felipe
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Concetti Chiave

  • Sallustio, storico latino, utilizza la storiografia come strumento per comprendere il presente attraverso il passato, enfatizzando il ruolo degli uomini nella storia.
  • Introduce il "ritratto sallustiano", un'innovazione nella storiografia che si concentra sull'introspezione psicologica dei personaggi storici.
  • Le opere principali di Sallustio, "De Catilinae coniuratione" e "Bellum Iugurthinum", sono monografie con un focus rispettivamente moralistico e sulle guerre civili romane.
  • Cesare, con i suoi "Commentarii", offre una narrazione storica ma non storiografica, caratterizzata da un approccio descrittivo e obiettivo, seppur mancante di prefazione.
  • Nel "De bello civili", Cesare presenta una narrazione più personale, mirata a sottolineare la responsabilità pompeiana nella guerra civile e a esaltare i propri soldati.
Sallustio, primo grande storico latino, eccelse nel genere della storiografia, intesa come strumento essenziale, non solo per indagare il passato, ma anche per far luce sulle problematiche del presente. Fedele al principio secondo il quale gli uomini sono i veri fautori della storia, Sallustio introduce una grande innovazione nel genere storiografico, ovvero, quello che poi in età moderna verrà definito tipicamente "ritratto sallustiano". Questo espediente letterario si concretizza come vera introspezione psicologica del personaggio al centro dell'analisi storica. Non a caso le sue due opere più importanti sono monografie. Il De Catilinae coniuratione è incentrata sulla descrizione della figura di Catilina ed ha un impianto di tipo moralistico. Invece il Bellum Iugurthinum narra della guerra civile di Roma contro Giugurta, determinata da discordie interne.

Cesare, personaggio importante nella storia di Roma, presenta una produzione letteraria legata alla scrittura dei Commentarii, ovvero, appunti personali sottoposti ad una profonda rielaborazione. Benché l'argomento sia storico, i Commentarii non appartengono al genere storiografico il che risulta confermato dalla mancanza di prefazione. I commentari del De Bello Gallico descrivono le operazioni militari dell'autore in Gallia, privilegiando una tecnica descrittiva distaccata, obiettiva, con la quale esalta il mos maiorum dei popoli; non a caso è definita un'opera etnografica. Il De bello civili, invece, tratta della guerra civile contro Pompeo. In questo caso il criterio di obiettività risulta sfalsato poiché l'autore partecipa in maniera più personale alla narrazione dei fatti. Inoltre, intende dimostrare che la guerra civile fu provocata dai pompeiani. Per tale ragione vengono esaltati i valori dei propri soldati.

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