Concetti Chiave
- Alessandro Manzoni, nato a Milano nel 1785, è cresciuto sotto l'influenza delle idee illuministiche e romantiche, frequentando intellettuali come Vincenzo Cuoco e Ugo Foscolo.
- Manzoni si avvicina al cattolicesimo nel 1810, integrando le sue aspirazioni illuministiche con una profonda spiritualità, cercando di conciliare ragione e fede nella sua opera.
- I Promessi Sposi è il culmine del suo lavoro letterario, affrontando temi di giustizia e provvidenza attraverso personaggi delle classi umili, riflettendo sulla realtà storica e sociale del tempo.
- Manzoni crede nella funzione etico-civile della letteratura, sostenendo che debba avere il vero come soggetto, l'utile come scopo e l'interessante come mezzo per l'interpretazione della realtà.
- Le sue tragedie, Il conte di Carmagnola e Adelchi, rompono con le convenzioni classiche, proponendo una drammaturgia romantica che enfatizza temi di giustizia storica e morale.
Indice
Infanzia e Formazione di Manzoni
Manzoni nacque a Milano il 7 Marzo 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria e dal conte Pietro Manzoni.Alessandro viene istruito in collegi religiosi ma è attratto dalle idee democratiche e libertarie provenienti dalla Francia. Dopo il collegio e l’università egli si accosta agli ambienti milanesi e veneziani frequentati dagli intellettuali illuministi come Vincenzo Cuoco e Ugo Foscolo. L’incontro con Vincenzo Monti invece,lo sprona alla composizione dei primi versi classicistici,infatti compone: Del trionfo della libertà e i satirici Sermoni. Nel 1805 raggiunge a Parigi la madre che,dopo aver lasciato il marito si mise con l’intellettuale milanese Carlo Imbonati al quale dedicò il carme In morte di Carlo Imbonati dato che aveva rivestito un ruolo fondamentale per la formazione del giovane Alessandro. Nel 1808 sposa Enrichetta Luigia Blondel. Nel 1810 ci sarà il ritorno in Italia,dividendosi tra Milano e la villa di Brusuglio. Sotto la guida di monsignor Luigi Tosi nasceranno gli Inni Sacri e le Osservazioni sulla morale cattolica. Dopo una nuova stimolante parentesi parigina , a Milano comincia per Manzoni un’intensa stagione creativa che ha nel 1821 il suo culmine. Comporrà La Pentecoste, le due odi civili maggiori e I Promessi Sposi. Dal 1833 numerosi lutti e problemi familiari funestano la vita di Manzoni. Egli si dedicherà alla vita politica dove,infatti,nel 1860 sarà nominato senatore del Regno d’Italia da Vittorio Emanuele II. Manzoni muore il 22 Maggio 1873. Tutta Milano parteciperà al suo funerale e Giuseppe Verdi gli dedicherà la sua Messa da Requiem nel primo anniversario della morte.
Influenze e Conversione
Manzoni è la fusione dell’Illuminismo con un grande moto di rinnovamento romantico. A Milano dove erano ancora vive le influenze dell’esperienza luministica legata al periodo Il Caffè>> dei fratelli Verri,e agli scritti del nonno Cesare Beccaria,dalla quale egli ricava l’idea di un forte impegno civile dell’intellettuale della letteratura come strumento di analisi critica della realtà,della responsabilità etica dell’uomo per le proprie azioni nella storia. Su questa base si innesterà l’apporto di un cattolicesimo oltre che molti degli aspetti più significativi del Romanticismo risorgimentale italiano.
