
“Ho deciso che oggi non mi sottoporrò all’esame orale, non certo perché io ne abbia paura o perché non abbia studiato, ma perché non voglio accettare il vostro giudizio che non rispecchia il mio lavoro e perché non tollero la mancanza di rispetto nei miei confronti”.
Queste sono le parole lette durante l’esame orale da Linda, 18 anni, in uscita dalla Maturità classica in un liceo di Venezia.Tutto è partito dai voti troppo bassi alla seconda prova che verteva sulla versione di greco tratta da Minosse o della legge di Platone. Da qui è nata la protesta che ha portato altre due studentesse a boicottare l’esame orale di Maturità.
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Linda ambiva a uscire dal liceo con 90 o 95 punti su 100, a fronte di una media dell’8,7. Ma qualcosa è andato storto, e non solo a lei. In tutta la classe di 14 persone soltanto quattro persone sono riuscite a raggiungere la sufficienza (12 su 20). Tra questi anche Linda, che però si aspettava molto di più.
Ecco perché la 18enne, insieme alle compagne Virginia e Lucrezia, ha messo a punto la sua protesta sottraendosi all’orale dell’esame di Stato, svoltosi il 25 giugno.
Il racconto di Linda: “Noi le ingiustizie non le accettiamo. Non ho risposto e me ne sono andata”
“Sono entrata, ho firmato e ho letto la lettera”, racconta a ‘La Repubblica’ la 18enne, promessa dell’atletica promessa dell’atletica leggera già ammessa con borsa di studio alla Miami University in Ohio. “Tutti sono rimasti spiazzati. Poi ho chiesto che mi mostrassero la versione di greco per vedere i mie errori e li ho contestati riportando quello che diceva il dizionario di greco. C’erano delle correzioni assurde”. E ancora: “Quando ho capito che non c’era possibilità di dialogo ho lasciato perdere. Oggi abbiamo avviato la richiesta agli atti. Parleranno i fatti”.
Continua a raccontare Linda: “Alla fine di tutto la presidente di commissione ha detto che le ingiustizie ci sono, fortificano e vanno accettate. Ma perché? Noi invece le ingiustizie non le accettiamo. Non ho risposto e me ne sono andata. Lo stesso hanno fatto le mie due compagne che hanno una media molto alta e che hanno letto la lettera”.
La lettera di protesta: “Questo non è il nostro fallimento, ma il vostro!”
Qui di seguito la lettera integrale scritta per l’occasione da Lucrezia:
“Gentili professori,
Ho deciso che oggi non mi sottoporrò all’esame orale, non certo perché io ne abbia paura o perché non abbia studiato, ma perché non voglio accettare il vostro giudizio che non rispecchia il mio lavoro e perché non tollero la mancanza di rispetto nei miei confronti.
Mi ero immaginata la maturità come la celebrazione del percorso fatto fino ad oggi, invece sono sempre più convinta che sia l’apogeo delle ingiustizie subite da noi studenti.
Così voglio smettere di stare al gioco ipocrita di questo sistema scolastico, di questa scuola e di questi professori continuando ad annuire e sorridere a qualsiasi cosa. Non accetto più questo meccanismo che dà potere indiscusso e incontrollato agli insegnanti e che sembra avere come unico scopo quello di rendere infelici e insicuri il maggior numero di studenti possibile.
Rispettare l’istituzione, questo è quello che ci viene detto di fare, non vale però il contrario. I torti subiti sono tanti, questi sono solo alcuni: certi professori che in dad non hanno fatto lezione per mesi perché, a detta loro, non avevano i mezzi per farla, altri che regolarmente non si presentano alle interrogazioni da loro programmate, insegnanti cambiati nonostante rimanessero in questa scuola, docenti che sostituiscono la propria lezione con la lettura dai libri di testo e, ancora meglio, la promessa di essere tutelati che è valsa per uno solo di noi. Alla fine però sono solo gli studenti ad essere considerati insufficienti. Per questo vorrei che tutti i professori si facessero un esame di coscienza e si chiedessero: “il mio lavoro è sufficiente?”
E adesso, quando si giunge alla conclusione di questo percorso, vengo punita senza una ragione con un voto che in ogni caso non corrisponde né alla prova svolta né alla mia preparazione, e quindi mi chiedo se sia veramente sensato continuare ad essere sminuita da una commissione che evidentemente non ci porta rispetto. La risposta è no, non voglio continuare, preferisco lasciare questa scuola cosciente del mio bagaglio culturale acquisito anche grazie a insegnanti valevoli e delle mie capacità che mi hanno permesso di ottenere una borsa di studio completa negli Stati Uniti piuttosto di vedere violata la mia dignità.
Questo non è il nostro fallimento, ma il vostro!”.