Indice
Epigramma nell’Ellenismo
Introduzione
L’epigramma nasce con scopi pratici, come epigrafe funeraria, ma subisce poi una profonda evoluzione che lo porta ad essere un vero e proprio testo letterario. Per le sue caratteristiche (brevitas, perseguimento della perfezione formale) diventa la forma letteraria che rappresenta meglio l’Ellenismo.
Antologia palatina
Ciò che rimane della produzione epigrammatica è conservato in un codice scritto intorno al Mille nella biblioteca Palatina di Heidelberg – da cui prende il nome di Codice Palatino 23 - ritrovato nel 1600. Questa antologia, detta palatina, comprende in tutto 23000 versi, 3700 testi di 340 poeti conosciuti e altri anonimi.Inoltre, altrettanto importante è la Planudea, una silloge raccolta dal monaco Planude nel 1299.
Dunque gli studiosi hanno organizzato i testi dell’Antologia Palatina in 15 libri a cui si aggiunge un sedicesimo contenente il materiale della Planudea che prende quindi il nome di Appendice Planudea.
La Palatina e la Planudea si rifanno a raccolte precedenti, come quelle di
- Filippo di Tessalonica
- Agazia
- Costantino Cefala (alto dignitario della Chiesa di Costantinopoli)
Ma la prima grande antologia (antologia - da "antos", "fiore", "lego", "raccogliere") di cui abbiamo notizia è quella di Meleagro, la Ghirlanda, risalente al I secolo a.C. che fu il primo a raccogliere gli epigrammi in un’antologia. Ci rimane solo il carme primo, contenente un elenco di poeti paragonati a fiori.
Da Meleagro in poi gli autori hanno adattato l’epigramma alle tematiche del loro tempo, fino ad arrivare all’età bizantina, i codici medievali, l’età umanistica rinascimentale (in cui si ebbe il passaggio dal codice alla stampa). Nel frattempo l’epigramma divenne un genere amato dagli autori latini, in particolare Catullo e Marziale.
La scuola dorico-peloponnesiaca
I rappresentanti più significativi di questa scuola sono Leonida di Taranto, Nossida di Locri e Anite di Tegea: autori provenienti da zone appartenenti all’area culturale dorica. La loro poesia è legata alla polis ma è centrale l’ambito amoroso; c’è una spiccata preferenza per la rappresentazione di scene quotidiane e situazioni realistiche o bucoliche.
La scuola ionico-alessandrina
Tale nome deriva dalla locazione dei suoi esponenti principali in Oriente e perché si possono riconoscere i caratteri tipici della poesia alessandrina: la brevitas, l’erudizione, la ricercatezza formale.I temi prediletti sono l’amore e il vino, calati però in un contesto profondamente mutato: il simposio non è più quello arcaico con una valenza anche religiosa ma è solo occasione per cogliere la bellezza della vita. Non si vive più nella polis ma nella metropoli. I principali esponenti sono Asclepiade di Samo e Posidippo di Pelia.