Concetti Chiave
- Quintiliano, nell'Institutio oratoria, esplora la formazione dell'oratore ideale, combinando abilità tecniche e moralità.
- Critica la decadenza dell'oratoria e l'influenza delle condizioni storico-politiche, con l'oratore subordinato al potere imperiale.
- Esamina l'ornatus e la ricerca di consenso, dove il piacere del pubblico supera l'obiettivo della persuasione.
- Discute l'educazione dell'oratore, confrontando istruzione individuale e collettiva, evidenziando rischi e benefici morali.
- Lo stile dell'opera si distingue per figure retoriche e una sintassi varia, che enfatizza i pensieri di Quintiliano.
Quintiliano
L’Institutio oratoria è un trattato di 12 libri in cui Quintiliano delinea la formazione del perfetto oratore a partire dall’infanzia e affronta gli argomenti attinenti alla retorica, come se si trattasse di un’ars, un manuale scolastico. Come Quintiliano scrive nell’opera, l’oratore non fornisce solo competenze tecniche ma è un esempio di moralità. La sua cultura enciclopedica è composta dai vari tipi di scienza, tra cui la filosofia, in quanto solo coloro che possiedono l’arte dell’oratoria può occuparsi di argomenti filosofici. Quintiliano, inoltre, esprime la sua ostilità verso i filosofi contemporanei, che celano sotto il nome di filosofia vizi e turpitudini.
Nella prima parte dell’opera Quintiliano parla della decadenza dell’oratoria, la summa retorica antica. Infatti, la funzione dell’oratore nella società civile e le nuove tendenze stilistiche sono mutate. Individua le cause di questo fenomeno in fattori di ordine tecnico e morale, come la degenerazione dei costumi. Quintiliano, però, finge di ignorare che l’eloquenza retorica è legata alle condizioni storico-politiche della società: durante il principato, infatti, l’oratoria non ha più funzione politica, in quanto tutto il potere è nelle mani del principe, quindi l’oratore deve essere subordinato agli interessi dello Stato, che ora si identifica con l’imperatore e i suoi voleri. Quintiliano critica, inoltre, la mancanza di misura dell’ornatus a causa della ricerca del consenso del pubblico. Lo scopo primario dei nuovi oratori, infatti, non è più la persuasione, che ora è diventato uno scopo secondario. Ora l’oratore ricerca la voluptas, per delectare chi ascolta, ricercando il piacere del pubblico.
Nella seconda parte, invece, Quintiliano parla della formazione del futuro oratore, concentrandosi sulla scuola della retorica. Si sofferma sulla questione dei primi anni di vita, nei quali la mente del bambino è come un recettore di esperienze affettive che condizionano gli argomenti successivi. Poi passa a parlare dell’istruzione, chiedendosi quale tra quella individuale e collettiva sia migliore, concludendo poi che dipende dai rischi per la crescita morale del bambino e dall’efficacia dell’insegnamento. In quella collettiva, infatti, potrebbero verificarsi casi di corruzione causati dai comportamenti dei compagni e, soprattutto, dei maestri, in quanto all’epoca chiunque poteva diventare insegnante. L’insegnamento collettivo, però, non è inferiore a quello privato, in quanto i bambini imparano a non dipendere dall’insegnante, a vincere la timidezza e a non temere la competizione, a intrecciare amicizie durature e a fondare il proprio ragionamento sul sensus communis. L’insegnamento, inoltre, deve essere individualizzato, in quanto il maestro deve cambiare metodo a seconda del carattere degli alunni.
Lo stile del poema è caratterizzato da molte figure retoriche, che rendono l’esposizione piacevole, una sintassi meno ampia e distesa, più mossa e variata, in cui viene concentrato il suo pensiero.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale dell'opera "Institutio oratoria" di Quintiliano?
- Come Quintiliano vede la decadenza dell'oratoria nella società civile?
- Quali sono le considerazioni di Quintiliano sull'istruzione individuale e collettiva?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche dell'opera di Quintiliano?
L'obiettivo principale dell'opera è delineare la formazione del perfetto oratore, non solo in termini di competenze tecniche ma anche come esempio di moralità, integrando una cultura enciclopedica che include la filosofia.
Quintiliano attribuisce la decadenza dell'oratoria a fattori tecnici e morali, come la degenerazione dei costumi, e critica la mancanza di misura nell'ornatus e la ricerca del piacere del pubblico piuttosto che la persuasione.
Quintiliano discute i pro e i contro dell'istruzione individuale e collettiva, concludendo che la scelta dipende dai rischi per la crescita morale del bambino e dall'efficacia dell'insegnamento, sottolineando l'importanza di un approccio individualizzato.
Lo stile dell'opera è caratterizzato da molte figure retoriche, una sintassi meno ampia e più variata, che rende l'esposizione piacevole e concentra il pensiero di Quintiliano.