Concetti Chiave
- Marco Tullio Cicerone, nato ad Arpino nel 106 a.C., fu un importante oratore, retore e filosofo romano, noto per il suo impegno politico e le sue opere letterarie.
- Cicerone si distinse nell'oratoria, aderendo inizialmente all'asianesimo, per poi adottare lo stile rodiese in età avanzata, un compromesso tra asianesimo e atticismo.
- Il processo romano era un rituale complesso che iniziava con una denuncia e proseguiva attraverso vari passaggi, inclusi l'accusatio, l'altercatio e l'esame delle prove, culminando nel verdetto finale.
- Le opere giudiziarie di Cicerone, come le Verrine e le orazioni Pro Archia e Pro Milone, dimostrano la sua abilità oratoria e hanno avuto un grande impatto sulla pratica legale e l'oratoria romana.
- La filosofia fu centrale nella vita di Cicerone, che si dedicò a opere filosofiche come "De Republica" e "Tusculanae Disputationes", cercando di armonizzare elementi di diverse scuole filosofiche per fornire una guida morale e politica.
Indice
- Vita di Marco Tullio Cicerone
- Opere di Cicerone
- Il processo romano
- Partes Orationes
- Momenti del discorso
- Orazioni giudiziarie
- Verrine
- Pro Archia Poeta
- Pro Sextio
- Pro Caelio
- Pro Milone
- Orazioni deliberative
- Pro Lege Manilia
- Catilinariae
- Antonianae/Philippicae
- Retorica
- De Oratore
- Brutus
- Orator
- Cicerone filosofo
- De Republica
- De Legibus
- Opere di filosofia morale
- De finibus bonorum et malorum
- Tusculanae Disputationes
- De divinatione
- Etica
- Posizione filosofica
- Stile
- Lettere
Vita di Marco Tullio Cicerone
Marco Tullio Cicerone nasce ad Arpino nel 106 a.C.. Homo novus di una famiglia equestre, la sua produzione si divide in:• Cicerone oratore: orazioni politiche e giudiziarie, per tutta la vita;
• Cicerone retore: spiega come comporre un'orazione, da dopo l'esilio;
• Cicerone filosofo: compone scritti filosofici, da dopo la morte della figlia Tullia.
Tra il 90 e l'89 presta servizio militare, mentre tra 79 e 77 compie un viaggio in Grecia, dove Molone di Rodi gli da delle dritte di retorica. Nel 75 viene fatto questore in Sicilia e nel 63 diviene console. Nel 58 viene esiliato perché condatta i congiurati di Catilina senza regolare processo, ma l'anno dopo rientra per volere di Pompeo. Per alcuni anni non ricopre importanti cariche ma si avvicina ai triumviri. Dopo la morte di Cesare nel 44 si contendono l'impero Marco Antonio e Ottaviano, e Cicerone prende le parti di quest'ultimo. Quando però i due stipulano il secondo triumvirato, Cicerone si trova solo e viene inserito nelle liste di prescrizione, per questo si da alla fuga. Il 7 dicembre del 43 viene raggiunto e ucciso dai sicari di Marco Antonio a Formia, sulle coste del Lazio.
Opere di Cicerone
Cicerone fu un maestro di oratoria. Al suo tempo i movimenti principali di essa erano:• Asianesimo: frasi ampie e ricche di phatos o frasi brevi con molte figure retoriche. Essendoci molti concetti condensati, vi sono molte allusioni che richiedono lo sforzo del lettore.
• Atticismo: orazioni brevi di periodi corti e chiari, con frasi coincise. Sono assenti phatos e figure retoriche. L'iniziatore di questa fu Lisia.
• Stile rodiese: una via di mezzo tra asianesimo e atticismo, periodi di media lunghezza non troppo complessi, uso attento e moderato delle figure retoriche.
In fase giovanile Cicerone aderisce all'asianesimo, mentre in età avanzata segue lo stile rodiese. Le orazioni venivano presentate in tre circostanze: in tribunale, durante assemblee politiche, durante cerimonie, feste e funerali.
