Concetti Chiave
- "De Catilina Coniuratione" è una monografia che tratta la congiura di Catilina nel 63 a.C., evidenziando l'ambizione e la corruzione dei nobili romani.
- "Bellum Iugurthinum" racconta le guerre di Giugurta, mettendo in luce la corruzione politica e militare di Roma e la discordia tra le fazioni.
- "Historiae" è un'opera storiografica che narra la storia di Roma dalla fine della dittatura sillana al 67 a.C., caratterizzata da un forte pessimismo.
- Sallustio si distingue per la sua capacità di sintesi e un uso stilistico originale, con tecniche come brevitas, variatio, gravitas e inconcinnitas.
- La visione storica di Sallustio è limitata da una prospettiva Roma-centrica e repubblicana, concentrata sul confronto tra nobili e plebei.
Indice
“De Catilina Coniuratione” -La congiura di Catilina
“La congiura di Catilina” è una monografia storica che racconta in 61 capitoli della Congiura di Catilina, avvenuta nel 63 a.C. Il protagonista è Catilina, discendente di una nobile famiglia, corroso dall’ambizione e con una personalità straordinaria ma sempre disposta al male, come i suoi congiurati, anche loro di famiglie nobili ma ugualmente degenerati, adulteri, dissipatori, indebitati.La storia è ambientata in una Roma oramai decadente e senza morali. Dopo la presentazione di Catilina, inizia un excursus (archeologia) sulla storia di Roma, che viene divisa in 2 fasi, a sua volta divisa in due tempi. La prima è positiva, legata alla monarchia, dove grazie al sinecismo e alla concordia, si stabilisce il potere regio. Con la nascita della Repubblica (secondo tempo della prima fase), nasce l’ambizione della gloria e delle ricchezze (cupido gloria). Ma con la conquista di altri territori, l’ambizione continua a crescere. La seconda fase va dalla distruzione di Cartagine a Silla, che con i suoi soldati predomina l’avarizia, la distruzione e le rapine. Sallustio specifica che la corruttela (composta da accumulo delle ricchezze, rapine e sperperi) viene dalla nobilitas, ed è la causa diretta del dominio di Catilina. Da una società dove sono praticati i mali maiores.
Catilina fu sconfitto due volte all’elezioni del consolato (i nobili votarono Cicerone solo per paura di Catilina). Dopo questo iniziò ad organizzare un colpo di Stato, assieme ai suoi seguaci, che erano immigrati scacciati per infamia e delitti, contadini in miseria, briganti, ex coloni sillani.
Catilina era mosso da ambizione personale, voleva distruggere gli equilibri del potere ed era un grande pericolo per lo Stato. Sallustio varie volte lascia intendere che Catilina fosse guidato da altre persone mai svelate. Catilina cercò il consenso popolare, progettò di assassinare i consoli, appiccare incendi e seminare caos per Roma, come a formare una nuova guerra civile. La congiura fu poi scoperta da Cicerone, che subito prese in mano la situazione e isolò Catilina in un angolo. L’organizzazione della congiura era infatti incauta, in quanto i seguaci di Catilina lasciavano molti segni. Cicerone fu attento, aveva informatori (come Fulvia, che aveva sentito del complotto da un suo amante e aveva riportato l’accaduto a Cicerone) e si faceva scortare da guardie armate. Catilina fu affrontato da Cicerone in Senato con una famosa invettiva, egli rispose in modo imbarazzato e scappò in Etruria dai suoi seguaci. L’errore decisivo fu quello di chiedere aiuto agli ambasciatori degli Allobrogi, una tribù gallica, che appena arrivati a Roma e indecisi tra una speranza insicura e un vantaggio certo, scelsero di rivelare tutto a Cicerone. Nel quadro complessivo negativo le uniche figure positive sono Cesare e Catone, dove il primo decide la confisca dei beni, il secondo la condanna a morte senza processo (sul modello dei Gracchi), e Sallustio porta avanti la proposta di Catone. I capi della congiura furono arrestati, incarcerati e giustiziati dopo un dibattito in Senato.
Gli ultimi capitoli dell’opera sono dedicati strage sanguinosa di Pistoia e della guerra di Catilina contro Antonio, dove pur di non farsi catturare si buttò in mezzo alla rissa e morì, cosi come i suoi seguaci.
La congiura di Catilina si basa su un solo evento, favorendo le capacità di sintesi e di chiaroscuro di Sallustio. Il racconto va a balzi, ma è conciso e con molte scene drammatiche, discorsi e riflessioni politiche ed etiche. Mostra quindi un quadro ben lucido della società romana, in cui operano Catilina e Cicerone. Dal punto di vista artistico mostra grandi momenti di pathos, tragedia, un clima di perversione e irrazionalità, nonostante la schematicità costruttiva. Dal punto di vista storiografico si sono molti errori storiografici, dovuti al fatto che Sallustio sopravvaluta la congiura di Catilina rispetto ad altri eventi, e nonostante i collegamenti con i precedenti sillani, la congiura appare isolata. Sallustio inoltre giudicava negativamente sia gli optimates che i populares.
Il “Bellum Iugurthinum” - La guerra Giugurtina
La “Guerra giugurtina” è un’opera storiografica di Sallustio, ambientata nel 111-105 a.C. Racconta delle guerre di Giugurta, un barbaro assetato di sangue e grande corruttore.Il proemio ritorna il quadro utopico anteriore alla sconfitta di Cartagine, ma il discorso si basa sulla discordia delle fazioni, che causa la corruttela, questa volta però non influisce l’aspetto morale, ma quello politico: la chiusura castale, accaparramento delle magistrature, soprusi dei nobiles. Sallustio riscopre l’importanza del tribuno dei Gracchi.