Ideali Romantici e Cattolicesimo
Manzoni simpatizzava per le idee rivoluzionarie giacobine e per l’anticlericalismo di alcuni esuli napoletani, rifugiatisi in Lombardia dopo la caduta della Repubblica partenopea nel 1799. Tra questi Vincenzo Cuoco che lo avvicina al pensiero di Giovanbattista Vico e lo spinge ad approfondire la ricerca storia in chiave sociale. Gli anni parigini per arricchire di nuovi apporti questa concezione,grazie soprattutto all’intenso dialogo culturale,appartenenti alla cerchia degli idéologues. Quest’ultimi sostenevano infatti la natura della storia come scienza esatta,basata su un’attenta ricerca delle fonti e su una sorvegliatissima osservazione e ricostruzione dei fatti. Il 1810 segna la data simbolica dell’adesione di Manzoni alle idee romantiche e della conversione al cattolicesimo. Romantico è in Manzoni l’interesse per la storia e il Medioevo. Romantica è l’adesione al vero,dentro cui sono cercati e rappresentati gli ideali,sia quelli umani sia quelli di fede. Romantico è il rifiuto delle regole aristoteliche dell’unità del tempo,luogo e azione nelle tragedie. Romantica è infine la sensibilità per i temi civili e patriottici: anche se quest’ultima non si tradurrà in un azione pragmatica e diretta,Manzoni appoggerà sempre e convintamente le idee liberali e il progetto di uno Stato unitario,indipendente e moderno. Si viene cosi a definire una visione in cui gli ideali romantici e risorgimentali di un’Italia libera e indipendente si coniugano con quelli di un cattolicesimo liberale che prevede l’azione congiunta di cultura e politica per un rinnovamento delle coscienze , capace di incidere sulla storia e determinare un diverso destino per la patria.
Conversione e Spiritualità
L’esempio idealizzato di Carlo Imbonati diviene nell’immaginario del giovane Alessandro un altissimo modello di rigore intellettuale e morale. Sarà però proprio negli anni parigini che matura l’avvicinamento e quindi la conversione al cattolicesimo. La religione non è vissuta da Manzoni solo come esperienza interiore e individuale : essa interviene a dare un volto nuovo alle antiche aspirazioni illuministiche,all’ansia di libertà, di giustizia e di fratellanza. La conversione del 1810 è dunque l’esito di un processo lento e travagliato da cui rimisurare e reinterpretare il mondo nel tentativo di coniugare ragione e fede. La religiosità manzoniana è animata dunque da una spiritualità che non prescinde mai dalla realtà, perché è in essa che Dio si manifesta: sul piano storico e collettivo , attraverso l’intervento della Provvidenza , su quello individuale , attraverso la coscienza. L’ostacolo maggiore che il cristiano trova infatti sul suo cammino spirituale consiste nel dare una spiegazione razionale all’esistenza del male sulla terra. Per quanto prodotto dagli uomini, il Male sembra inesorabile e pervasivo , e la ragione umana, che si esprime nella giustizia e nelle leggi, non basta a mettervi argini solidi e duraturi . Manzoni è più scettico su questo punto : sulla terra non sembra esserci spazio per l’azione giusta e per il riconoscimento dei meriti dell’onestà né bastano riforme e leggi ‘’illuminate’’ per garantire che ciò avvenga. La visione manzoniana è infatti caratterizzata dalla fiducia nell’esistenza di una forza provvidenziale intesa al bene dell’uomo. In questo senso è fondamentale il ruolo storico e civile della Chiesa che deve guidare e sostenere gli uomini nell’arduo cammino terreno e difenderli dalle prevaricazioni dei potenti. La provvidenza agisce in maniera nascosta, attraverso la Grazia non forza l’uomo, che rimane libero nelle sue scelte. Di qui il tema della responsabilità individuale di fronte alle ingiustizie della storia. La sofferenza diventa perciò occasione privilegiata di conversione e quindi di salvezza : è il motivo della provida sventura che offre un’occasione di riscatto e di salvezza a Napoleone nel Cinque Maggio.