Il processo romano
A Roma c'erano due magistrati, eletti dai cittadini: il praetor urbanus, che si occupava di scontri tra cittadini romani, e il praetor peregrinus, per le vicende tra un cittadino romano e uno straniero. Vi erano poi due tipi di processi: il delictum, per reati più leggeri e spesso trovava nella pena una multa, e il crimen, per reati più gravi con pene più severe. Il processo, tenuto dal praetor e dalla giuria popolare, si svolgeva nel tribunal, un'area privata del foro, o nella basilica in caso di maltempo.L'actor, l'accusatore, o gli actores, accusavano Il reus, l'accusato, il quale era affiancato da:
• I patroni;
• Gli advocati, personaggi importanti che non parlavano ma con la loro presenza influenzavano i giudici;
• I Laudatores, amici del reus che facevano elogi su di lui.
Il primo passo verso il processo è la postulatio (denuncia) presentata dall'actor. Il praetor e i suoi collaboratori la esaminano, e se non ha fondamenta viene archiviata, mentre se è valida viene programmato lo iudicium, il processo.
I momenti di esso sono:
1. Divinatio: in caso di molteplici actores, si sceglie chi tra essi li rappresenterà tutti nel processo.
2. Accusatio: viene interrogato il reus. Dopodiché vengono concessi almeno 10 giorni all'actor per raccogliere le accuse e le prove e al tribunal per scegliere la giuria, a cui le parti potevano anche opporsi. Trascorsi questi, inizia il processo penale.
3. L'actor presenta l'oratio perpetua, assolutamente non interrompibile, in cui presenta le accuse.
4. Il reus replica rispondendo alle accuse.
5. Altercatio: vi è un momento di botta e risposta tra le parti.
6. Excussio: è il momento in cui vengono ascoltati i testimoni.
7. Probatio: si esaminano le prove e le testimonianze raccolte.
8. Verdetto finale: i giudici scrivono su un foglio una tra queste tre sigle:
A (absolvo): assolvo
C (condemno): condanno
NL (non liquet): non è chiaro
La sigla presente in maggioranza decide il verdetto, se è NL il processo viene annullato e il reus assolto (in dubio pro reo).
Le pene possibili erano:
• Extremum supplicium: condanna a morte;
• Interdictio aqua et igni: esilio;
• Condanna al carcere;
• Ergastulum: lavori forzati;
• Multe.
Normalmente c'era un solo grado di processo e non si poteva fare ricorso. Tuttavia i condannati a morte poteva chiedere un nuovo processo di fronte al popolo chiedendo un cambio di pena. Cicerone ricorse ad esso. Vengono istituite le quaestiones, tribunali che si occupano di una singola quaestio, che erano:
- de ambito: corruzione nelle elezioni
- De repentundis pecunis, corruzione e concussione
- De peculatio, furto di bene dello stato
- Crimen perduellionis: tradimento dello stato
- Crimen maiestatis: lesa maestà
- Crimen de falso: dichiarazione del falso o falsazione delle monete
- Crimen de sicariis et veneficis: omicidio commissionato o per avvelenamento
- Crimen de civitate: ottenimento della cittadinanza senza i necessari requisiti.
I grandi oratori del passato modello dei romani furono:
▪ I sofisti, che affermano che la verità non esiste;
▪ Lisia: rappresentante dell'etopea e precettore dell'atticismo, scrive frasi chiare e concrete con poca retorica;
▪ Socrate: per lui tutto serve ad educare i cittadini;
▪ Demostene: precettore dell'asianesimo, formulò le filippiche contro Filippo II di Macedonia. È ricco di retorica.
Partes Orationes
1. Inventio: si pensa a come formulare il testo;2. Dispositio: formulazione di una scaletta;
3. Elocutio: si mettono per iscritto le parole;
4. Memoria: si memorizza il discorso;
5. Actio: si pronuncia il discorso.
Momenti del discorso
1. Exordium: introduzione2. Narratio: spiegazione dell'argomento
3. Argumentatio: l'autore esprime il suo parere secondo:
▪ Confirmatio: dimostra le tesi
▪ Refutatio: confuta le antitesi
4. Peroratio: invito al pubblico ad appoggiare la sua
Orazioni giudiziarie
Ci sono pervenute 58 orazioni giudiziarie di Cicerone, tutte scritte post actio, ovvero dopo la fine del processo, in questo modo Cicerone le esalta anche più di quanto siano state di successo.
