Concetti Chiave
- Primo Levi descrive l'ingresso nel lager come un'esperienza infernale, con l'accoglienza delle SS che rifletteva l'ideologia nazista, e la perdita dell'identità personale sostituita da un numero tatuato.
- Levi, catturato nel 1943, trascorse quasi un anno nel lager di Monowitz, dove decise di documentare le sue esperienze nel libro "Se questo è un uomo".
- I prigionieri del lager erano divisi in categorie: criminali, politici e ebrei, ognuno con simboli distintivi sui vestiti, con una gerarchia interna in cui i criminali avevano più potere.
- I "Blocks" del lager erano strutture in legno con funzioni specifiche, come infermerie, alloggi per la Prominenz e spazi per la distribuzione di risorse come tabacco e articoli vari.
- L'area centrale del lager ospitava la "piazza dell'Appello", dove i prigionieri si radunavano per il conteggio giornaliero e l'organizzazione dei gruppi di lavoro.
In questo appunto viene descritto l’esperienza vissuta da Primo Levi nel lager nazista di Monowitz. Vengono descritti gli aspetti principali dei prigionieri del lager.
Indice
Prime impressioni del lager
L’entrata nel lager viene descritta da Primo Levi come l'inizio della discesa agli Inferi. L'accoglienza delle SS ai nuovi arrivati rispecchia esattamente l'ideologia nazista nei confronti degli ebrei. Le domande si limitavano ad un semplice "Quanti anni hai?", con l'unica finalità di classificare i detenuti. Levi si trova spaesato anche se comincia ad intuire che cosa lo aspetta nel lager quando legge all'entrata la scritta “Arbeit Macht Frei”, ovvero “Il lavoro rende liberi”. All'interno del lager, Levi e i suoi compagni sono sottoposti a torture disumane che lui stesso non riuscirà più a cancellare dalla sua mente.
Viene descritta una sequenza in cui tutti i detenuti venivano spogliati e tosati. Non potevano dire nulla, erano costretti a sottostare a quello che gli ordinavano le guardie. Sfortunatamente, il dolore di Levi non si limitò soltanto ad un solo episodio, ma proseguì attraverso violenze fisiche e mentali. Dopo essere entrati nel lager, gli Haftling perdevano la loro identità e il proprio nome che veniva sostituito con un numero tatuato sul braccio sinistro. Il "nome" di Levi era 174517 e solo mostrando il numero tatuato si poteva ricevere il pane e la zuppa.

Testimonianza di Primo Levi nel lager di Monowitz
Primo Levi fu rapito dalle truppe tedesche nel dicembre 1943 e dopo un lungo viaggio per lui sconosciuto venne portato nella città di Auschwitz dopo qualche mese. Per quasi un lungo anno rimase segregato nel lager di Monowitz e fu proprio in quel momento che Levi decise di raccontare tutto quello che stava vivendo e vedendo con i suoi occhi all’interno di un libro che successivamente pubblicò nel 1958 con il titolo “Se questo è un uomo”.
Levi descrive in modo dettagliato la planimetria del Lager in cui si trovava: aveva una forma quadrata di quasi 600 metri ed era tutto percorso da doppi fili spinati percorsi da corrente elettrica per evitare la fuga dei prigionieri.
Categorie di uomini presenti nel lager
Levi racconta che all’interno del lager, coloro che arrivavano venivano suddivisi poi in tre categorie ovvero chi aveva commesso dei crimini, uomini politici e gli ebrei. Tutti indossavano degli abiti con delle righe e, in base alla categoria, avevano un simbolo differente: i criminali avevano, oltre al numero identificativo, un triangolo verde che veniva attaccato alla giacca, i politici avevano un triangolo rosso mentre gli ebrei avevano sulla giacca una stella di tipo ebraica rossa e gialla. Fuori dai Block c’erano poche guardie delle SS, non si facevano vedere spesso dai prigionieri. Infatti all’interno del lager c’era una sorta di gerarchia: i prigionieri con il triangolo verde avevano la superiorità sugli ebrei.
