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Sappiamo tutti che nel lavoro, specie in fase di colloquio, la sfera privata è opportuno che rimanga al di fuori della discussione e delle valutazioni. Con qualche limitata eccezione (in questo articolo spiego quali) questa regola è sempre valida, ed è importante pretenderne il rispetto.
Ormai tutte le aziende si ispirano a Codici Etici che fissano i confini da non oltrepassare, ispirandosi al pieno rispetto di ogni differenza di genere, religione, etnia, idea politica o orientamento sessuale.
Chi non rispetta il Codice è soggetto a sanzioni anche severe e per questo il livello di attenzione verso questi aspetti è generalmente molto elevato.Nonostante questo può capitare di imbattersi in qualche persona sprovveduta (o sarebbe meglio definirla “scorretta”) che infrange questa regola ed oltrepassa il limite della privacy, invadendo pesantemente la sfera più protetta di ognuno di noi. Può capitare durante un colloquio, in una riunione di lavoro, o nell’atmosfera informale di un saluto davanti ad un caffè…
Che fare se questo accade? Di sicuro sono sconsigliate reazioni “scomposte”. Un comportamento fermo e rigoroso è la migliore risposta e adesso ti darò qualche consiglio per darla…
Come può essere invasa la mia privacy?
L’invasione della privacy può manifestarsi in forma esplicita, con domande dirette del tipo “segui il politico x?” oppure “pensi in futuro di avere figli?” o ancora “frequenti qualche parrocchia?”. Ma può nascondersi anche dietro circostanze meno evidenti, con approcci più subdoli ed indiretti, come ad esempio “ho sentito parlare il politico x… tu che opinione hai su di lui?”, “hai sentito che la coppia x ha avuto un figlio, anche tu hai in programma di allargare famiglia?”.
Qualunque sia la circostanza non è dato sapere quale siano le intenzioni di chi sta invadendo la tua privacy, magari vuole soltanto scambiare due parole, oppure ci tiene a conoscerti meglio, o ancora vuole darti attenzione. Non importa: sei soltanto tu a dover valutare se sei disposto ad aprirti, oppure se non lasciar invadere il spazio personale.
Come comportarsi?
Difficile individuare un modo corretto per gestire queste situazioni. Tutto dipende dal rapporto che si ha con la persona e dal contesto nel quale ci si trova: durante un colloquio si è sicuramente meno disposti a tollerare invasioni della privacy (che potrebbero anche influenzare la valutazione) rispetto ad una chiacchierata informale con il proprio capo.
In generale il consiglio è quello di non avere reazioni scomposte, mettendo l’altro di fronte al proprio passo falso. Sconsiglio di dare risposte del tipo “non puoi chiedermi queste cose”, oppure “ma come ti permetti di parlare della mia vita privata”. Il tuo vero obiettivo è difendere la tua sfera privata, non incolpare o condannare moralmente l’interlocutore (anche se potresti averne la tentazione…). Un approccio riflessivo che richiami alla privacy come “Sono cose molto personali, ciascuno ha la sua visione” o che eviti proprio l’argomento tipo “Preferisco non parlarne in contesti non familiari” aiuterà a superare l’impasse ed a convincere l’interlocutore a cambiare argomento. Con tutta probabilità eviterà anche in futuro di tornarci.
E se qualcuno esagera?
In caso di insistenza o di atteggiamenti molto aggressivi conviene alzare il livello di attenzione. Potremmo trovarci di fronte ad un caso di mobbing o discriminazione (se vuoi saperne di più ne ho parlato in questo articolo). In questi casi non resta che rivolgersi ai canali che ogni azienda mette a disposizione per le gestione di situazioni che violino il Codice Etico: l’Ethic Officer nelle aziende più grandi, le Risorse Umane in quasi tutte le realtà oppure, se all’interno del posto di lavoro non hai alcun riferimento, il Sindacato.
Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende