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universitàQuanti laureati fanno il lavoro per cui hanno studiato? Il rapporto AlmaLaurea 2022 analizza l'efficacia del titolo di studio ottenuto che combina la richiesta della laurea per l'esercizio del lavoro svolto e l'utilizzo, nel lavoro, delle competenze acquisite all'università. Coerenza che cresce con il trascorrere del tempo dalla laurea (da uno a cinque anni), dal momento che soprattutto negli anni immediatamente successivi al conseguimento del titolo è più difficile trovare un impiego in un settore perfettamente attinente al proprio ambito disciplinare.
Vediamo meglio nel dettaglio cosa accade dopo 1 anno e dopo 5 anni.

Laurea efficace per oltre il 60% degli occupati dopo un anno dal titolo di studio

L’efficacia della laurea rappresenta una misura soggettiva di coerenza tra studi compiuti e lavoro svolto, in quanto si basa su valutazioni espresse dai laureati occupati. Secondo la ricerca effettuata dal consorzio universitario, per oltre il 60% dei laureati occupati ad un anno, il titolo risulta "molto efficace o efficace": 60,6% per i laureati di primo livello e 66,3% per i laureati di secondo livello. Rispetto al 2019 si rileva un aumento dei livelli di efficacia sia per i laureati di primo livello (+2,3 punti percentuali) sia per quelli di secondo livello (+4,9 punti). Dal 2008 ad oggi, tra l'altro si tratta dei dati più alti. Ad esempio nel 2014 la laurea era efficace per il 47% dei laureati di primo livello e il 53,5% di quelli di secondo livello. Nel 2008, primo dato disponibile, la percentuale era del 57,5 e del 51%. Le difficoltà incontrate nel periodo 2008-2014 hanno comportato una riduzione della quota di laureati che ha dichiarato la laurea molto efficace o efficace: -10,6 punti percentuali per i laureati di primo livello e -3,6 punti per quelli di secondo. Il miglioramento registrato negli ultimi anni, dunque, ha colmato la contrazione, registrata durante gli anni della crisi, sia per i laureati di primo livello, sia per i laureati di secondo livello, che nel 2021 registrano il più alto valore nei livelli di efficacia.

Laurea efficace per quasi il 90% dei laureati dopo 5 anni

La situazione migliora in prospettiva. La corrispondenza tra laurea conseguita e lavoro svolto è misurata dall’efficacia del titolo che, a cinque anni, risulta “molto efficace o efficace” per il 66,2% e per il 69,5% degli occupati di primo e secondo livello, rispettivamente. Per i laureati a cinque anni dal titolo, il 2021 restituisce un quadro di miglioramento dei livelli di efficacia: rispetto al 2019, sia per i laureati di primo livello sia per quelli di secondo livello si registra un aumento, di 6,0 e di 4,4 punti percentuali, rispettivamente.

Differenze dal punto di vista lavorativo

All'aumentare del livello del titolo di studio posseduto diminuisce il rischio di restare intrappolati nell'area della disoccupazione. Tra i laureati magistrali biennali del 2016 intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo si registrano rilevanti differenze tra i vari gruppi disciplinari. I laureati dei gruppi in informatica, ingegneria industriale e dell’informazione, architettura e ingegneria civile e quelli del gruppo economico mostrano le migliori performance occupazionali, dal momento che il tasso di occupazione è ovunque superiore al 90,0%. Sono invece al di sotto della media, in particolare, i tassi di occupazione dei laureati dei gruppi educazione e formazione, arte e design nonché letterario-umanistico (il tasso di occupazione è inferiore all’83,0%). Nel 2021, a cinque anni dal conseguimento del titolo, il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) si attesta al 9,4% tra i laureati di primo livello e al 19,8% tra i laureati di secondo livello. La quota di chi è assunto con contratto a tempo indeterminato è del 65,5% tra i laureati di primo livello e del 55,8% tra quelli di secondo livello. A cinque anni dalla laurea la retribuzione mensile netta è pari a 1.554 euro per i laureati di primo livello e a 1.635 euro per i laureati di secondo livello.