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Maturità 2019, petizione dei prof contro la seconda prova dello scientifico articolo

La maturità 2019, tra le novità, prevede una seconda prova interamente rivista. La prova potrebbe presentare, infatti, una traccia con la combinazione di più materie. Al classico è possibile che venga proposto un mix tra greco e latino, mentre al liceo scientifico tra matematica e fisica.
La struttura di una probabile seconda prova "mista", secondo il quadro di riferimento per lo scientifico, prevede la soluzione di un problema a scelta del candidato tra due proposte e la risposta a quattro quesiti tra otto propose, che riguardino entrambe le discipline caratterizzanti, cioè matematica e fisica.
Non solo. Il Ministero dell'Istruzione ha previsto anche un cambiamento nelle modalità di valutazione: ci saranno delle griglie nazionali uguali ed applicabili per tutti che permetteranno una maggiore uniformità di giudizio delle prove.

Petizione dei docenti: "Prove troppe difficili"

Non tutti, però, sono d'accordo, soprattutto tra i docenti di matematica e fisica che hanno lanciato su Change.org una petizione contro i cambiamenti previsti nello scritto. Un appello che ha raggiunto già più di 7.500 firme. Cosa ha fatto scattare l'allarme? Semplice, le simulazioni delle seconde prove diffuse dal Miur poco prima di Natale. Secondo i professori non corrisponderebbero in nessun modo al lavoro svolto in aula. I promotori della petizione, promossa dalla piattaforma MathNews, affermano che i programmi scolastici sono stati traditi. Allo scientifico, infatti, la fisica ha un monte ore ridotto rispetto alla matematica: 13 ore contro 22. Questo porterebbe ad una prova di fisica più semplice. Invece, a detta dei docenti promotori, il test di fisica sarebbe anche più difficile rispetto a quello di matematica.

Dibattito pubblico per scegliere un nuovo percorso

Per i firmatari della petizione, dunque, la scelta del Miur non risponde ai quadri di riferimento e alle griglie di valutazione. Pertanto c'è un disorientamento tra i professori che non sanno come impostare il lavoro in classe: "Riteniamo che le proposte di esempi del Miur siano poco rispettose della professionalità e del lavoro dei docenti oltre che dell’impegno degli studenti", affermano senza mezzi termini. E concludono: "Sì a un dibattito pubblico che coinvolga esperti, associazione e commissioni per predisporre un piano a medio-lungo termine che consenta una riflessione profonda sulla seconda prova".
Data pubblicazione 15 Gennaio 2019, Ore 16:15
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