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Concetti Chiave

  • Catone, nato nel 234 a.C., fu un importante figura politica e militare romana, noto per il suo cursus honorum e le sue azioni in Spagna e Grecia.
  • Le "Origines" sono la prima opera storiografica in latino, dove Catone narra la storia di Roma e delle città italiche, mostrando l'influenza della storiografia greca.
  • Nel "De agri cultura", Catone fornisce consigli pratici per i proprietari terrieri, enfatizzando l'agricoltura come attività morale e vantaggiosa, sebbene evidenzi la dura gestione degli schiavi.
  • Catone incarnava il mos maiorum, promuovendo virtù tradizionali come parsimonia e industria, opponendosi all'influenza culturale greca e all'individualismo crescente.
  • Durante la sua carriera, Catone divenne censore, sostenendo la conservazione delle virtù romane e promuovendo un vasto programma di edilizia pubblica.

In questo si spiega come, grazie all’interesse suscitato dalla sua attività politica, le fonti ci forniscono copiose informazioni riguardo a Catone. Sia Cicerone, in particolare nel Cato maior sive De senectute, sia Livio, ci danno molte notizie. Abbiamo poi le Vite scritte da Cornelio Nepote e dal poligrafo greco Plutarco. Catone, Marco Porcio - Origines (2) articolo

Indice

  1. Biografia di Catone
  2. Origines
  3. De agri cultura (= manuale del perfetto proprietario terriero)
  4. Etica di Catone

Biografia di Catone

Catone nacque nel 234 a.C.

a Tusculum (presso l’odierna Frascati) da una famiglia di proprietari terrieri non nobili ma benestanti. Nessuno dei suoi aveva ricoperto cariche pubbliche.
Quando scoppiò la seconda guerra punica (218-202 a.C.), l’allora diciassettenne Catone iniziò il servizio militare. A vent’anni fu tribunum militum in Sicilia e a ventisette anni partecipò alla battaglia del Metauro (207 a.C.). Verso la fine della guerra, spostatosi a Roma, intraprese il cursus honorum: nel 204 fu questore di Publio Cornelio Scipione in Sicilia e in Africa; nel 199 fu edile plebeo; nel 198 governò la Sardegna come pretore; nel 195, a trentanove anni, divenne console assieme all’aristocratico Lucio Valerio Flacco, suo protettore e amico. Durante i primi mesi di carica si batté in senato, senza esito, per il mantenimento della lex Oppia, una legge suntuaria che poneva un freno al lusso femminile.
Nella seconda parte dello stesso anno (195 a.C.) si recò in Spagna per motivi bellici e vi rimase, come proconsole, anche nei primi mesi dell’anno successivo (194 a.C.). Lì condusse fortunate azioni militari contro gli Iberi, sconfitti nello scontro di Emporiae, nella Hispania Citerior, e contro le popolazioni della Turdetania, regione che corrisponde grossomodo all’odierna Andalusia. Grazie alle gloriose imprese compiute in Spagna Catone celebrò il trionfo nel 194 a.C. e, molto probabilmente, in questa occasione pronunciò il discorso autoelogiativo De triumpho ad populum.
Nel 192, a quarantadue anni, ebbe dalla moglie Licinia Tertia, sposata probabilmente intorno al 194-193 il figlio Marco Porcio Catone Liciniano, della cui educazione si volle occupare personalmente. Per lui compose il Commentarius de historia e i Libri ad Marcum Filium o Praecepta ad Marcum Filium, un’opera enciclopedica volta a provvedere all’educazione del figlio a sostenere la sua visione tradizionale delal cultura in polemica con l’istruzione grecizzante che si diffondeva sempre più.
Nel 191, insieme con Lucio Valerio Flacco, fu tribuno militare sotto il console Manlio Acilio Glabrione e, con la mansione di legato, si recò in vari luoghi della Grecia per propagandarvi la politica romana in contrapposizione alla propaganda antiromana di Antioco III di Siria. Forse in tale occasione Catone pronunciò, ad Atene, l’orazione politico-propagandistica Apud Athenienses. Poco dopo, partecipò alla battaglia delle Termopili (191 a.C.), tra i Romani e la coalizione costituita da Antioco e dagli Etoli. Ebbe una parte decisiva nella vittoria conseguita dai Romani in tale scontro.
Risale proprio agli anni 191-190 il periodo di maggior attrito tra Catone e il “partito” degli Scipioni e, più in generale, nobiliare. In qualità di homo novus Catone si scontrò con gli aristocratici di cui non condivideva né i modi di vitta, né gli ideali politico-sociali, né le istanze culturali di larga apertura nei confronti del mondo ellenico. I suoi avversari, probabilmente al suo rientro a Roma dopo la battaglia delle Termopili, lo attaccarono in merito alla gestione delle cose pubbliche durante il suo consolato. Per difendersi dalle accuse pronunciò discorsi che pubblicò in modo da assicurarne la diffusione: diede così inizio all’attività letteraria. Nello stesso tempo lanciò una serie di accuse contro i membri del “partito” aristocratico come Manlio Acilio Glabrione e Marco Fulvio Nobiliore, il protettore di Ennio.
Nel 184 divenne censore presentandosi come il campione delle antiche virtù romane contro la degenerazione dei costumi e il diffondersi di atteggiamenti individualistici, incoraggiati dal pensiero greco.
Catone esaltava la ricchezza e la potenza dello Stato promuovendo un vasto programma di edilizia.
Essendo al centro di molti processi come accusatore e difensore, si procurò molti nemici.
Quando nel 155 Atene inviò a Roma tre filosofi, Catone li fece espellere temendo che i loro insegnamenti potessero portare i Romani a nutrire dubbi sulla validità dei modelli etici tradizionali.
Nel 149 a.C., su insistenza di Catone, i Romani riportarono le legioni sul suolo africano con l’obiettivo di estirpare definitivamente la minaccia cartaginese: era la terza guerra punica. Nel 146 Cartagine cedette al lungo assedio, venne saccheggiata e rasa al suolo. Si realizzò in tal modo il monito che Catone aveva ripetutamente pronunciato in senato: Carthago delenda est (Cartagine deve essere distrutta). Tuttavia, il maggiore fautore di questo obiettivo bellico, non poté mai vederlo compiuto poiché era morto solo tre anni prima, nel 149 a.C.