Verrine
Durante il suo governo in Sicilia, verre deruba i cittadini imponendo tasse non dovute, quindi fu accusato di quaestio de peconis repetundis. Il processo fu molto sensibile poiché:▪ Tutti i governatori facevano ciò che fece Verre, quindi era un attacco a un intero sistema.
▪ Cicerone aveva governato la Sicilia e ostentava il modo in cui l'aveva fatto.
▪ Era difficile trovare uomini imparziali che andassero bene a entrambe le parti.
▪ Verre era difeso da Quinto Ortensio Ortalo, il più abile oratore del tempo.
Cicerone scrisse 7 orazioni, dette verrine, di cui solo 2 vennero pronunciate. Esse sono:
▪ Divinatio in Quintum Caecilium: parte prelimianre in cui Cicerone dimostra poiché è il più adatto al compito.
▪ Actio prima in Verrem: solo con questo Cicerone riuscì subito a far pentire Verre, che si auto esiliò.
L'Actio secunda in Verrem comprende le altre 5 orazioni mai tenute, in cui vengono descritte tutte le azioni sbagliate di Verre. Per screditare Verre Cicerone lo ritrasse come uomo di vita lussuriosa. Il suo metodo consisteva nel ridicolizzare l'avversario con sarcasmo e grazie ad esso dopo le verrine divenne uno tra i più grandi oratori romani.
Pro Archia Poeta
Nel 62 a.C. venne conferita al poeta Archia la cittadinanza romana, e ciò creò scandalo. Cicerone lo difese sostenendo che meritava la cittadinanza in quanto poeta. Il compito del poeta era esaltare una città, non i suoi eroi, ed è quello che fece Archia.
Pro Sextio
Nel 56 Sestio venne accusato di violenza da alcuni amici di Clodio. Cicerone lo difese dicendo che la violenza è stata necessaria per sopprimere un tentativo di eversione, ovvero la creazione di un nuovo governo. Durante l'orazione fa una digressione sui giovani e la politica. Usa la formula "Consensum omnium bonorum", ovvero per un nuovo governo serve il consenso di tutti i boni, uomini di alta classe sociale. Sostiene che chi difende lo stato vada difeso e che lo stato debba essere governato dai Principes optimatus, di cui fan parte anche lui e Cesare. Essi devono governare "cum dignitate otium", ovvero non cadendo in tentazione ne facendosi corrompere e dedicando il tempo libero al bene dello stato.
Pro Caelio
Nel 56 Celio è accusato di aver aggredito degli ambasciatori egiziani, il cui capo Dione venne ucciso, e di aver tentato di avvelenare Clodia. Cicerone prende le sue difese e fa un'orazione in cui critica la vita di Clodia. Dietro essa ci sono i retroscena dell'avversità tra Milone e Clodio e questioni passate tra Clodia e Cicerone. Clodia raccontò che lei aveva dato dei gioielli a Celio perché assoldasse sicari per uccidere Dione, poi Celio la aveva provata ad avvelenare perché sapeva troppo. Cicerone risponde che non ci si può fidare perché avendo Celio lasciato Clodia poteva essere solo una vendetta da parte di una prostituta.
Pro Milone
Nel 52 in uno scontro tra le bande di Milone e Clodio, quest'ultimo morì. Durante il funerale, gli uomini di Clodio appiccarono un incendio alla curia. Milone venne accusato e Cicerone dovette difenderlo. Essendo il processo avvenuto sotto gli occhi della folla infuriata, Cicerone non resse l'atmosfera e fallì. L'orazione pervenuta a noi è invece descritta come perfetta.
Orazioni deliberative
Le orazioni deliberative iniziano con "pro" accompagnato dal nome di una legge invece che di una persona.