Giugurta, coerede della Numidia, provincia romana, uccide Iempsale e Aderbale chiede un arbitrato a Roma. Poco dopo viene torturato e ucciso a Cirta da Giugurta, assieme gli Italici. Roma fu chiamata a vendicare i suoi cittadini, ma Giugurta mandò i suoi emissari a corrompere i soldati romani, e cosi successe, in quanto gettarono le armi. Giugurta fu mandato a risolvere le operazioni militari di Cecilio Metello, con cui iniziò una guerra vera.
Tra gli ufficiali di Metello c’era Gaio Mario, un homo novus, che dopo vinte le elezioni consolari, tornò in Africa con un altro esercito. Questo esercito era formato dalla classe più povera di cittadini, che vennero trasformati in professionisti della guerra. Mario incalzo Giugurta e fu consegnato ai romani ni nel 105 a.C. Tra le trattative c’era proprio Lucio Silla, futuro rivale di Mario, che vengono presentati all’inizio delle loro carriere, in una specie di prologo. Un anno dopo Giugurta fu portato a Toma in catene e giustiziato in carcere.
Le “Historiae”
Le “Historiae” è un’opera storiografica divisa in 5 libri, una delle più importanti, anche se ci rimangono pochi frammenti. Narrava in forma annalistica la storia di Roma dalla fine della dittatura sillana (78 a.C.) al 67 a.C.Stende per la terza volta una sintesi della storia di Roma, rimane la discordia, ma scompare la visione utopica di Roma fino alla distruzione di Cartagine. I momenti positivi questa volta sono due: quelli dopo la cacciata dei re e alla seconda guerra punica. Sallustio da quest’opra già si rende conto della fine del regime repubblicano, dove finisce sia la nobilitas sia la res publica. In questa opera il pessimismo di Sallustio raggiunge il culmine.
Una delle parti più importanti rimaste è la lettera di Mitridate re del Ponto, nemico di Roma, al re parto Arsace, in cui si propone un’alleanza contro Roma. Roma proprio è descritta come una potenza aggressiva e rapace.
Tutti i personaggi sono descritti negativamente. Pompeo come uno scimmiottatore di Alessandro Magno, le accuse a Mario e Silla sono pesanti.
La parola dominatio torna in maniera quasi ossessiva.
Se nelle prime due monografie lo spazio era Roma/Etruria/Africa, ora abbiamo luoghi ed eventi molto più vasti, si parla di leggi per la prima volta, e il discorso storico si è dilatato e approfondito, cosi come i personaggi e i problemi, che si intrecciano man mano. Il pessimismo di Sallustio ha portato la capacità di comprendere, evitando la genericità.
Limiti
• La visione di Sallustio, essendo italiano, rimane da cittadino e Roma-centrica• Resta legato ad un confronto tra nobiles e populares, ovvero nobili e plebe, nonostante il discorso fosse molto più complesso
• Rimane legato alla visione costituzionalistica, basato su senato, magistrati e comizi, su ordine dei homines novi.
• Resta quindi profondamente repubblicano, non capisce le violazioni della costituzione
Caratteristiche importanti
• Sallustio è riuscito a scoprire le fasi determinanti della crisi del regime repubblicano• Ci presenta una visione non senatoria della storia del II e del I secolo, e per questo diventa il grande storico dell’età repubblicana
• Va a cercare le responsabilità della fine del regime plurisecolare, con una concezione drammatica e tragica della storia
• I discorsi sono trasformati in monologhi drammatici.
Stile di Sallustio
• Brevitas, ovvero la capacità di sintetizzare concetti e idee attraverso frasi tronche e veloci. Usa spesso l’asindeto e la paratassi, che rendono un periodo più coinciso e incalzante• Variatio, rifiuto di creare strutture regolari e simmetriche. Passa da un genere all’altro, cambia il singolare e il plurale, accosta presente e perfetto, dal concreto all’astratto. Inoltre utilizza molte antitesi e climax.
• Gravitas, uso di espressioni severe e arcaiche. Impiego di arcaismi (lubens invece di libens)
• Inconcinnitas, ovvero l’asimmetria, rifiuto di periodi ampi, regolari e fluenti. È usata soprattutto per i momenti più gravi.
La consapevolezza stilistica e uno stile originale rendono Sallustio uno dei più importanti.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della monografia "De Catilina Coniuratione"?
- Come viene descritta la società romana nell'opera di Sallustio?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche principali di Sallustio?
- Qual è l'importanza storica del "Bellum Iugurthinum"?
- Quali sono i limiti della visione storica di Sallustio?
La monografia "De Catilina Coniuratione" di Sallustio racconta la congiura di Catilina del 63 a.C., evidenziando l'ambizione e la degenerazione morale dei nobili romani, con Catilina come figura centrale.
Sallustio descrive la società romana come decadente e priva di morale, dominata dall'ambizione e dalla corruzione, con una critica sia agli optimates che ai populares.
Sallustio è noto per la sua brevitas, variatio, gravitas e inconcinnitas, che si manifestano in frasi concise, cambiamenti di stile e uso di espressioni arcaiche.
"Bellum Iugurthinum" narra le guerre di Giugurta e mette in luce la corruzione politica e militare a Roma, evidenziando la discordia tra le fazioni e l'importanza del tribuno dei Gracchi.
La visione di Sallustio è Roma-centrica, legata al confronto tra nobili e plebei, e profondamente repubblicana, senza comprendere appieno le violazioni costituzionali.