Descrizione dei Block
L’intero lager era composto da una sessantina di ricoveri in legno per i rifugiati chiamati “Blocks,” ma non erano gli unici del lager perché i tedeschi continuavano a costruirne altri per l’arrivo di nuovi prigionieri. Erano presenti delle cucine costruite in muratura e una fattoria che veniva gestita da un reparto di Häftlinge, ovvero da un gruppo di prigionieri che venivano internati. All’interno delle baracche erano presenti una doccia e un gabinetto che serviva per i numerosi prigionieri. Levi racconta che non tutti i Blocks erano dei semplici ricoveri, ma alcuni venivano utilizzati per scopi ben precisi: per esempio c’erano otto Blocks posizionati nella zona est del campo adibiti ad infermeria e ambulatorio; poi c’era il Block 24 chiamato Krätzeblock utilizzato solamente da chi aveva contratto la scabbia; Il Block 7, a cui quasi nessuno aveva accesso, era riservato alla Prominenz ovvero ai ricchi e a tutti coloro che rivestivano un ruolo importante; poi il Block 47 era riservato ai cosiddetti “Reichsdeutsche” cioè agli ariani di origine tedesca, a politici e a chi aveva commesso dei crimini; il Block 49 era riservato ai Kapos; il Block 12 era utilizzato dai Reichsdeutsche e Kapos e serviva come Kantine ovvero come luogo si smistamento del tabacco, articoli e insetticida; poi c’era il block 37 che conteneva l’ufficio del lavoro e la funeraria principale; alla fine c’era il Block 29 chiamato Frauenblock, un ricovero riservato ai Reichsdeutsche, caratterizzato sempre da finestre chiuse e da giovani donne polacche che servivano i Reichsdeutsche.
I locali dei Block: la cucina
I Block adibiti ad abitazione erano suddivisi in due zone: la prima in cui viveva il capo della baracca in compagnia degli amici. In questa zona c’era un tavolo abbastanza lungo con delle sedie e delle panche. Sul tavolo erano presenti foto, disegni, e altri oggetti strani e fiori. Sulle pareti erano state incise enormi scritte con proverbi e poesie che esortavano all’ordine e alla pulizia. E poi c’erano anche diversi utensili da cucina utilizzati per la distribuzione della zuppa durante i pasti.
I locali dei Block: il dormitorio
L’altra zona del block era il dormitorio, composto da 148 cuccette disposte su tre piani. Avevano la forma delle celle di un alveare perché si doveva sfruttare tutto lo spazio a disposizione per contenere più prigionieri possibili. Infatti le celle arrivano sino al tetto. Nel dormitorio vivevano più di 200 prigionieri, costretti a dormire su tavole di legno all’interno di sacchi sottili di paglia e con qualche coperta. I corridoi erano molto stretti, era difficile percorrerli e poi i pavimenti erano quasi assenti perché la maggior parte dell’area era piena di cuccette.
Area esterna del lager
Nella zona centrale del lager era presente una piazza chiamata “piazza dell’Appello”. Era molto grande tale da contenere tutti i prigionieri del lager che tutti si radunavano li nelle prime ore del giorno per formare gruppi di lavoro e poi a fine giornata si ripresentavano lì per essere contati e ritirarsi nei dormitori. Davanti a questa piazza c’era un’aiuola ben curata utilizzata per posizionare le forche all’occorrenza.
Domande da interrogazione
- Quali sono state le prime impressioni di Primo Levi all'arrivo nel lager di Monowitz?
- Come descrive Primo Levi la struttura del lager di Monowitz?
- Quali categorie di prigionieri erano presenti nel lager e come venivano distinti?
- Come erano organizzati i Block all'interno del lager?
- Qual era la funzione della "piazza dell’Appello" nel lager?
Levi descrive l'entrata nel lager come una discesa agli Inferi, con un'accoglienza delle SS che rifletteva l'ideologia nazista. I prigionieri venivano spogliati, tosati e privati della loro identità, sostituita da un numero tatuato.
Levi descrive il lager come un'area quadrata di quasi 600 metri, circondata da doppi fili spinati elettrificati per impedire la fuga. All'interno, vi erano vari Block con funzioni specifiche, come infermerie e dormitori.
I prigionieri erano suddivisi in tre categorie: criminali, politici ed ebrei. Ogni categoria aveva un simbolo distintivo: un triangolo verde per i criminali, rosso per i politici e una stella ebraica rossa e gialla per gli ebrei.
I Block erano costruzioni in legno con funzioni diverse, come dormitori, cucine e infermerie. Alcuni Block erano riservati a specifici gruppi, come il Block 24 per chi aveva la scabbia e il Block 7 per la Prominenz.
La piazza dell’Appello era il luogo dove i prigionieri si radunavano all'inizio e alla fine della giornata per essere contati e assegnati ai gruppi di lavoro. Era anche utilizzata per esecuzioni, con forche posizionate all'occorrenza.