
Le ragazze ottengono risultati migliori dei ragazzi a scuola e all'università, ma il mondo del lavoro si dimostra decisamente "avaro" nei loro confronti. Il gender gap, infatti, negli anni venti del XXI secolo è tutt'altro che superato: le donne continuano a guadagnare e lavorare meno degli uomini, in particolare se hanno figli.
E' quanto emerge dalle ultime Indagini AlmaDiploma e AlmaLaurea, secondo l'approfondimento pubblicato per la festa della donna dell'8 marzo.
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Prime della classe
La fuga in avanti delle ragazze sui colleghi maschi, dal punto di vista dell'istruzione, inizia già alle scuole medie: il 43,0% ottiene infatti un voto d’esame superiore o uguale a 9 (tra i ragazzi la percentuale è pari al 31,7%). Anche alle superiori, poi, mantengono un rendimento ottimo: il 92,4% delle studentesse ripete anni (è l’87,7% per ragazzi) e concludono la scuola secondaria superiore con un voto medio di diploma pari a 84,1 su cento (i ragazzi si fermano a 79,1). Questo è dovuto anche a un atteggiamento complessivamente più diligente: il 42,6% delle ragazze dedica allo studio e ai compiti a casa più di 15 ore settimanali, rispetto al 21,3% dei ragazzi.Ma attenzione a chiamarle secchione: le studentesse sanno che la formazione non si fa solo sui libri. Il 33,2% di loro, infatti, fa esperienze internazionali (solo il 21,8% tra i ragazzi) e intraprendono spesso percorsi formativi linguistici. Per questo superano i compagni anche nel conseguimento di attestati linguistici (41,4% tra le studentesse rispetto al 31,2% degli studenti maschi). Non solo: rispetto ai ragazzi sono pure più impegnate in attività sociali e culturali svolte nel tempo libero e hanno anche maggiore motivazione a proseguire gli studi.
Le donne più influenti della storia: chi erano? Guarda il video:
Le ragazze si laureano di più, in tempo e con voti più alti
Perché dopo la scuola le studentesse sono maggiormente interessate a proseguire gli studi all’università: compie questa scelta ben l'80,3% delle diplomate (rispetto al 65,3% dei diplomati). Il motivo determinante a compiere questo passo? Sognare, grazie alla laurea, di svolgere le professioni di proprio interesse: è la spinta decisiva all'iscrizione all'università per 69,9% di loro, contro il 63,5% dei ragazzi. Molte, poi, sono motivate ad approfondire i propri interessi culturali (59,4% rispetto al 53,1% degli studenti).Secondo i dati AlmaLaurea, inoltre, tra i laureati del 2019 è nettamente più elevata la presenza della componente femminile (58,7%), e la quota delle donne che si laureano in corso è pari al 57,9% (è 52,6% per gli uomini) con un voto medio di laurea uguale a 103,8 su 110 (è 102,0 per i ragazzi). Con le ragazze che ottengono voti di laurea superiori agli uomini in quasi tutti i gruppi disciplinari, eccezion fatta per quelli letterario e scientifico. Lo studio tuttavia non le distoglie dagli aspetti pratici del percorso universitario: il 63,7% delle donne svolge infatti tirocini e stage, rispetto al 54,3% degli uomini.
Donne e lavoro, dopo la laurea poche opportunità
Un percorso che, apparentemente, mette tante donne nelle condizioni di avere un futuro lavorativo di successo. Ma il mondo fuori dalla scuola e dall'università sembra pensarla diversamente. Tra i laureati di secondo livello, a cinque anni dal conseguimento del titolo, si fanno sentire "forti e chiare" le differenze di genere, pari a 5,0 punti percentuali in termini occupazionali: risultano occupati infatti l'84,8% delle donne e l’89,8% degli uomini. Tra i maschi, inoltre, c'è una percentuale maggiore di contratti a tempo indeterminato: il 58,1% rispetto al 52,1% delle donne. Anche se bisogna precisare che queste differenze possono essere legate anche alle scelte professionali, orientate verso settori che offrono minore stabilità a livello contrattuale (vedi, ad esempio, l'insegnamento).Ma le differenze di genere non si limitano alle opportunità occupazionali. Le donne guadagnano anche di meno. Tra chi lavora a tempo pieno, a 5 anni dalla laurea, la media è 1.715 euro netti mensili per gli uomini e 1.467 euro delle donne, che vengono pagate quindi circa il 16% in meno. La disparità permane anche se maschi e femmine lavorano nello stesso ambito: nel campo dell'Ingegneria, ad esempio, dopo 5 anni è occupato il 94,7% dei laureati e il 91,9% delle laureate, con 1.857 euro mensili netti per gli uomini e 1.692 euro per le donne; nel settore Economico-statistico il tasso di occupazione è pari rispettivamente al 91,8% per gli uomini mentre scende all’87,8% per le donne, che guadagnano mediamente 1.549 euro rispetto ai 1.763 euro dei maschi. E così è in quasi tutti gli ambiti, anche nell'insegnamento, dove risultano più donne occupate (90,4% contro l’88,1% degli uomini), le quali però prendono comunque uno stipendio inferiore (1.348 euro rispetto ai 1.427 euro dei maschi).