Ricerca del Vero
Nella molteplicità dei generi sperimentati è sempre la ricerca del vero ad animare la sua opera. Manzoni infatti ricostruisce con scrupolo storico l’ambientazione, a partire da un’attenta opera di documentazione che fa di lui uno degli intellettuali più colti del suo tempo. La sua ricerca sarà dunque orientata a sperimentare quei generi letterari che meglio avrebbero potuto dar voce a quell’immensa moltitudine di cui nessuna storia si occupa ed a penetrare nelle pieghe riposte dei fatti storici e dei protagonisti,così da farne affiorare la dimesione morale e psicologica. Manzoni sostiene l’attività poetico-letteraria con un’intensa opera di riflessione critica e teorica, in cui giustifica le sue scelte, chiarisce la sua poetica e ne divulga i concetti-chiave.Tra i principali scritti di teoria letteraria degni di nota sono : la Prefazione al conte di Carmagnola ; diverse lettere tra cui la Lettera sul Romanticismo che contiene la sistematizzazione teorica più compiuta della sua poetica. Al centro della poetica teorica manzoniana si pongono con forza due temi fra loro collegati : 1) il rapporto che lega storia e poesia 2) la funzione etico-civile della letteratura. Se la storia infatti racconta gli eventi (fondo storico) la poesia tenta di ricostruire secondo verosimiglianza. L’attenzione di Manzoni si concentra su quella che egli definisce la parte negativa del sistema romantico, cioè i tre principali obiettivi polemici della battaglia romantica contro il classicismo : il ricorso alla mitologia, il principio di imitazione e l’ossequio alle regole. Nella sezione successiva della lettera , che affronta la > della linea romantica, Manzoni fissa il suo concetto di poetica nella celebre formula secondo la quale la letteratura deve avere il vero come soggetto, l’utile come scopo e l’interessante come mezzo. La realizzazione di questa poetica passerà attraverso la lirica religiosa, quella civile e il teatro,per approdare infine al romanzo , il genere nuovo in cui culmina questa sperimentazione. Il romanzo per Manzoni si propone dunque come un sistema di conoscenza e d’interpretazione totale del reale, situato al confine tra la drammaturgia e il saggio. Già a partire dagli anni Trenta Manzoni avvia un progressivo ripensamento : nello scritto Del romanzo storico , intrapreso a ridosso dell’edizione del 1827 dei Promessi Sposi ma pubblicato nel 1850, espone i suoi dubbi in relazione al rapporto tra storia e invenzione romanzesca. La riflessione si conclude perciò con la condanna del romanzo storico e di tutti i componimenti misti di storia e di invenzione.
Poetica e Letteratura
La prima produzione poetica manzoniana risale agli anni giovanili. La produzione compresa in quest’arco cronologico si lega da un punto di vista ideologico alla formazione illuministica,mentre sul piano poetico, si ispira ai dettami del Neoclassicismo. Già però nel carme In morte di Carlo Imbonati , Manzoni fa uso delle sue scelte letterarie superando il culto per la forma in direzione di un programma etico e civile più impegnato. Da un lato Manzoni si orienta verso l’innografia sacra, dall’altro verso la poesia civile. In realtà, nonostante la distanza delle tematiche affrontate, questi due diversi orientamenti sono accomunati da un affine impegno morale.
Gli Inni Sacri.
Gli Inni Sacri
– Manzoni matura il progetto degli Inni Sacri all’indomani della conversione : l’dea iniziale è quella di comporre dodici inni, ognuno teso a celebrare e illustrare altrettante festività dell’anno liturgico cattolico. Gli Inni Sacri sono animati più da un movente etico-civile che da uno intimo e soggettivo , in quanto Manzoni abbandona i modi tradizionali della lirica, tendenzialmente concentrata sull’io del poeta che si riflette sul mondo circostante, per aderire a una nuova prospettiva. Attraverso gli Inni Sacri sono così spiegati il significato e il valore, sia religioso sia morale e sociale , di alcune festività cristiane relative a momenti significativi dell’incontro dell’uomo con Dio. In questo modo la poesia sacra, in quanto rivolta a tutti i cristiani, diventa poesia popolare e la voce del poeta si fa voce corale del popolo di Dio. Nel progetto che presiede agli Inni vanno dunque a confluire l’impegno cristiano del neo-convertito Manzoni con la poetica romantica che coniuga l’adesione al vero e alla storia con la poesia. Per realizzare questo intento ambizioso , Manzoni deve trovare una lingua e uno stile non retorici né aulici, ma capaci di rinnovare la tradizione lirica italiana e di chiarire con incisività e forza espressiva, e a un ampio pubblico , concetti alti e complessi. Di qui la rinuncia all’io per adottare il noi , la scelta di una sintassi semplice , costruita su frasi brevi e incisive , e la decisione di escludere il verso endecasillabo a vantaggio di versi meno usati e più cantabili. Manzoni per la struttura di ciascun inno: 1) nella prima parte viene dichiarato il tema; 2) la seconda parte è occupata dalla narrazione dell’evento sacro; 3)la terza parte è riservata alla riflessione sull’attualità dell’evento sacro, calato nella vita del cristiano.
