Concetti Chiave
- Luigi Pirandello, noto per il suo contributo innovativo al teatro, ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1934.
- Il teatro di Pirandello, raccolto sotto il titolo "Maschere nude", rivoluzionò le forme sceniche tradizionali, introducendo la "tragedia dell'anima moderna".
- Temi centrali delle opere di Pirandello includono l'inesistenza della realtà oggettiva e la molteplicità delle "forme" che le persone assumono nella società.
- "La patente" è un atto unico del 1917 che esplora la ferocia dei pregiudizi sociali attraverso il dramma personale di Rosario Chiàrchiaro.
- In "La patente", Pirandello evidenzia la lotta dell'individuo contro pregiudizi sociali, trasformando la maschera imposta in una forma di ribellione.
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello nacque nel 1867 in una ricca famiglia d'Agrigento ( il padre era prorietario di una miniera di zolfo). Compì gli studi a Palermo , Roma e Bonn.
Sotto la suggestione del Verismo , terminò nel 1893 il romanzo L'esclusa. Mentre la sua famiglia subiva un grave tracollo economico e la moglie manifestava i primi segni di follia, Pirandello cominciò a essere conosciuto
anche all'estero grazie alla pubblicazione del romanzo Il fu Mattia Pascal (1904).

Nel 1934 Pirandello ricevette il premio Nobel per la letteratura ; si spense due anni dopo a Roma esattamente nel 1936.
Il teatro di Pirandello
La foltissima produzione teatrale di Luigi Pirandello è interamente raccolta sotto il titolo Maschere nude. Nel teatro Pirandello portò una rivoluzione radicale, allontanandosi definitivamente dalle vecchie forme sceniche dell'Ottocento, precorrendo i tempi e sconcertando pubblico e critica. Egli stesso espresse chiaramente la coscienza della carica innovativa dei suoi drammi dichiarando : "Teatro serio, il mio. Non è teatro comodo. Teatro difficile, diciamo teatro pericoloso. E' la tragedia dell'anima moderna". Nel complesso mosaico della drammaturgia pirandelliana si possono
individuare i temi più significativi del pensiero del grande autore siciliano:
- l'inesistenza della realtà oggettiva e quindi l'impossibilità di raggiungere realtà assolute;
- la relativa e la molteplicità delle "forme", cioè delle apparenze , sotto cui ogni individuo si presenta agli altri e secondo le quali è costretto e si costringe a vivere: noi non siamo quello che crediamo di essere, ma quello che
sembriamo, obbligati a recitare sul palcoscenico del mondo, con addosso quella "maschera" che la società e le sue convenzioni ci impongono;
- l'assurdità di una vita che appare come gioco di forze misteriose, cosicché ogni uomo è costretto a recitare in solitudine la tragica farsa di un'esistenza senza senso, scritta da una mano sconosciuta.
La patente da Atto unico (1917)
La patente fu messa in scena come atto unico per la prima volta nel 1917. Rosario Chiàrchiaro, il protagonista, si trova, suo malgrado, imprigionato in un ruolo sociale che egli è del tutto estraneo. La fama di iettatore che gli abitanti del paese gli hanno irragionevolmente gettato addosso lo ha infatti portato alla rovina economica e alle soglie della pazzia. Quando il suo incartamento giunge sulla scrivania dell'integerrimo giudice D'Andrea, questi pensa che il poveretto abbia scelto di combattere, attraverso un'azione giudiziaria , il pregiudizio di cui è vittima. Tuttavia il giudice, pur condividendo appieno le ragioni dello sventurato , teme che l'esito del processo possa essergli sfavorevcole e tenta quindi di dissuaderlo dal proseguire . Con sua grande sorpresa, il dialogo con lo iettatore gli rivela invece la sorprendente forma di vendetta che il poveretto ha escogitato e che lo costringe a rivedere i suoi razionali propositi umanitari.Inoltre, appartenente al primo ciclo del teatro pirandelliano, quello cosiddetto del "grottesco", La patente è incentrata sul tema della ferocia con cui il benpensante mondo borghese può stravolgere , in nome dei propri pregiudizi, l''intimità dell'individuo. Il drammatico personaggio di Rosario Chiàrchiaro, solo apparentemente comico, vive in realtà un vero e proprio dramma esistenziale che lo costringe alla più desolata solitudine e indigenza. Vittima innocente del suo ruolo di jettatore, consapevole dell'impossibilità di sottrarsi a tale condizione, egli decide di spingere fino al paradosso gli effetti della sua maschera e, facendone una singolarissima professione, trasforma in ribellione la sua condizione di emarginato. Il giudice D'Andrea quindi, deposte tutte le sue razionali argomentazioni , non può che condividere, come lo spettatore , le ragioni della lucida follia dello sventurato.
per approfondimenti vedi anche:
Luigi Pirandello
Pirandello e corrente letteraria
Domande da interrogazione
- Chi era Luigi Pirandello e quali furono i momenti salienti della sua carriera?
- Quali sono i temi principali del teatro di Pirandello?
- Qual è la trama principale de "La patente" e quale tema centrale affronta?
- Come reagisce il giudice D'Andrea alla situazione di Rosario Chiàrchiaro in "La patente"?
- In che modo "La patente" si inserisce nel contesto del teatro pirandelliano?
Luigi Pirandello nacque nel 1867 in una famiglia benestante di Agrigento. Studiò a Palermo, Roma e Bonn. Divenne noto con il romanzo "Il fu Mattia Pascal" nel 1904 e iniziò la sua carriera teatrale nel 1910. Tra il 1918 e il 1924, i suoi drammi ottennero fama mondiale. Fondò il "Teatro dell'Arte" nel 1924 e ricevette il premio Nobel per la letteratura nel 1934.
Il teatro di Pirandello esplora l'inesistenza della realtà oggettiva, la molteplicità delle "forme" o apparenze, e l'assurdità della vita come una farsa tragica. Questi temi riflettono la sua visione della tragedia dell'anima moderna e la critica delle convenzioni sociali.
"La patente" racconta la storia di Rosario Chiàrchiaro, considerato un iettatore dal suo paese, che lo porta alla rovina economica e alla follia. Il dramma esplora la ferocia dei pregiudizi borghesi e la solitudine esistenziale del protagonista, che trasforma la sua condizione in una forma di ribellione.
Il giudice D'Andrea inizialmente cerca di dissuadere Chiàrchiaro dal proseguire con l'azione giudiziaria, temendo un esito sfavorevole. Tuttavia, il dialogo con Chiàrchiaro lo porta a rivedere le sue posizioni e a comprendere la "lucida follia" del protagonista, condividendo le sue ragioni.
"La patente" appartiene al primo ciclo del teatro pirandelliano, noto come il "grottesco". Il dramma affronta il tema della distorsione dell'intimità individuale da parte dei pregiudizi sociali, mostrando come il protagonista, attraverso la sua maschera di iettatore, sfida e ribalta la sua emarginazione.