Pro Lege Manilia
Nel 70 Pompeo viene eletto console, ma dopo la fine del mandato invece di diventare proconsole di una provincia, decide di restare a Roma perché pensa che allontanarsi non sarebbe favorevole. Bande di pirati assaltavano le navi mercantili romane, dunque mancavano rifornimenti. Gabinio manda Pompeo a perseguitare i pirati. Nel 67 Mitridate inizia ad attaccare i suoi territori limitrofi. Gaio Manilio manda ancora Pompeo contro Mitridate con la Lex Manilia. A favore di essa c'erano i cavalieri e i populares. Con loro si schiera Cicerone, pretore, che vuole avvicinare cavalieri e optimates. Il concetto di cavalieri e senato insieme è denominato Concordia Ordinum.
Catilinariae
Nel luglio 64 Cicerone sconfigge Catilina, che voleva estinguere tutti i debiti, nelle elezioni per il consolato. Probabilmente uomini vicini a Cicerone avevano corrotto dei cittadini. Cicerone combatte dunque la de lege agraria di Rullo poiché ciò comporterebbe la distribuzione di terre ai suoi amici. Il luglio successivo Catilina si ricandida, ma Cicerone rinvia le elezioni così che si candidassero due uomini che lo avrebbero sconfitto. Così accadde, dunque Catilina decise che era il momento di usare la forza con una congiura. Tra novembre e dicembre Cicerone presenta le 4 catilinariae, poi trascritte nel 60. Le più importanti sono:▪ La prima che contiene una denuncia a Catilina e una prosopopea della patria.
▪ La seconda che descrive Catilina e i suoi seguaci come avidi lussuriosi.
Prima e terza vengono presentate in senato, seconda e quarta nel foro.
Le tabulae novae proposte da Catilina proponevano:
▪ Cancellazione di tutti i debiti.
▪ Libero accesso alle cariche pubbliche per tutti.
▪ Una lista di proscrizione con gli uomini ricchi fautori del male dello stato.
Catina è sostenuto dagli indebitati, dai giovani, e dagli italici che lamentavano i costi del viaggio verso Roma per votare, ai quali Catilina garantiva di pagare queste spese.
Come Cicerone scoprì della congiura? Quinto Curio e la moglie Fulvia avevano inasprito i loro rapporti, ma da un certo punto egli ricominciò a onorarla con doni, e quando lei gli chiese da dove provenissero i soldi lui le rivelò della congiura, e lei lo raccontò a Cicerone. Il piano era questo: il 7 novembre durante la salutatio, rito mattutino in cui dei poveri si recavano a casa dei nobili per svolgere compiti in cambio della sportula, con i viveri del giorno, i congiurati avrebbero approfittato della confusione per uccidere Cicerone. Egli, avvertito, quel giorno chiuse le porte di casa.
Il giorno dopo presentò in senato la prima catilinaria, e il 9 novembre in foro la seconda. Dopo questa Catilina scappò in Toscana, dove Cicerone pose dei soldati per intercettarlo. I Galli Allobrogi erano stati corrotti da Catilina per stare dalla sua parte, ma Cicerone gli aveva dato una somma maggiore dicendogli però di fingere di supportare ancora il nemico. Catilina li aveva informati della congiura, dunque Cicerone ebbe la conferma di essa. Durante la fuga Catilina scoprì tutto e ci fu uno scontro con i galli sul Ponte Milvio. Il 3 dicembre Cicerone arresta i seguaci di Catilina e insieme a Catone decidono per la condanna a morte senza processo, opponendosi a Cesare. Così avvenne e il 5 dicembre furono giustiziati nel carcere Mamertino. Per aver eseguito un'azione illegale, Cicerone fu esiliato nel 58 ma richiamato un anno dopo da Pompeo.