Le odi civili.
Le Odi Civili
– Due sono le liriche civili complete e pubblicate in vita dall’autore: Marzo 1821 e il Cinque Maggio, entrambe composte nel 1821. A queste due liriche vanno aggiunte almeno la canzone in 91 versi Aprile 1814 e il frammento Il proclama di Rimini, composto di 51 versi interrotti bruscamente come l’occasione che li ha suscitati ,cioè l’effimero sogno di Gioacchino Murat. Nelle odi emerge con forza la fede di Manzoni nell’unità nazionale; proprio nel Proclama di Rimini si legge al riguardo: ‘Liberi non sarem, se non siam uni’. Le linee ideologiche manzoniane si fondano sul rapporto strettissimo tra la battaglia per l’unità della nazione e il ruolo della Chiesa e dei cattolici nella prospettiva unitaria e liberale. Manzoni riteneva invece che la religione cattolica potesse svolgere un ruolo importante nella battaglia per la libertà . Prima che su basi politiche, tale libertà doveva fondarsi su basi morali identificabili con i princìpi cristiani. Anche in virtù delle convinzioni cattolico-liberali che ispirano Manzoni è possibile cogliere una linea che collega Inni sacri e Odi. Molti temi e persino alcune espressioni comuni mostrano al lettore una sottile fratellanza ideologica tra le due opere. Essa è visibile, ad esempio, nel legame interno che salda un inno come La Pentecoste e un’ode come il Cinque Maggio. Per certi aspetti l’ode solenne scritta in memoria di Napoleone Bonaparte può essere letta come un ‘inno sacro’ .
Le Tragedie
Le tragedie – Manzoni arrivò all’ideazione e alla composizione di due tragedie d’argomento storico ( Il conte di Carmagnola e Adelchi ). Su di lui agiscono in particolare alcune sollecitazioni dirette; la collaborazione con il gruppo romantico del Conciliatore; il confronto quotidiano con intellettuali francesi; la passione maturata verso la storiografia. E’ opinione diffusa, che le tragedie manzoniane fossero state scritte più per essere lette che per essere rappresentate e che Manzoni avesse una scarsa attitudine verso il teatro e la tragedia. Egli tuttavia volle cimentarsi in queste due opere innanzitutto perché persuaso dell’utilità della tragedia e poi per elaborare una drammaturgia romantica e moderna. Ai modelli canonici viene dunque opposta la grandezza di Shakespeare che non aveva seguito le tre unità nella sua vasta produzione teatrale e aveva inoltre saputo mescolare sublime e quotidiano, scardinando le divisioni tra i generi tragico e comico. Lo scrittore tragico è chiamato a : 1) focalizzare il soggetto su eventi storici precisi; 2) riservarsi una funzione d’intervento diretto; 3) stimolare nel fruitore una coscienza critica ed etica. Sul piano della struttura del dramma, il contributo originale di Manzoni è costituito dalla presenza dei cori. Essi si differenziano dai cori dell’antica tragedia greca in quanti questi ultimi davano voce e corpo. Manzoni ripristinando l’istituzione del coro drammatico, lo trasforma in quello che lui stesso definisce un cantuccio lirico , in cui l’autore può esprimere ‘oggettivandola’ un’opinione personale, senza interferire con l’azione drammatica e soprattutto senza ‘prestare ai personaggi i suoi propri sentimenti’ .
