Concetti Chiave
- Varrone, nato a Rieti nel 116 a.C., è considerato il più prolifico autore della letteratura latina con 74 opere e 620 libri, dedicandosi a studi di grammatica, retorica e filosofia.
- Le sue opere, come le "Antiquitates" e il "De lingua latina", hanno contribuito alla riscoperta e valorizzazione delle civiltà passate, analizzando istituzioni e costumi antichi.
- Varrone ha svolto un ruolo significativo nella creazione della prima biblioteca pubblica romana sotto Cesare, segnalando il passaggio dal collezionismo di libri greci a volumi latini curati.
- La sua opera enciclopedica "Disciplinae" abbraccia le arti liberali, aggiungendo medicina e architettura, mostrando un approccio eclettico e interdisciplinare.
- Le "Saturae Menippeae" mescolano prosa e verso in una critica satirica della società contemporanea, ispirata dalla filosofia cinica e condannando i vizi moderni.
Indice
Varrone - Biografia e opere
Nacque a Rieti, nel 116 a.C., e morì nel 27 a.C.
Nel I secolo a.C. gli interessi filologici e le ricerche erudite di antiquaria crebbero nella cultura latina: si riproponevano le civiltà passate attraverso le loro abitudini e i loro usi, cresceva un amore per quel passato che andava riscoperto, perché il presente non aveva niente da offrire.
A Roma raccogliere libri significò, per lungo tempo, collezionare volumi greci perché, come affermano autori latini rinomati come Catullo e Cicerone, i libri latini erano di pessima qualità, di materiale scadente, poco curati graficamente e poco chiari.
Contemporaneamente alla ripresa del passato si assiste ad una svolta che porta anche nel mondo latino dei volumi curati come i greci sapevano fare, impaginati a colonne strette, con scritture ornate ed eleganti, con titolo e nome degli autori a conclusione dell’opera.
In questo contesto, si colloca Varrone, considerato un doctissimus Romanorum, il personaggio più significativo di questa ripresa del passato e monumento per l’erudizione.
Nacque da una famiglia agiata ricca di latifondisti e si dedicò per tutta la vita all’attività di studioso e scrittore: studiò grammatica, retorica e filosofia, assumendo una posizione di impostazione eclettica e scrisse 74 opere, per un totale di 620 libri, divenendo il più fecondo autore della letteratura latina.
Fu collaboratore d
Dopo la morte di Cesare, nella parte finale della sua vita, riuscì d ingraziarsi il suo successore Ottaviano, confermando con la sua autorevolezza di erudito l’origine divina della gens Iulia.
Con Varrone l’antiquaria si stacca dalla storia e diviene una disciplina autonoma: diviene la ricerca e lo studio delle tradizioni co
La sua lingua è generalmente ruvida ma chiara, prevalgono paratassi, brevitas e troncamenti (che rimandano al modello catoniano), il lessico è vario, impastato di arcaismi, popolarismi e termini dotti e raffinati; nei trattati tecnici si trovano molti termini scientifici e nelle opere di maggiore creatività l’espressione è vivace e colorita.
Opere
Varrone si occupò di entrambe le attività, infatti ricordiamo, rispettivamente, le Antiquitates e il De comoediis Plautinis. Si ricordino anche le Imagines ,il De lingua latina, le Disciplinae, il De re rustica, i Logistorici, le Saturae Menippeae.
• Antiquitates – opera di argomento storico-antiquario: suddivise in Antiquitates rerum humanarum e Antiquitates rerum divinarum costituiscono la raccolta delle tradizioni, rispettivamente civili e religiose, della cultura latina; in quest’opera notiamo l’accettazione dell’ idea secondo cui Roma abbia accettato e amalgamato molteplici approcci stranieri, e la visione scettica e razionalistica dell’autore: analizzando il fatto religioso distingue tre modi di concepire il rapporto con la divinità: religione “favolosa” (basata su mitologia e rielaborazione poetica), “naturale” (propria dei filosofi che possono raggiungere le verità più alte), “civile” (comprende le divinità e i culti riconosciuti dallo Stato).
• De comoediis Plautinis –opera filologica: analizza il corpus di commedie attribuite a Plauto: delle 130 Varrone, con la sua grande competenza linguistica e la conoscenza dello stile plautino, ne indica 90 come sicuramente spurie, 19 dubbie e 21 autentiche.
