, creando un ciclo infinito di bisogno di approvazione. Inoltre, la sovraesposizione sui social può portare a una pressione indebita, facendo sentire i ragazzi obbligati a conformarsi a standard spesso irreali”.

 

In che modo la genitorialità “controllante” influenza la crescita dei ragazzi?

“Saper gestire le difficoltà, affrontare i problemi e trovare soluzioni è essenziale per la crescita personale. La sovraprotezione genitoriale può privare i giovani di queste esperienze formative cruciali. Invece di essere pronti a intervenire a ogni minimo ostacolo, i genitori dovrebbero incoraggiare l'autonomia e la capacità di ‘problem solving’. Solo così le ragazze e i ragazzi potranno sviluppare quella resilienza necessaria per rispondere adeguatamente alle sfide della vita adulta. Le difficoltà incontrate lungo il percorso della Maturità, così come in altre tappe della vita, devono essere viste come opportunità di crescita e apprendimento, non come eventi mascherare con festeggiamenti superficiali”.

 

Qual è la soluzione per celebrare ugualmente il momento, ma in modo sano?

“È necessario trovare un equilibrio, dove il sostegno non diventi controllo, e dove i social media non diventino il metro di misura del valore personale. Solo così potremo garantire ai giovani la possibilità di crescere davvero, sviluppando le competenze necessarie per affrontare il futuro con sicurezza e autonomia. I genitori devono imparare a lasciare spazio ai figli, permettendo loro di vivere le proprie esperienze in modo autonomo e autentico, senza la costante pressione di dover apparire perfetti agli occhi del mondo digitale. Solo così si formeranno adulti responsabili e sicuri di sé”.