Sofocle
Sofocle nacque a Colono, presso Atene, nel 497/6 a.C. da un’agiata famiglia. Fu un uomo molto longevo e infatti assistette sia alle guerre persiane sia alla guerra del Peloponneso. Da adolescente partecipò al coro che intonò il peana in onore della vittoria di Salamina, successivamente fu tesoriere della lega delio-attica e stratego. Sofocle è considerato il più classico fra i poeti attici in quanto ha vissuto in modo esemplare. Egli scrisse più di cento drammi ma a noi sono pervenute solo sette tragedie. Dei drammi satireschi abbiamo solo frammenti. Le sette tragedie sono:
- Aiace= è ambientata a Troia dove Aiace, reso folle dalla dea Atena, fa strage di bestiame pensando si trattasse dei capi achei che avevano dato le armi di Achille ad Odisseo e non a lui.
Tornato in sé, decide di suicidarsi piantando a terra la spada con la punta verso l’alto e gettandocisi sopra. Compie questo gesto dopo un commovente addio alla patria lontana. Il fratellastro di Aiace vorrebbe seppellirlo ma non gli viene permesso. Alla fine Odisseo, consapevole che l’odio e la vendetta non dovrebbero proseguire dopo la morte, fa sì che Aiace venga seppellito;
- Antigone= è ambientata a Tebe dove Eteocle e Polinice, figli di Edipo, si sono uccisi a vicenda.
Il re Creonte ordina la sepoltura di Eteocle mentre Polinice non deve essere sepolto in quanto traditore. Antigone, sorella dei due, cerca di convincere Ismene, l’altra sorella, ad aiutarla a seppellire Polinice ma Ismene è timorosa. Così Antigone agisce da sola ma viene catturata e portata dal re Creonte. Tra i due inizia un dibattito nel quale Creonte sostiene che vanno seguite le leggi della polis, mentre Antigone afferma che le leggi non scritte, e quindi eterne, degli dei sono più importanti. Antigone viene condannata alla reclusione in una caverna di pietra. Emone, figlio di Creonte e fidanzato di Antigone, cerca di convincere il padre a liberarla, ma Creonte non cede. Solo quando l’indovino Tiresia spiega a Creonte che la sepoltura di Polinice è la volontà divina il re cambia idea, ma è troppo tardi. Infatti Antigone è morta ed Emone ed Euridice, moglie di Creonte e mamma di Emone, si sono suicidati;
- Trachinie= nella tragedia Deianira, moglie di Eracle, partito per conquistare la città di Ecalia,
sta aspettando che il marito torni. Egli, prima di tornare, manda avanti le sue prigioniere tra cui c’è Iole, figlia del re di Ecalia, di cui Eracle si è innamorato. Deianira, quando lo scopre, tenta di far innamorare il marito di nuovo di lei. Usa il sangue di un centauro che era stato ucciso da Eracle, poiché il centauro le aveva detto, prima di morire, che il suo sangue era un filtro d’amore. Quindi ricopre una veste con il sangue del centauro e la manda al marito, ma si rende conto, troppo tardi, che in realtà il sangue del centauro è un veleno, perciò si uccide. Eracle muore subito dopo essersi reso conto che si stava realizzando una profezia secondo la quale lui sarebbe morto per mano di un morto (il centauro);
- Edipo re= è ambientata a Tebe, dove è appena scoppiata un’epidemia. Il re Edipo consulta
l’oracolo che gli dice che l’epidemia è scoppiata perché a Tebe c’è l’assassino del precedente re, Laio, di cui Edipo ha preso il posto e ha sposato la moglie Giocasta . Edipo cerca il colpevole ma l’indovino Tiresia gli dice che è proprio lui ad aver ucciso Laio, che era suo padre, e si è unito a Giocasta, sua madre. Edipo pensava di essere figlio del re di Corinto ma alla fine scopre che il suo padre biologico era veramente Laio e si ricorda anche di averlo ucciso, anche se inconsapevole che fosse lui. Giocasta, saputo ciò, si uccide ed Edipo si cava gli occhi;
- Elettra= è ambientata a Micene, dove Oreste fa ritorno per vendicare il padre Agamennone. Successivamente Oreste va da Elettra e avviene la celebre scena del riconoscimento. Alla fine Oreste, spinto da Elettra, uccide la madre e l’amante Egisto;
- Filottete= il protagonista è un soldato greco, Filottete, che, dieci anni prima, era stato
abbandonato, per volere di Odisseo, dall’esercito greco, perché aveva una ferita causata dal morso di un serpente. Egli era riuscito a sopravvivere grazie al suo arco, che gli permetteva di proteggersi e cacciare. Nel frattempo a Troia l’esercito greco viene a sapere che per espugnare la città serve la presenza di Filottete e del suo arco. Odisseo elabora un piano: Neottolemo si fingerà anche lui vittima dell’esercito greco e conquisterà la fiducia di Filottete. Ciò avviene ma poi Neottolemo decide di dire tutta la verità a Filottete e cerca di convincerlo con le parole. Alla fine Filottete si convince ad andare in guerra grazie alle parole del dio Eracle;
- Edipo a Colono= è ambientata a Colono. Edipo, vecchio e cieco, si era recato lì insieme alla
figlia Antigone chiedendo ospitalità al re del luogo. Edipo non è più maledetto da profezie ma anzi, secondo una profezia, è destinato a portare prosperità e vittoria alla terra in cui verrà sepolto. Molti sovrani cercano di accaparrarsi il suo favore ma lui rifiuta tutti e, poco prima di morire, va nel bosco delle Eumenidi, dove gli dei lo prendono fra loro.
