Concetti Chiave
- La prima orazione di Cicerone, Pro Sexto Roscio Amerino, mostra la sua abilità nel difendere un accusato di parricidio senza attaccare direttamente Silla.
- Dopo aver lasciato Roma per paura dei sostenitori di Silla, Cicerone si dedica allo studio della filosofia in Grecia e Asia Minore.
- Le Verrine, scritte dopo il ritorno di Cicerone a Roma, si concentrano sulla difesa dei siciliani contro le ingiustizie di Verre.
- L'esilio di Cicerone a Durazzo avviene a causa della legge emessa da Clodio, dopo che il sostegno aristocratico viene meno.
- Durante la guerra civile, Cicerone sostiene Pompeo contro Cesare, ma successivamente cerca riconciliazione difendendo i pompeiani.
Le orazioni
La prima orazione che lo ha reso famoso è Pro Sexto Roscio Amerino, che era stato accusato di aver ucciso il padre, ma Cicerone riesce a dimostrare che erano stati i parenti e Lisogeno, un liberto di Silla, personaggio molto potente, quindi l’avvocato rischiava anche la propria vita, ma è tanto abile da difendere l’accusato senza attaccare Silla. Dopo la causa abbandona Roma perché teme i sillani, viaggia in Grecia ed Asia Minore per studiare filosofia.
Le Verrine le scrive dopo essere tornato a Roma, Silla è morto.
Dopo la condanna a morte dei seguaci di Catilina la sua posizione si indebolisce. Clodio emana la legge che fa esiliare Cicerone, che è privo del sostegno dell’aristocrazia, che lo abbandona dopo aver difeso Clodio, quindi è costretto ad andare in esilio a Durazzo. Torna nel 57, anno in cui a Roma ci sono scontri tra Milone e Clodio; nel 56 difende Sestio, un tributo accusato da Clodio per atti di violenza, è importante poiché Cicerone esprime un nuovo concetto politico, il consenso tra tutti i cittadini onesti, ovvero quelli obbedienti che hanno a cuore l’ordine politico, quindi non corrispondono ad una classe sociale specifica, il dovere è impegnarsi per il governo per riportare la pace, ma afferma anche che i boni, quando hanno la possibilità, si devono far guidare da un uomo influente, ciò rispecchia l’esigenza di una figura dominante, quindi il clima di anarchia.
Nella guerra civile prende la parte di Pompeo, perché nota che Cesare ha un fine personale, ma poi è costretto a chiedere perdono, difendendo anche i pompeiani (cesariane).