Concetti Chiave
- Le favole, caratterizzate da animali protagonisti e una morale, hanno origini antiche, risalenti ai Greci e ai Romani.
- Esopo, uno schiavo greco, è considerato il primo autore occidentale di favole, con una raccolta che ha influenzato secoli di narrazione.
- Fedro, autore latino, seguì le orme di Esopo, scrivendo circa cento favole che affrontavano temi di oppressione sociale.
- La tradizione favolistica si è evoluta nel Medioevo e nel Seicento, con autori come Jean de la Fontaine che usavano le favole per critica sociale.
- La popolarità delle favole è perdurata fino ad oggi, con autori moderni come Trilussa e James Thurber che continuano la tradizione.
Gli autori di favole
Le favole , narrazioni con morale e animali protagonisti, appartengono alle tradizioni di popoli differenti. Fu nel mondo antico, presso i Greci e i Romani, che si sviluppò la tradizione della favola classica. Il primo autore della cultura occidentale a cui viene attribuita una raccolta di favole è il greco Esopo, che la tradizione presenta come uno schiavo deforme e balbuziente. Sin dall’antichità furono attribuite a Esopo circa quattrocento favole, che probabilmente sono state scritte da persone diverse a noi sconosciute. Questi racconti, molto brevi, che si concludono con un insegnamento morale, diventarono bene presto popolari e venivano usati a scuola come primo libro di lettura, accanto ai poemi attribuiti a Omero. La raccolta delle favole di Esopo costituisce una fonte importantissima per tutti gli autori di favole e fissa un modello che sarà imitato nei secoli successivi, per esempio da Fedro, autore latino del periodo di Augusto. Fedro è l’altro grande autore della favola classica. Scrisse cinque libri di favole in versi, in parte ispirate direttamente a Esopo: ce ne sono pervenute circa cento. Fedro fu popolare nell’antica Roma e forse alcune favole gli crearono difficoltà e nemici, perché nella loro morale alludevano all’oppressione degli umili da parte dei potenti. Sia le favole di Esopo sia quelle di Fedro, entrambi schiavi liberati, sono espressione delle classi popolari; probabilmente la scelta di animali parlanti come protagonisti costituiva un espediente per poter criticare e colpire i più ricchi senza esporsi troppo direttamente. Anche il grande Orazio scrisse alcune favole. Le inserì in una delle sue opere principali : le Satire. Celebre è il topo di campagna e il topo di città. La tradizione favolistica si mantenne viva per tutto il Medioevo , come è testimoniato dal successo de il romanzo di Renard, un insieme di favole con animali parlanti che esaltano l’astuzia e il gusto per l’avventura. E’ soprattutto nella Francia del Seicento che la tradizione favolistica rivive con Jean de la Fontaine, scrisse un celebre libro di favole in versi, ispirate a quelle di Esopo e Fedro, nelle quali rappresentò vizi e virtù degli uomini in generale e criticò con arguzia e ironia i comportamenti sociali dei nobili del suo tempo. Tra gli autori dell’Ottocento che hanno scritto favole possiamo ricordare il celebre scrittore Robert Louis Stevenson e soprattutto il russo Lev Tolstoj. La popolarità delle favole tradizionali si è mantenuta viva sino ai giorni nostri e non sono mancati autori che, con intenti diversi, hanno scritto storie con animali come protagonisti. Tra coloro che si sono esplicitamente rifatti alla tradizione della favola classica, possiamo ricordare l’italiano Carlo Alberto Salustri, noto come Trilussa, e lo statunitense James Thurber.
Domande da interrogazione
- Chi è considerato il primo autore di favole nella cultura occidentale?
- Qual è il contributo di Fedro alla tradizione delle favole?
- Come si è evoluta la tradizione delle favole nel Medioevo e nel Seicento?
- Quali autori dell'Ottocento e del Novecento hanno contribuito alla tradizione delle favole?
Il primo autore di favole nella cultura occidentale è considerato il greco Esopo, a cui la tradizione attribuisce circa quattrocento favole.
Fedro, autore latino del periodo di Augusto, scrisse cinque libri di favole in versi, ispirate in parte a Esopo, e le sue opere alludevano spesso all'oppressione degli umili da parte dei potenti.
Nel Medioevo, la tradizione favolistica si mantenne viva con opere come il romanzo di Renard, mentre nel Seicento in Francia, Jean de la Fontaine rivitalizzò la tradizione con un celebre libro di favole in versi.
Tra gli autori dell'Ottocento e del Novecento che hanno contribuito alla tradizione delle favole ci sono Robert Louis Stevenson, Lev Tolstoj, Carlo Alberto Salustri (Trilussa) e James Thurber.