Origines

Dei sette libri delle Origines, a cui Catone si dedicò dal 168 a.C. fino alla morte, ci restano solo frammenti. Si tratta della prima opera storiografica in lingua latina. L’argomento è la storia di Roma, dalla fondazione alla spedizione di Sulpicio Galba in Spagna (151 a.C.). Per la prima volta l’attenzione di uno storico latino si estende al di là di Roma, per allargarsi a tutte le popolazioni della penisola. Catone tendeva a sottolineare la parte che le città e le campagne d’Italia avevano svolto nell’ambito dello stato romano. Roma poté resistere ad Annibale perché la “provincia” restò saldamente unita alla capitale e l’invasione punica fu sentita come sfida a tutte le genti italiche. Per questo Catone studiò ed espose in due libri (II e III) le Origines (da qui il nome dell’opera) delle città soggette a Roma. Nel fare ciò tenne sicuramente presenti le opere greche di argomento analogo: della κτίσις (fondazione) di città si erano occupati numerosi storici ellenistici, tra cui Polemone di Ilio che aveva scritto un’opera sulle “fondazioni” delle città d’Italia e di Sicilia. All’influsso della storiografia greca è dovuto anche il rifiuto del metodo annalistico tradizionale a Roma. Nella struttura e nella concezione della prima parte dell’opera, Catone si serve dunque dell’esperienza ellenica per i suoi fini “italici”. La narrazione delle due prime guerre puniche era esposta per sommi capi (capitulatim) perché questa materia era stata già trattata dai predecessori grecizzanti.
Una delle singolarità delle Origines è la mancanza dei nomi nel corso dell’esposizione delle vicende storiche. Di regola Catone avrebbe designato i singoli personaggi indicandone la carica politica o militare. Sappiamo, tuttavia, che era riferito il nome di un eroico tribuno, Quinto Cedicio, e sembra peraltro inverosimile che non fossero indicati i nomi dei consoli per determinare gli anni. In ogni caso è evidente che l’intento di Catone fosse reagire all’esaltazione della gloria personale a cui i condottieri del suo tempo erano sempre più propensi. Per l’agricoltore sabino il singolo doveva essere completamente subordinato alla res publica. In questo modo egli vuole opporsi al sorgente individualismo, in nome del mos maiorum.

