Moralia di Plutarco
Con questo titolo ci è pervenuto un corpus di un ottantina di scritti, non tutti autentici (tra cui il de musica). Il titolo latino risale agli umanisti del 1500, con la traduzione latina. Plutarco non aveva l'intenzione di fare di queste opere un corpus unitario, vennero riunite nel 13 secolo d.c. da un monaco erudito di nome Massimo Plamude.
Si presentano come un'enciclopedia non unitaria della cultura del tempo, realizzata da un uomo di vasta dottrina ma anche un genio letterario.
Vi sono scritti pedagogici (precetti sul matrimonio, educazione dei figli), scritti di teoria politica (figura del buon governante, il modello del buon principe è Alessandro Magno), storia, polemica ed esegesi filosofica, polemica indirizzata soprattutto contro gli stoici e gli epicurei. Plutarco è un platonico, anche se è influenzato dall'eclettismo. Taccia
Erodoto di malignità. Ci sono scritti di teologia e di storia delle religioni (dialoghi delfici, l'eta di delfi, il tardo castigo degli dei e il genio di
Socrate, si concludono con la narrazione di un mito, come introdotto da Platone, trattato su Iside e Osiride),
psicologia anche animale, in cui sostiene che la differenza tra l'anima animale e umana è quantitativa e non qualitativa, quella dell'animale è simile a quella dell'uomo ma la ragione è piu debole, ma anche gli animali possiedono un po' di ragione, ci sono declamazioni retoriche, scritti di storia e critica della letteratura (messa a confronto tra
Aristofane e Menandro, primato di Menandro per ragioni etiche), scritti di erudizione di stampo varroniano (questioni greche e romane), questioni conviviale (di carattere erudito, che si rifanno a simposi tenuti effettivamente in casa di Plutarco, uno sull'amore che riprende il Simposio platonico).
Lo stile è letterariamente ben costruito ma senza le velleità di atticismo e di prosa d'arte che caraterizzano gran parte della letteratura contemporanea. La sua lingua è la koinè, il suo periodare è piuttosto ampio e ricco di subordinazioni, che riflette uno spirito riflessivo. Si tiene lontano da ambizioni retoriche, non usa cadenze metriche, l'unico precetto che rispetta è l'eliminazione dello iato. Ci sono metafore e similitudini
La sua opera fu apprezzata dai padri della chiesa per il suo attento moralizzatore, nel
rinascimento fu molto amato e
Montaigne fu suo grande ammiratore e anche da alcuni illuministi e romantici. In epoca positivista venne svalutato per il suo scarso rigore storico.