Prosa attica
La regione di sviluppo è ovviamente l'Attica ed il centro di irradiazione principale è Atene.
La prosa nasce in Ionia e si sviluppa ad Atene con la storiografia erodotea; si specializza con la storiografia tucididea con metodo razionale e scientifico. Diviene mezzo di comunicazione e diffusione della sofistica.
In seguito prende due strade diverse nell'educazione:
da un lato dopo il 399 diventa il mezzo comunicativo della filosofia, con Platone;
dall'altro si sviluppa nell'oratoria, con Isocrate e Demostene, e raggiunge il suo apice.
Quando la potenza e l'importanza di Atene tramontano, la prosa non è più strumento di diffusione poetica, ma diventa il mezzo attraverso il quale poter esprimere con toni nostalgici rimpianti verso un passato storico / mitico:
L'oratoria perde la sua "vis" politica e si vota alla celebrazione del passato (si pensi a Isocrate).
Filocoro di Atene (seconda metà del terzo sec. a.C.) si dedica alla ricerca "storico-antiquaria", quindi, all'erudizione; egli avrebbe, infatti, scritto due opere, di cui rimangono solo pochi frammenti, di ricerca storica, letteraria, mitica e religiosa. Oscilla tra rigore scientifico e un certo misticismo. Al suo nome viene legata l'"Attis": opera storica in 17 libri che ripercorre il periodo della conquista macedone di Atene alla fine del quarto secolo.
Ellenismo:
Per quanto riguarda la storiografia, Atene presenta piccoli storiografi che propongono una visione regionale, municipalistica ed individualistica della loro polis. Si tratta di una storiografia di tipo analitico e anacronistico.
Riguardo la filosofia: Atene ormai è un centro periferico della cultura (vi si sono sostituite le città orientali, in particolare Alessandria); Atene diviene il centro della vita spirituale e filosofica. La filosofia cambia i suoi obiettivi: non mira più alla contemplazione e alla ricerca del metafisico ma si propone di liberare l'uomo dall'insicurezza e a fornirgli la chiave per la felicità individuale. La filosofia, quindi, confonde i suoi confini con la religione.
Nascono:
- il Cinismo, caratterizzato da un atteggiamento critico verso il mondo. Di questa corrente non rimane nulla se non brevi poesie satiriche (παιγυια) o aneddoti; dei cinici si ricorda Diogene da Sinope. Il fine di questa filosofia è quello di riportare l'uomo ad un senso sano e semplice del mondo e della vita. La loro prosa è caratterizzata dalla diatriba che si configura come un trattato filosofico dal linguaggio basso, blasfemo, per "smascherare" la cultura ufficiale. La diatriba si sviluppa grazie a Menippo di Gadara (schiavo affrancato di una città della Siria), arricchendola di parti in poesia, finendo per inventare un nuovo genere, la satira menippea, a metà del terzo secolo. Egli produce satire nelle quali canzona tutto, mescola ogni genere con ogni tema.
- Lo Stoicismo, fondato da Zenone, elimina un'antica antinomia fra νομος e φυσις (tema dibattuto dall'oratoria del quarto secolo); per Zenone al di sopra di entrambi aleggia il λογος, non una divinità ma uno spirito, una ragione universale che guida tutto; tutto è inserito in un disegno di cui l'uomo non può conoscere nulla se non le piccole manifestazioni. Si tratta di una tipica filosofia dei grandi imperi, secondo cui c'è un progresso universale in cui tutti hanno una loro parte. Nasce una diversa valutazione dell'uomo, una visione cosmopolita dove non ci sono distinzioni tra straniero e cittadino.
- L'Epicureismo, fondato da Epicuro (341 a.C. - 270 a.C.), ha la cittadinanza di Atene; è compagno di efebia di Menandro. La sua influenza è tale che Lucrezio nel primo secolo lo ripropone a Roma. Il suo fine è liberare l'uomo dall'inconsapevolezza; è più "autentico" dello Stoicismo: ricerca della serenità interiore.
- Peripatetici: il Peripato viene chiuso solo negli ultimi anni dell'impero. Il primo discepolo di Aristotele, Teofrasto, mantiene la scuola per 40 anni. Il Peripato è anche il luogo dove si mantengono vive le ricerche filosofiche e filologiche: luogo della conservazione e dell'ermeneutica (interpretazione dei testi).