Antonianae/Philippicae
Dopo la morte di Cesare, Marco Antonio si propose come nuovo dittatore. Cicerone, che sosteneva la repubblica, presentò allora 18 Antonianae, chiamate anche Philippicae alludendo alle orazioni di Demostene contro Filippo II. La più importante è la seconda, dove viene descritto l'aspetto morale di Antonio che viene accostato a Catilina, Clodio e Cesare.Marco Antonio, che pretende la Gallia Cisalpina, vuole ottenerla con la forza e per questo si scontra con Ottaviano a Modena. Cicerone scrive la terza antoniana durante la guerra, e si schiera con Ottaviano, il quale venne accusato di aver radunato dei soldati ed essere andato a combattere, ma Cicerone lo difende dicendo che lo ha fatto per il bene di Roma. Nella quarta dice di aver mandato Ottaviano contro Antonio.
Retorica
La retorica è usata per persuadere. Cicerone ne scrive tre opere che presentano queste caratteristiche:▪ Sono dialoghi narrativi.
▪ È precisata l'occasione.
▪ Tutti i personaggi hanno un'opinione.
▪ C'è un proemio.
▪ A volte anche Cicerone è un personaggio.
▪ I personaggi sono presenti in più di un'opera
De Oratore
Scritto nel 55 a.C., dopo il ritorno a Roma dopo l'esilio, è un periodo in cui cicerone tenta di riavvicinarsi ai triumviri. Il tema dell'opera sono le caratteristiche del perfetto oratore. È un dialogo ambientato nel 91 a.C. tra Lucio Licinio Crasso e Marco Antonio, due tra i più famosi oratori vissuti tra la fine del II secolo e l'inizio del III. Il dialogo è ambientato nella villa di crasso a Tuscolo. I due personaggi hanno idea del perfetto oratore opposta l'una all'altra. In particolareCrasso: deve avere un'ampia preparazione culturale, dev'essere uomo politico e possedere: la probitas, per persuadere nel modo giusto, l'humanitas, la conoscenza dell'uomo, e la prudentia, cioè saper misurare toni e parole per non persuadere a compiere atti scellerati.
Antonio: è più importante il talento e la pratica di esso che si sviluppa partecipando a processi e orazioni. É essenziale ispirarsi e tentare di superare i grandi oratori passati.
Nel primo libro vengono presentate queste idee.
Negli altri due libri del De Oratore Crasso e Marco Antonio discutono dei passi di un'orazione: Antonio si interessa dei primi tre passi: inventio, quando si sceglie l'argomento, dispositio, in cui si decide come presentare e discutere degli argomenti, e memoria, in cui si memorizza la scaletta definita.
Crasso si occupa degli altri due momenti: elocutio, quando si da voce alla scaletta, e actio, quando il discorso viene effettivamente tenuto in pubblico accompagnato da gesticolazioni, movenze ed espressioni per dar autorevolezza al discorso.
L'anno scelto è il 91, perché è l'anno in cui Crasso muore, dopo qualche mese rispetto all'ambientazione del dialogo, e perché è un momento che precede il periodo del Bellum Sociale e della guerra civile tra Mario e Silla. Contrappone infatti questa stagione tumultuosa a un dialogo che avviene lontano da Roma, in una terra tranquilla creando un clima sereno.