• Imagines –libro illustrato (collegato alla tradizione aristocratica delle imagines): mostra, attraverso 700 ritratti, accompagnati da un piccolo epigramma e dei cenni biografici, di altrettanti personaggi celebri, il grande contributo di illustri greci e latini, che si erano distinti in vari campi politici, culturali, tecnici, per il progresso della città di Roma.
• De lingua latina –trattato sulla lingua di Roma: partendo dalle origini storiche, passa all’etimologia e giunge alla trattazione di morfologia, sintassi e stilistica; di quest’opera restano solo sei libri che testimoniano il modo in cui Varrone ricostruisce l’etimologia delle parole (seguendo un principio di origine storica secondo il quale le parole non sono scelte per convenzione ma perché contengono in esse il motivo del loro significato) e affrontano il problema della disputa tra analogisti (la lingua e la grammatica non devono essere soggette al cambiamento e devono essere rispettate in maniera fedele) e anomalisti (la lingua e la grammatica, come l’uomo, possono e devono cambiare ed evolversi), tra i quali l’autore assume una posizione intermedia.
• Disciplinae –enciclopedia: tratta e descrive le arti liberali; arti del trivio (ambito umanistico: dialettica, grammatica, retorica), arti del quadrivio (ambito scientifico- aritmetica, astronomia, geometria, musica) cui aggiunge medicina e architettura, per un totale di nove.
• De re rustica –opera didascalica in forma dialogica: in tre libri, è una guida sull’allevamento e sull’agricoltura; differenze dall’opera di Catone: lettori destinatari (Catone lo aveva destinato ai semplici contadini, mentre Varrone proponeva come lettore ideale il grande latifondista), livello letterario (l’opera di Catone è un manuale di uso pratico, l’opera di Varrone ha qualche pretesa letteraria), schiavi (in Catone venivano maltrattati, in Varrone sono trattati in modo più umano); analogie: criterio guida (in entrambi è l’utile, ossia il guadagno che in diverse forme deriva dall’agricoltura), tema (in entrambi si parla di agricoltura).
• Logistorici –opera a carattere divulgativo: in 76 libri, tratta, sotto forma di brevi trattati o dialoghi, argomenti di carattere morale, esemplificati ciascuno da un personaggio famoso, indicato nella doppia titolazione.
• Saturae Menippeae –opera letteraria con scopi edificanti in forma di intrattenimento: in 150 libri, sono componimenti in prosimetro di contenuto filosofico e satirico-morale, ispirati al cinico scrittore e filosofo Menippo, in cui si condannano i vizi moderni e l’immoralità della vita politica e si rimpiangono i buoni costumi antichi.
Domande da interrogazione
- Chi era Varrone e quale fu il suo contributo alla cultura latina?
- Quali furono le principali opere di Varrone e i loro temi?
- Come si distingue l'opera "Antiquitates" di Varrone?
- Qual è l'importanza del "De lingua latina" di Varrone?
- In che modo Varrone influenzò la filologia e l'antiquaria?
Varrone, nato a Rieti nel 116 a.C., fu un erudito romano considerato il più fecondo autore della letteratura latina. Contribuì alla cultura latina attraverso le sue 74 opere, che comprendevano 620 libri, e fu un pioniere nello studio delle tradizioni e delle istituzioni antiche.
Le principali opere di Varrone includono le "Antiquitates", il "De comoediis Plautinis", le "Imagines", il "De lingua latina", le "Disciplinae", il "De re rustica", i "Logistorici" e le "Saturae Menippeae". Queste opere trattano temi storici, filologici, linguistici, enciclopedici, agricoli, morali e satirici.
L'opera "Antiquitates" di Varrone è suddivisa in "Antiquitates rerum humanarum" e "Antiquitates rerum divinarum", raccogliendo tradizioni civili e religiose della cultura latina. Varrone analizza il rapporto con la divinità distinguendo tra religione favolosa, naturale e civile.
Il "De lingua latina" è un trattato sulla lingua di Roma che esplora l'etimologia, la morfologia, la sintassi e la stilistica. Varrone adotta una posizione intermedia nella disputa tra analogisti e anomalisti, contribuendo alla comprensione storica e linguistica del latino.
Varrone influenzò la filologia e l'antiquaria separandole dalla storia e rendendole discipline autonome. La sua ricerca mirava a ricostruire testi antichi nella loro forma originaria e a studiare le tradizioni per comprendere le istituzioni e i costumi antichi.