Catone, Marco Porcio - Origines (2) articolo

Tra i più importanti frammenti delle Origines sono quelli del discorso pronunciato da Catone stesso nel 167 a.C. in difesa dei Rodiesi, che erano stati accusati di scarsa fedeltà agli alleati Romani durante la guerra macedonica. Questo discorso era inserito nel quinto libro. Anche in questo caso è ben chiaro l’influsso della storiografia greca da cui Catone trae l’esempio di discorsi inseriti nel racconto.
A seguire la struttura del contenuto delle Origines: in esse si privilegiava la storia contemporanea alla quale erano dedicati tre libri su sette:

  1. Libro I: fondazione di Roma (vista come opera collettiva del populus Romanus, concentrato intorno alla classe dirigente senatoria.)
  2. Libri II e III: origini delle città italiche
  3. Libri IV e V: guerre puniche
  4. Libri VI e VII: fino alla spedizione di Servio Sulpicio Galba in Spagna nel 151 a.C.

De agri cultura (= manuale del perfetto proprietario terriero)

Formato da una introduzione e da 170 brevi capitoli contenenti una serie di precetti schematici ma efficaci e privi di riflessioni filosofiche su vita o destino degli agricoltori.
Con quest’opera Catone vuole dare un’indicazione del perfetto comportamento del proprietario terriero, ossia del pater familias che deve dedicarsi all’agricoltura come attività più sicura e onesta e la più adatta a formare buoni cittadini e buoni soldati.
Alcuni passi evidenziano la brutalità dello sfruttamento degli schiavi: Catone raccomanda di vendere come un ferrovecchio lo schiavo anziano o malato inabile al lavoro.

Etica di Catone

I suoi tratti salienti vengono indicati come costitutivi del mos maiorum.
Virtù come parsimonia, duritia e industria mostrano che il rigore di Catone non consiste nella saggezza del contadino incorrotto e ingenuo, ma consiste nel risvolto ideologico di un’esistenza pragmatica: dall’agricoltura si traggono vantaggi e si accresce la produttività.

Domande da interrogazione

  1. Quali fonti storiche ci forniscono informazioni su Catone?
  2. Le fonti principali che ci forniscono informazioni su Catone includono Cicerone, Livio, Cornelio Nepote e Plutarco.

  3. Qual è il significato dell'opera "Origines" di Catone?
  4. "Origines" è la prima opera storiografica in lingua latina che tratta la storia di Roma e delle città italiche, sottolineando l'importanza della provincia nel contesto romano.

  5. Quali erano le principali cariche pubbliche ricoperte da Catone durante la sua carriera politica?
  6. Catone ricoprì diverse cariche pubbliche, tra cui questore, edile plebeo, pretore, console e censore.

  7. Qual è l'obiettivo dell'opera "De agri cultura" di Catone?
  8. L'opera "De agri cultura" mira a fornire indicazioni sul comportamento ideale del proprietario terriero, enfatizzando l'importanza dell'agricoltura per formare buoni cittadini e soldati.

  9. Come si caratterizza l'etica di Catone secondo il testo?
  10. L'etica di Catone è caratterizzata da virtù come parsimonia, duritia e industria, riflettendo un rigore pragmatico e ideologico basato sull'agricoltura e il mos maiorum.

Domande e risposte