Brutus
Scritto nel 46, è una storia dell'eloquenza greca e romana. I personaggi sono 3: lo stesso Cicerone, Attico, il suo amico più stretto, e Marco Giunio Bruto, colui che assassinerà Cesare. I tre discutono di duecento oratori romani e da ciò che dicono conversando si riesce a capire cosa pensa cicerone di questi oratori del passato. Egli è molto critico contro atticisti e neoatticisti in quanto sono stili troppo semplici, che rischiano di far diventare un'orazione monotona e ripetitiva. Criticando questi altri autori afferma di essere lui il vertice dell'oratoria, il più grande oratore che Roma abbia mai conosciuto. Egli afferma ciò poiché sfugge sia ad asianesimo sia ad atticismo, creando un genere proprio. In questo modo è in grado di usare linguaggi diversi in base al contesto, non essendo vincolato a una corrente. Poi è il migliore poiché le sue orazioni hanno sempre sbalordito il pubblico: la reazione della gente è il criterio primo per giudicare un'orazione e un oratore.Orator
Orator
Scritto nel 46, è in qualche misura il proseguito del de orator poiché si continua a parlare dell'oratore perfetto: l'oratore può raggiungere 3 obiettivi in base all'orazione che produce: probare, dimostrare la verità di qualcosa, delectare, divertire, flectere o movere, commuovere le persone che la ascoltano avvicinandosele. In un'orazione giudiziaria l'obiettivo principale è il primo, ovvero convincere dell'innocenza di qualcuno. In base a quale obiettivo si vuole raggiungere ci sono stili diversi: se si vuole probare bisogna usare un linguaggio chiaro e semplice in modo che tutti possano capire la verità che si vuole dimostrare. Se si vuole delectare bisogna usare un linguaggio medio, perché per divertire non dev'essere né troppo banale né troppo complicato. Se si vuole invece flectere bisogna usare un linguaggio alto per caricare di più quello che si sta dicendo. Infine cicerone spiega perché nelle orazioni abbia importanza il ritmo: nel finale di periodi o di singole frasi è bene ripetere un determinato schema ritmico, l'alternanza di vocali aperte e chiuse corretta. Questa considerazione è chiamata prosa ritmica.
Cicerone filosofo
In filosofia cicerone si distingue in:▪ Filosofia politica: parla degli anni 50
▪ Etica (questioni generali)
▪ Etica (questioni private)
▪ Religione
Le ultime tre durante gli anni 40. La forma degli scritti filosofici è ancora il dialogo, la cui struttura è definita dossografica, che consiste nella rassegna di diverse opinioni che i personaggi hanno sull'argomento di cui si sta parlando.
De Republica
Scritta tra 54 e 51, si parla della migliore forma di stato che sia mai esistita. L'opera è formatta da 6 libri di cui possediamo solo pochi frammenti. L'ambientazione è nel 129 a.C. nella villa di Scipione Emiliano. I personaggi del dialogo sono Scipione Emiliano e Lelio, più una serie di altri uomini del circolo scipionico.- Libro I: dottrina aristotelico-polibiana delle forme di governo
- Libro II: si dimostra perché lo stato romano ha raggiunto i successi che ha raggiunto e perché è così forte.
- Libro III: cosa è la iustitia e viene criticata la figura di Carneade.
- Libro IV: come vadano i ducati cittadini e cosa bisogna fare per formare dei buoni cittadini all'interno di uno stato ben funzionante. Tra questo libro e il V si parla della figura del princeps, un uomo che secondo cicerone dovrebbe sostenere adesso lo stato romano.
- Libro VI: è il racconto di questo sogno di Scipione Emiliano in cui gli appare l'antenato Scipione l'africano che gli spiega una serie di cose.
Libro I - si dice che esistono 3 forme positive e 3 negative che si ripetono ciclicamente:
1. Una società si fa governare da un solo uomo – monarchia
2. Il sovrano inizia a fare uso arbitrario del potere – tirannia
3. Un gruppo di uomini spodesta il tiranno – aristocrazia
4. Questi iniziano a comportarsi come il tiranno – oligarchia
5. Il popolo si ribella e forma un nuovo governo – democrazia
6. Vengono fatte promesse irrealizzabili e dannose – oclocrazia
Libro II - Lo stato romano è il migliore perché convivono monarchia (consoli), aristocrazia (senato) e democrazia (comizi).
Libro III - Carneade aveva dimostrato come la persuasione poteva dimostrare sia una tesi sia la sua antitesi. Cicerone riprende il tema dicendo che ci sono verità che tutti devono accettare, come che la giustizia rappresenta lo stato.
Libri IV-V - I princeps sono degli uomini che dedicano la propria vita allo stato. Cicerone si avvicina ai triumviri quando capisce che questi potrebbero sottometterlo e si sente protettore dello stato romano.
Libro VI - Lelio si rammarica perché Scipione Nasica non ha ricevuto una statua. Scipione Emiliano gli dice che lo aspettano premi più grandi, poiché in sogno Scipione Africano gli ha mostrato i cieli e ha visto che i grandi politici vivono affianco agli dei.
