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di paolodifalco01
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accise sulla benzinaLa Maturità 2022 si avvicina, così come si avvicina la prima prova di Italiano: proviamo a passare in rassegna alcune tematiche di attualità che sicuramente potranno esserti utili per prepararti. Oggi parliamo dell'aumento del prezzo della benzina che ha ormai superato la cifra dei 2 euro al litro.

Quest'aumento di prezzo è dovuto principalmente a tre fattori: l'incremento del prezzo del petrolio, l'effetto del cambio tra euro e dollaro e infine la combinazione dell'accisa sul carburante e dell'Iva.

Se i primi due aspetti sono influenzati direttamente dalla guerra in Ucraina, sul terzo aspetto è invocato a gran voce l'intervento del governo. Ma partiamo dall'inizio e andiamo vedere da cosa è composto il prezzo della benzina, cosa sono le accise sul carburante e quali stiamo ancora pagando.

Di cosa si compone il prezzo della benzina?

Possiamo dire che il costo della benzina è composto principalmente da tre fattori: innanzitutto abbiamo il prezzo al netto delle imposte che viene deciso da chi vende il carburante e quest'ultimo comprende il costo della materia prima, il costo del trasporto e anche il guadagno di chi gestisce il distributore. Poi abbiamo l'IVA, ovvero l'imposta sul valore aggiunto e infine abbiamo l'accisa ovvero un'imposta indiretta che colpisce alcuni beni al momento del consumo o della produzione come l'energia elettrica o le sigarette.

Stando alle ultime rilevazioni del Ministero della Transizione ecologica, nella settimana tra il 28 febbraio e il 6 marzo, un litro di benzina in Italia è costato in media 1,95 euro. Di questo: 0,87 euro corrispondono al prezzo netto, 0,35 euro all'Iva e circa 0,73 euro sono destinati alle accise. Semplificando possiamo dire che il 55% del prezzo di un litro di benzina va in accise e imposte. Bisogna inoltre evidenziare come anche negli altri Paesi Europei il prezzo del carburante viene determinato in maniera simile e, in base ai dati dello scorso novembre, tra i Paesi che hanno le imposte indirette più alte sul carburante c'è anche il nostro.

Cosa sono le accise?

Le accise, così come dicevamo prima, sono quindi delle tasse indirette che vengono poste dallo Stato sulla produzione o la vendita dei prodotti di maggior consumo. Quest'ultime sono state utilizzate anche per fronteggiare disastri naturali e per far fronte a situazioni di emergenza in quanto offrono un gettito immediato e costante per le casse dello Stato.

Questo perché i beni tassati hanno una domanda inelastica, ovvero la domanda di carburanti, energia elettrica, di sigarette non cambia molto all'aumentare del loro prezzo. Un altro vantaggio è che basta davvero poco per alzare i prezzi di questi beni in modo da far fronte alle esigenze di bilancio in modo rapido ed efficace.

Tra le accise che sono attualmente in vigore, oltre a quelle sul carburante abbiamo quelle sulle bevande alcooliche, sui fiammiferi, sulle sigarette, sull'energia elettrica e sugli oli lubrificanti.

Quali sono le accise sul carburante?

Ma quante e quali sono le accise sul carburante che stiamo ancora pagando? Sono ben 18, eccole qui:

  • finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro;
  • ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro;
  • ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro;
  • ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro;
  • ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro;
  • ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro;
  • finanziamento missione ONU in Libano (1982 - 1983) – 0,106 euro;
  • finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro;
  • rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) - 0,020 euro;
  • acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro;
  • ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro;
  • finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071;
  • finanziamento crisi migratoria libica (2011) - 0,040 euro;
  • ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro;
  • finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro;
  • finanziamento per ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro;
  • finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro;
  • finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024.

Si può notare come il ricorso alle accise sia aumentato tra il 2004 e il 2014 quando in soli dieci anni sono state introdotte ben dieci accise a fronte delle otto che erano state introdotte nel quarantennio che va dal 1956 al 1996. Tutte le accise riportate sopra nel 1995 sono state unificate in un'unica imposta che nel 2021 ha fruttato quasi 24 miliardi di euro.

E la guerra in Etiopia?

Nelle ultime ore l'eurodeputata Ceccardi ha sostenuto sui social che "in teoria" con le accise si continua a finanziare ancora "la guerra d'Etiopia" ovvero quel conflitto iniziato nel 1935 per volere del governo fascista di Benito Mussolini.

In realtà, a quattro mesi dalla conclusione del conflitto, il 12 settembre 1936 come si rileva da un articolo di allora pubblicato su La Stampa venne cancellato l'aumento del costo della benzina per far fronte alle spese belliche della guerra dell'anno precedente. Inoltre, anche per le altre voci che in teoria peserebbero sul prezzo della benzina, c'è da osservare che dal 1995 l’accisa sul carburante è definita in modo unitario da un decreto del Governo Dini: in pratica, come spiega un articolo di Pagella Politica, oggi per l'accisa del carburante esiste una sola aliquota, che non distingue tra le diverse componenti.

Paolo Di Falco