Il Conte di Carmagnola
Il conte di Carmagnola – Al centro de Il Conte di Carmagnola vi è la vicenda quattrocentesca del capitano di ventura Francesco Bussone che dopo essersi distinto nella lotta per la successione a Giovanni Maria Visconti cade in sospetto presso il nuovo duca Filippo Maria e decide di offrire i suoi servizi al principale avversario politico e militare di Milano. L’edizione a stampa, datata 1820 reca una prefazione teorica. Nell’atto I, è l’attentato di Carmagnola ordito da Filippo Maria Visconti, che fallisce ma provoca lo sdegno del Senato veneziano, e in particolare di Marco, fido amico del capitano. Scoppia così la guerra di Venezia contro Milano. L’atto II è dominato dalla grandiosa sfida militare di Maclodio vinta dai veneziani: il coro finale commenta questa guerra intestina che lacera il territorio italiano. Nell’atto III, la clemenza del protagonista verso i milanesi fa riaffiorare il sospetto nei suoi confronti da parte della Serenissima. Così nell’atto IV si assiste alle accuse sempre più aspre dei senatori e del doge e dell’abbandono di Marco, che alla fine opta per la ragion di Stato piuttosto che per la fedeltà al Carmagnola. Nel V atto il protagonista viene messo nella condizione di non potersi difendere, viene infine condannato all’esecuzione capitale. Con queste scelte Manzoni abbraccia una lettura dell’eroe in positivo, considerandolo una vittima della storia e della ragion di Stato. Manzoni nei confronti del tema dell’ingiustizia umana e terrena che si abbatte sugli innocenti tornerà centrale nei Promessi Sposi.
Adelchi.
Adelchi
– Al centro del tema vi è il contrasto tra un personaggio giusto (Adelchi) e la necessità storica; attraverso la figura di Ermengarda è introdotto il tema della ‘provida sventura’. Questo mette in mostra, dà valore alla grande rilevanza per la documentazione storica. Inoltre viene fatto il recupero del coro come spazio in cui l’autore può esporre le proprie considerazioni morali.
I promessi Sposi.
I Promessi Sposi
– Il tema dei promessi sposi ricade su quella che era la forza oppressiva che schiaccia gli umili,infatti affronta il tema della Giustizia e della Provvidenza e irriducibilità del Male nella storia. Sul piano sociale ruolo fondamentale ha la chiesa. Un attenzione particolare da parte di Manzoni viene fatta nel momento in cui decide di focalizzare la propria attenzione su personaggi appartenenti alle classi umili e alla rappresentazione delle masse. Vengono fatte diverse redazioni del romanzo: abbiamo la prima che (fermo e lucia) fu più volte interrotta. Presenta numerose digressioni; la lingua di base toscano letterario, innesta numerosi apporti dal francese al milanese. Nell’edizione del 1827 l’autore ridimensiona molte digressioni e muta il nome dei personaggi; i toni della narrazione sono più pacati; la lingua è il toscano letterario. Nella Quarantana la lingua è modellata sul toscano parlato colto; come appendice viene inserita la Storia della colonna infame; ricco apparato iconografico a cura di Gonin.
Domande da interrogazione
- Quali sono le influenze principali nella formazione di Alessandro Manzoni?
- Come si manifesta la conversione al cattolicesimo di Manzoni nella sua opera?
- Qual è il ruolo della storia nella poetica di Manzoni?
- In che modo gli "Inni Sacri" riflettono l'impegno etico-civile di Manzoni?
- Quali sono le caratteristiche delle tragedie di Manzoni e il loro scopo?
Manzoni è stato influenzato dalle idee illuministiche e romantiche, nonché dal cattolicesimo. Ha frequentato ambienti intellettuali a Milano e Parigi, e la sua formazione è stata segnata dall'incontro con figure come Vincenzo Cuoco e Vincenzo Monti.
La conversione di Manzoni al cattolicesimo nel 1810 ha portato a una reinterpretazione delle sue aspirazioni illuministiche, integrando la fede con la ragione. Questo si riflette nei suoi scritti, dove la religiosità è vista come un mezzo per affrontare le ingiustizie storiche e personali.
Manzoni vede la storia come un elemento centrale nella sua poetica, utilizzando la ricerca storica per dare voce a eventi e personaggi trascurati. La sua letteratura cerca di coniugare il vero con l'utile e l'interessante, esplorando la dimensione morale e psicologica dei fatti storici.
Gli "Inni Sacri" di Manzoni, nati dopo la sua conversione, mirano a celebrare festività cristiane con un approccio etico-civile, abbandonando la lirica tradizionale per una prospettiva corale che unisce religione e morale sociale.
Le tragedie di Manzoni, come "Il Conte di Carmagnola" e "Adelchi", sono caratterizzate da un focus su eventi storici e una drammaturgia romantica. Manzoni utilizza il coro per esprimere opinioni personali e stimolare una coscienza critica ed etica nel pubblico.