Concetti Chiave
- Tibullo, poeta dell'età augustea, era legato a Orazio e Messalla Corvino, un mecenate che sosteneva artisti e scrittori.
- Il Corpus Tibullianum è suddiviso in tre libri: i primi due contengono elegie di Tibullo, mentre il terzo include opere di altri autori vicini a lui.
- Le elegie di Tibullo trattano temi d'amore attraverso pseudonimi come Delia e Nemesi, esplorando relazioni basate su lealtà e servitium amoris.
- Tibullo predilige ambientazioni bucoliche per i suoi sogni d'amore, riflettendo la scelta di una vita dedita all'otium e alla poesia, in contrasto con i negotia politico-militari.
- Quintiliano elogia lo stile di Tibullo come chiaro ed elegante, apprezzato per la sua semplicità e raffinatezza.
Tibullo vive in età augustea. Nasce nel 55 a.C. e muore nel 19 a.C., da una famiglia di proprietari terrieri, anche se nel tempo avevano subito delle perdite patrimoniali, ma in ogni caso rimane in posizione relativamente agiata. Tibullo fu amico di Orazio che gli dedica dei carmi (dei versi), e vicino a Messalla Corvino, il quale era un aristocratico che non si era schierato con Augusto, ma con Antonio. Durante l’età augustea, Messalla Corvino, non essendo un entusiasta sostenitore del principato augusteo, esercitò un suo defilato patronato letterario, cioè fu a suo modo un mecenate, quindi protesse artisti e scrittori, fra cui anche Tibullo.
Il Corpus Tibullianum è l’insieme delle opere di Tibullo e si divide in 3 libri:
• I primi 2 contengono le elegie scritte da Tibullo, alcune hanno come tema l’amore e sono dedicate alla liberta Delia, a un giovane di nome Marato, e a un’altra liberta chiamata Nemesi; questi appellativi sono pseudonimi, invece altre sono componimenti in cui si parla di diversi temi, ad esempio c’è una elegia per Messalla Corvino, una dedicata al figlio di Messalla e un’altra al compleanno di uno amico.
• Il terzo libro, invece, comprende anche componimenti non scritti da Tibullo ma da personaggi vicini a lui, ad esempio, abbiamo alcune elegie di un certo Ligdamo e di una certa Sulpicia e anche un Panegirico, cioè un elogio di Messalla.
Le figure femminili che compaiono nell’opera tibulliana, cioè che vengono cantate da Tibullo:
• Per quanto riguarda la figura di Delia, probabilmente si tratta di una donna sposata di nome Plania. Di lei Tibullo lamenta i tradimenti, anche se afferma che è pronto a fare qualsiasi cosa, a sottostare a qualsiasi umiliazione, per poter stare con lei e avere un rapporto stabile basato sulla fides, cioè sulla lealtà, sulla fiducia, nonostante la loro relazione sia al di fuori del matrimonio.
• Per quanto riguarda la figura di Nemesi, Tibullo lamenta le sue bassezze, la sua avidità, la sua crudeltà e il fatto che lo faccia soffrire, ma la definisce ugualmente domina, signora, e riconosce la sua condizione di schiavitù, di sottomissione nei confronti di Nemesi, quindi emerge nuovamente il motivo del servitium amoris, che caratterizza l’elegia latina.
- Spesso Tibullo ambienta i suoi sogni erotici, d’amore, in un contesto bucolico, campestre. Inoltre afferma la sua scelta dell’otium, quindi il suo rifiuto dei negotia politico-militari, preferendo una vita dedita alla poesia e all’amore, anche questa è una caratteristica dell’elegia latina e anche una scelta che aveva già fatto Catullo.
Quintiliano nella sua Institutio oratoria elogia lo stile di Tibullo definendolo tersus atque elegans, cioè chiaro ed elegante, proprio perché è uno stile semplice e risulta complessivamente raffinato.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico in cui visse Tibullo?
- Quali sono i temi principali delle elegie di Tibullo?
- Come viene descritta la figura di Delia nelle opere di Tibullo?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche delle opere di Tibullo secondo Quintiliano?
Tibullo visse durante l'età augustea, nato nel 55 a.C. e morto nel 19 a.C., in un periodo in cui la sua famiglia, pur avendo subito perdite patrimoniali, rimaneva relativamente agiata. Era amico di Orazio e vicino a Messalla Corvino, un aristocratico che non si schierò con Augusto.
Le elegie di Tibullo trattano principalmente temi d'amore, dedicati a figure come Delia e Nemesi, e includono anche componimenti su altri temi, come elegie per Messalla Corvino e il suo figlio, e per il compleanno di un amico.
Delia, probabilmente una donna sposata di nome Plania, è descritta come una figura per cui Tibullo è disposto a subire umiliazioni per mantenere una relazione basata sulla lealtà e fiducia, nonostante i tradimenti e la natura extraconiugale del loro rapporto.
Quintiliano elogia lo stile di Tibullo nella sua "Institutio oratoria", definendolo "tersus atque elegans", cioè chiaro ed elegante, grazie alla sua semplicità e raffinatezza complessiva.