Sofocle fa aumentare i coreuti da dodici a quindici e introduce il terzo attore, il tritagonista, gradualmente: nelle prime tragedie è presente ma non parla, successivamente questo limite viene rimosso. Inoltre Sofocle abbandona la trilogia a tema unico, in favore della trilogia slegata. Per Sofocle la colpa personale prevale su quella ereditaria e perciò se un individuo non ha colpe ma viene punito comunque dagli dei, ciò non ha una giustificazione apparentemente. Tuttavia secondo lui gli dei sono giusti, solo che la loro giustizia non è comprensibile all’uomo e va accettata per fede. Il dolore non ha funzione educativa (superamento del pathei mathos). L’uomo deve avere dei limiti, cioè non può permettersi di fare più di ciò che gli è concesso fare in quanto uomo. I personaggi di Sofocle si oppongono alla volontà divina, perché non la conoscono, e credono di essere artefici del proprio destino. L’uomo per Sofocle non è semplicemente l’esecutore della volontà divina, ma ha anche una capacità di azione sua propria. Tuttavia l’uomo consegue dignità e grandezza solo se non tenta di oltrepassare i limiti della sua natura. Gli eroi protagonisti sono spesso in contrasto con la realtà che li circonda, perché hanno idee diverse dagli altri, e quindi si isolano. Inoltre il protagonista è molto importante per Sofocle e questo si nota dal frequente ricorso al monologo e agli amoibaia , cioè canti alterni. Le vittime degli dèi sono soprattutto eroi. Gli dèi non li puniscono per invidia ma per far capire loro che anche gli uomini migliori non sono nulla in confronto agli dèi: la distanza fra uomini e dèi è incolmabile. Il tema centrale delle opere di Sofocle è la conoscenza, che però non determina la salvezza dell’uomo, anzi. Sofocle è moderatamente favorevole all’aristocrazia, ma ciò non gli impedisce di collaborare con la democrazia. La sua opera in cui ci sono più riferimenti alla politica è l’Antigone. Infatti in essa abbiamo Creonte, che rappresenta le leggi dello Stato, e Antigone, che rappresenta le leggi degli dèi, non scritte ma eterne. Antigone si ribella alla decisione dell’autorità, perché essa va contro le sue convinzioni etiche e religiose. Creonte è convinto che le sue leggi coincidano con quelle degli dèi, ma non è così. Lo scontro tra Creonte e Antigone è uno scontro tra una visione politica e una visione religiosa. L’idea che Sofocle intende far trasparire è che una concezione esclusivistica dello Stato, separata da etica e religione, porta ad esiti catastrofici. Sono tre i personaggi di Sofocle che, nelle rispettive tragedie, restano uguali dall’inizio alla fine: Aiace, Antigone ed Elettra. Tuttavia essi, che sono dei grandi personaggi, nel corso delle tragedie attraversano anche momenti di sconforto e smarrimento. Mutano in peggio Creonte, che diventa simile a un tiranno, ed Edipo. Mutano in meglio Neottolemo e Filottete. Neottolemo inizialmente si lascia convincere da Odisseo ad ingannare un innocente ma poi si comporta secondo la sua vera natura, nobile, e rivela l’inganno. Per lui le cose giuste sono più importanti rispetto alle cose intelligenti (l’inganno di Odisseo). Per quanto riguarda il personaggio di Filottete, egli è combattuto perché da una parte in lui persiste l’odio per il nemico, in questo caso l’esercito greco, che lo aveva abbandonato, ma dall’altra egli vuole la gloria bellica, che otterrebbe solo accettando di combattere a Troia. Filottete alla fine compie la scelta giusta grazie alle parole del dio Eracle. Le prime tragedie di Sofocle sono caratterizzate dal dualismo e sono presenti moltissime opposizioni, come per esempio nell’Antigone , con il tempo le tragedie acquistano maggior movimento, soprattutto nella psicologia dei personaggi. Sofocle resta estraneo al movimento sofista, che si basava sul raggiungimento pratico dei propri fini. Infatti quando nel Filottete Neottolemo afferma la superiorità delle cose giuste su quelle intelligenti, cioè utili, va totalmente contro la sofistica. I concetti di nomos (legge) e fusis (natura) non sono contradditori per Sofocle, contrario alla visione dei sofisti. Per lui sono infondati solo i nomoi che vogliono regolare un qualcosa che non gli spetta regolare, per esempio la religione. La scrittura di Sofocle è semplice, limpida e caratterizzata da equilibrio. Si distingue anche per la coerenza e la vivacità degli intrecci.