Alle 08:30 di oggi, 22 giugno, si è dato il via allo svolgimento della seconda prova dell’esame di Stato 2023, che verte sulle materie caratterizzanti ogni indirizzo di studi. Al liceo classico, la seconda prova scritta è incentrata sulla lingua latina e, secondo le prime indiscrezioni, l’autore oggetto della traccia sembrerebbe essere Lucio Anneo Seneca.
La prova prevede la traduzione di un brano in lingua latina tratto dall’opera Epistulae morales ad Lucilium intitolato Chi è saggio non segue il volgo. Successivamente, ai candidati è richiesta la comprensione e l’interpretazione del testo, l’analisi stilistica e linguistica ed, infine, una riflessione personale sugli argomenti trattati.
Seneca è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano, vissuto tra il 4 a.C. e il 65 d.C. Fu senatore e questore durante l’età giulio-claudia, ed oggi è considerato uno dei massimi esponenti dello stoicismo di età imperiale. Dopo essere stato condannato a morte dall’imperatore Caligola, venendo poi graziato, e dopo essere stato esiliato da Claudio, fu richiamato a Roma per svolgere il ruolo di precettore del futuro imperatore Nerone. Successivamente, dopo il cosiddetto “quinquennio di buon governo”, Seneca fu accusato di aver preso parte ad una congiura contro l’imperatore e fu vittima delle persecuzioni del suo stesso ex-allievo. Per sfuggire alle repressioni del tiranno, Seneca scelse di suicidarsi, rispettando uno dei valori fondamentali della corrente filosofica a cui apparteneva, lo stoicismo.
Dopo l’allontanamento dall’imperatore Nerone, Seneca si ritirò dalla vita politica e scrisse diverse opere tra cui le Epistulae morales ad Lucilium, che risalgono al 62/65 d.C. L’opera raccoglie ben 124 lettere suddivise in 20 libri, incentrate su svariate tematiche e indirizzate all’amico Lucilio. Quest’ultimo era un personaggio colto, originario della Campania, membro del rango equestre, che si dedicava alla scrittura e alla poesia. In realtà, non si ha la certezza che queste lettere siano state inviate davvero a Lucilio o se siano state scritte per pura finzione letteraria. Le lettere di Seneca rappresentano uno strumento per la crescita morale e si ispirano a quelle scritte da Epicuro, che avevano l'obiettivo di educare spiritualmente gli amici a cui erano indirizzate. Seneca conclude ogni epistola con una sentenza, che offre uno spunto di meditazione e di riflessione, anch’esse tratte da Epicuro.
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