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commissari esterni maturità 2016, quando la commissione era tutta interna

Commissari esterni maturità 2019, sono loro l’incubo dei maturandi. I nomi dei commissari esterni saranno disponibili dai primi giorni di giugno sul sito del Miur, e vi immaginiamo già davanti al monitor pieni di ansia, in attesa di conoscere il nome di quelli che immaginano come terrificanti mostri a tre teste.

Sì, perché da quando le commissioni d’esame sono tornare ad essere miste gli studenti vivono nell’incubo del “prof che non conosco”. Per questo moltissimi maturandi useranno la loro arma segreta, Facebook, per scovare più informazioni possibili sui commissari esterni. In quale scuola insegnano, quali sono i loro argomenti preferiti, che domande fanno, ma soprattutto: sono dolci e amorevoli o cattivi e carogne? Questi i dubbi che affollano le teste dei ragazzi alle prese con la maturità e che probabilmente presto avranno risposta. Ma non sempre è stato così. C'è stato un tempo in cui i commissari esterni non esistevano, e tutto l'esame si svolgeva sotto la rassicurante - non sempre a dir la verità - ala della commissione interna. Ma com’erano, invece, le commissioni (e quindi gli esami) quando erano composte solo da membri interni? Il primo Ministro dell’Istruzione ad inserire la commissione d’esame completamente interna è stata Letizia Moratti nel 2001. Prima di allora, infatti, a partire dal 1923, anno di inserimento dell’esame di maturità 2019, le commissioni erano o esterne o miste. I maturandi dal 2001 al 2006 hanno dovuto affrontare la maturità avendo a che fare solo con i propri docenti, fino alla reintroduzione della commissione d’esame di maturità mista nel 2007, dall’allora ministro Giuseppe Fioroni.

La commissione meglio interna?

Ma una commissione d’esame completamente interna era un vantaggio o no, per gli studenti? Da quando le regole sono cambiate i maturandi rimpiangono i vecchi tempi e invidiano con pervicacia quelli che li hanno preceduti, considerandoli i più fortunati di sempre. In realtà, non bisogna sottovalutare gli effettivi vantaggi che una commissione d’esame esterna può comportare. Un prof che non conosce gli alunni che ha davanti, ad esempio, sarà sicuramente più neutrale e giudicherà gli studenti solo ed esclusivamente per le loro conoscenze. In più, proprio perché non conoscono l’effettivo svolgimento del programma durante l’anno scolastico, sarà difficile che si intestardiscano a voler ricevere una risposta a domande sulle quali vedono un certo tentennamento da parte degli studenti.