De Legibus
É un dialogo incompleto in cui Cicerone dice cosa sono le leggi e quali sono le migliori. Egli scrisse per intero i primi 3 libri. É ambientato nella villa di Arpino e i personaggi sono Cicerone, Quinto (suo fratello) e Attico.LIBRO I: posizione stoica secondo cui le leggi sono la manifestazione della ragione umana conferita da Dio.
LIBRO II: quali sono le leggi migliori, in particolare quelle romane.
LIBRO III: come funzionano le leggi sui magistrati. Esse sono tipiche della tradizione romana e per parlarne usa esempi concreti.
Opere di filosofia morale
Scritte tra 46 e 44, prima della morte, hanno anche funzione politica. Esse sono:46 Paradoxa Stoicorum La figura del saggio stoico
45 Consolatio ad se ipsum Cicerone si consola della morte della figlia Tullia.
Hortensius Esorta Ortensio a praticare la filosofia
Academica Dialogo sulla conoscenza tra Lucullo (pensiero stoico) e Cicerone (pensiero accademico)
De finibus bonorum et malorum 5 libri e 3 dialoghi sullo scopo della vita e sulla felicità
Tusculanae Disputationes Dialogo tra Cicerone e un Auditor sulla felicità.
De Natura Deorum Gli dei secondo 3 correnti: epicurea (intermundia), stoica (dei dappertutto), scettica (religione=strumento per accordare gli uomini)
44 De Divinatione Dialogo con Quinto sulla divinazione.
De Fato Confutazione della teoria provvidenzialistica degli stoici.
De finibus bonorum et malorum
Libro I – Teoria epicurea (felicità=piacere)Libro II – Confutazione teoria epicurea (felicità=virtù)
Libri III E IV – Teoria stoica (Catone), accademica (Platone), Peripatetica (Aristotele)
Libro V – Teoria eclettica di Antioco di Ascalone (felicità=virtù+piacere). É la posizione concordata da Cicerone.
Tusculanae Disputationes
É il punto di maggior contatto con lo stoicismo. Cicerone fa emergere la propria emotività.Libro I – la morte
Libro II – il dolore fisico
Libro III – tristezza
Libro IV – turbamenti dell'animo
Libro V – soluzione a tutto: la virtù.
De divinatione
Libro I – Quinto sostiene che la divinazione sia un rito utile che va mantenuto.Libro II – Cicerone risponde che la divinazione è solo un modo per convincere gli uomini a fare cose non volute.
Etica
Nel 44 Cicerone scrive 3 opere di etica.Cato Maior: ambientato nel 150, Cicerone prende le voci di un vecchio Catone che loda la vecchiaia.
Laelius: ambientata nel 129, Lelio ricorda Scipione Emiliano e loda l'amicizia, che si basa su virtus e probitas.
De officiis: è un trattato dedicato al figlio Marco con una serie di regole per una buona vita. Beni personali e vantaggi altrui non sono separabili.
I libro - cosa è honestum: sapienza, giustizia, magnanimità e temperanza.
II libro – cosa è utile: prevale l'esercizio delle virtù.
III libro – conflitto tra honestum e utile: questo non esiste poiché bisogna comprendere che l'utile non ha solo fini personali.
Posizione filosofica
Cicerone affianca l'ecletticismo di Antioco, secondo cui la verità può essere raggiunta per probabilità, assumendo una posizione mediana tra dogmatismo e scetticismo. Cicerone simpatizza lo stoicismo. Le virtù dell'animo sono:- Iustitia – dare a ciascuno il suo.
- Beneficentia – collaborare al bene comune.
- Largitio - generosità senza fine di ritorno.
- Magnitudo Animi - capacità di imporsi (istinto), opprimendo però i desideri personali (ragione).
Stile
Lo stile di Cicerone è complesso per l'utilizzo di ipotassi, periodi lunghi, e concinnitas, simmetrie. Come Lucrezio, deve inventare un linguaggio filosofico latino. Toni e registri cambiano in base allo scopo, che è sempre docere/probare tranne nel sogno di Scipione, che è flectere.
