Concetti Chiave
- La tragedia latina ha una storia frammentata, con Pacuvio e Accio tra i maggiori tragediografi, ispirati al modello greco, noti per trame complesse e temi macabri.
- Durante il periodo di Cesare e Augusto, il teatro subì un declino, nonostante gli sforzi di Augusto per rivitalizzare i generi teatrali e epici per glorificare il potere imperiale.
- Le tragedie di Seneca, di argomento greco, rappresentano una ripresa significativa del genere dopo Augusto, con una forte denuncia della tirannide e un interesse per le personalità conflittuali.
- Seneca esplora il conflitto tra bene e male attraverso la tragedia, ampliandolo a una dimensione cosmica, riflettendo un mondo oscuro dominato da tiranni spietati.
- L'Apokolokyntosis è una satira sulla divinizzazione postuma dell'imperatore Claudio, ridicolizzando la sua figura e criticando il suo governo attraverso la parodia e la narrazione del suo destino nell'aldilà.
Le tragedie di Seneca
Breve storia della tragedia latina
La storia latina è costellata di numerosissimi tragediografi delle cui opere non rimangono che frammenti o poche righe riportate indirettamente. Fra i più grandi tragediografi latini compaiono Pacuvio e Accio, poeti continuatori di Ennio, che si ispirarono al modello greco. Nelle loro tragedie, di argomento greco, si ha la ricerca, maggiore rispetto al passato, degli effetti patetici, l'elaborazione di una trama complessa, articolata e romanzesca e una forte tensione per il macabro, il truce e il tetro.
Il teatro aveva poi subito una battuta di arresto notevole durante il periodo di Cesare e di Augusto, nonostante quest'ultimo avesse cercato di riportarne il genere in auge assieme a quello dell'epica, in quanto generi adatti ad inneggiare al potere e a esaltare la figura dell'imperatore tramite le gesta di nobili eroi. Quelle di Seneca costituiscono le prime tragedie, in grado di affermare la ripresa della tragedia avvenuta dopo Augusto, che ci siano pervenute per intero. Si tratta interamente di tragedie di argomento greco (l'octavia che si supponeva avesse scritto si è rivelato essere realmente l'opera di un semplice imitatore, in quanto sia la morte di Seneca che di Nerone, che di molto aveva seguito quella del poeta, apparse in sogno a Seneca stesso, protagonista dell'opera, vengono descritte in maniera troppo precisa e fedele al vero perché Seneca possa averle semplicemente immaginate e scritte). Greci sono anche i modelli a cui tali opere si rifanno, ed in particolare al periodo classico, fra i cui modelli principali spiccano Sofocle e Euripide. Molto presente è il tema dell’esecrazione della tirannide, tipico nella tragedia latina; infatti così come la tragedia, e l'epica, ben si presta all'esaltazione del potere e dell'imperatore, ugualmente si prestano perfettamente ad essere denuncia del potere tirannico (Seneca infatti non era mai stato un sostenitore del potere imperiale ma aveva avuto fiducia nel quinquennio felice e nella figura del sovrano filosofo, che però ora era venuta a mancare). La tirannide viene quindi presentata in tutta la sua brutalità, rispecchiando il generale interesse di Seneca per l'indagine di personalità fortemente conflittuali. Sono quindi tutte configurate come conflitti di forze contrastanti fra le quali il dissidio più grande è costituito dalla tendenza a fare il bene e il male, la mens bona e il furor, e vengono spesso riprese le tematiche filosofiche già trattate in altre opere, portando alla convinzione che il teatro senecano possa costituire, sottoforma di exempla del mito, ossia un trasposizione teatrale della filosofia stoica, che però vede il trionfo del furor e delle passioni (che quindi potrebbe significare o la perdita di fiducia nella filosofia stoica o un assenza di un influsso filosofico così forte). La lotta fra bene e male che le accomuna non è più relegata alla sola psiche umana ma si estende al mondo intero, che si concretizza come una realtà cupa e atroce, scenario in cui si scatenano le forze maligne, attribuendo al conflitto una dimensione cosmica e universale. L’emergere del male nel mondo si manifesta anche nella figura del tiranno sanguinario e bramoso di potere, chiuso alla moderazione e alla clemenza.
L’Apokolokyntosis
Anche nota come Ludus de morte Claudii, il titolo greco implica tuttavia un particolare significato, ossia ‘apoteosi di una zucca’ alludendo forse alla sua stupidità, lo zuccone è infatti l’imperatore, e riferendosi quindi alla fama non molto lusinghiera di imperatore che aveva lasciato il governo ai propri liberti. Tema dell’opera contiene infatti la parodia della divinizzazione (il decreto dell’ascensione fra gli dei dell’imperatore defunto era un’usanza dell’epoca) di Claudio decretata dal senato a seguito della sua morte; diventa inoltre mezzo per sfogare il suo risentimento nei confronti dell’imperatore che anni prima lo aveva condannato all’esilio. La narrazione segue quindi l’ascesa di Claudio al monte Olimpo, dove superbamente pensa di venir accolto fra gli dei che tuttavia lo condannano a scendere negli inferi come tutti i mortali, dove svolge umilianti punizioni finché non viene assegnato ad un suo stesso liberto, Menandro.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali delle tragedie di Seneca?
- Qual è il significato del titolo "Apokolokyntosis"?
- Come viene rappresentata la tirannide nelle tragedie di Seneca?
- Qual è il ruolo del conflitto tra bene e male nelle opere di Seneca?
- Qual è la trama dell'"Apokolokyntosis"?
Le tragedie di Seneca si ispirano a modelli greci, in particolare Sofocle ed Euripide, e presentano temi come l'esecrazione della tirannide e il conflitto tra bene e male. Esse riflettono un interesse per personalità conflittuali e possono essere viste come una trasposizione teatrale della filosofia stoica, sebbene con un trionfo del furor e delle passioni.
Il titolo "Apokolokyntosis" significa "apoteosi di una zucca", alludendo alla stupidità dell'imperatore Claudio. L'opera è una parodia della divinizzazione di Claudio, decretata dal senato dopo la sua morte, e riflette il risentimento di Seneca verso l'imperatore.
Nelle tragedie di Seneca, la tirannide è presentata nella sua brutalità, rispecchiando l'interesse per l'indagine di personalità conflittuali. Il tiranno è descritto come sanguinario e bramoso di potere, chiuso alla moderazione e alla clemenza.
Il conflitto tra bene e male è centrale nelle opere di Seneca, estendendosi dalla psiche umana al mondo intero. Questo conflitto assume una dimensione cosmica e universale, con il male che emerge nel mondo e si manifesta nella figura del tiranno.
L'"Apokolokyntosis" narra l'ascesa di Claudio al monte Olimpo, dove spera di essere accolto tra gli dei. Tuttavia, viene condannato a scendere negli inferi, dove subisce punizioni umilianti, finché non viene assegnato a un suo liberto, Menandro.