Lettere
Nel mondo greco-romano esistono 3 tipi di lettere:- Private
- Aperte: hanno un destinatario ma sono scritte per essere lette da tutti.
- D'arte: sono scritte per diventare opere d'arte.
Quelle di Cicerone sono private e a volte aperte. Dopo la loro pubblicazione postuma si diffondono le epistole letterarie, concepite per essere pubblicate. Le lettere di Cicerone sono 900:
- 16 libri di lettere ad Atticum, per l'amico Attico.
- 16 libri ad Familiares, moglie, figli e amici di carattere pubblico come Cesare, Pompeo e Catone.
- 3 libri ad Quintum fratrem, per Quinto.
- 2 libri ad Marcum Brutum, per Bruto, assassino di Cesare.
Dalle lettere ad Attico emergono dubbi e paure di Cicerone, che è brabo a raccontare i fatti con umorismo. Usa il sermo cotidianus, che usa diminutivi, termini ibridi col greco, paratassi, frasi parentetiche, periodi ellittici, espressioni gergali e allusioni. Ogni lettera è portata al mittente da un tabellarius. Il mittente è dunque sempre al passato e deve scrivere seguendo delle regole sui tempi verbali.
Domande da interrogazione
- Chi era Marco Tullio Cicerone e quali furono le principali fasi della sua vita?
- Quali erano i principali stili oratori del tempo di Cicerone e come si posizionava lui rispetto a questi?
- Come si svolgeva un processo romano ai tempi di Cicerone?
- Quali furono le principali opere giudiziarie di Cicerone e il loro impatto?
- Qual è stata l'importanza della filosofia nella vita e nelle opere di Cicerone?
Marco Tullio Cicerone fu un importante oratore, retore e filosofo romano nato ad Arpino nel 106 a.C. La sua vita si caratterizzò per il servizio militare tra il 90 e l'89 a.C., un viaggio in Grecia tra il 79 e il 77 a.C. per studiare retorica, la questura in Sicilia nel 75 a.C., il consolato nel 63 a.C., l'esilio nel 58 a.C. a causa della condanna dei congiurati di Catilina senza processo, e infine la sua morte nel 43 a.C. per mano dei sicari di Marco Antonio.
I principali stili oratori del tempo di Cicerone erano l'asianesimo, caratterizzato da frasi ampie o brevi con molte figure retoriche, l'atticismo, con orazioni brevi e chiare prive di pathos e figure retoriche, e lo stile rodiese, un compromesso tra i primi due. Cicerone in gioventù aderì all'asianesimo, per poi preferire lo stile rodiese in età avanzata.
Un processo romano iniziava con la postulatio (denuncia) presentata dall'actor (accusatore) al praetor, che decideva se procedere o meno. Seguivano la divinatio per scegliere l'actor rappresentante, l'accusatio, la presentazione dell'oratio perpetua da parte dell'actor, la replica del reus (accusato), l'altercatio (botta e risposta tra le parti), l'excussio (ascolto dei testimoni), la probatio (esame delle prove) e infine il verdetto finale.
Tra le principali opere giudiziarie di Cicerone ci sono le "Verrine", scritte contro il governatore Verre accusato di corruzione, e le orazioni "Pro Archia", "Pro Sextio", "Pro Caelio" e "Pro Milone", che dimostrano la sua abilità nell'usare l'oratoria per difendere e attaccare, influenzando notevolmente la pratica legale e l'oratoria romana.
La filosofia occupò un posto centrale nella vita e nelle opere di Cicerone, specialmente dopo la morte della figlia Tullia. Si dedicò alla filosofia politica, all'etica, e alla religione, scrivendo opere come "De Republica", "De Legibus", e "Tusculanae Disputationes". La sua filosofia era caratterizzata dall'ecletticismo, cercando di armonizzare elementi di diverse scuole filosofiche, e aveva lo scopo di fornire una guida morale e politica per i suoi contemporanei.